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Lo sviluppo sarà sostenibile con una governance globale. Parola di Giovannini (Asvis)

“Le ultime notizie sul coronavirus dimostrano che senza un approccio multilaterale non c’è via di uscita se vogliamo davvero salvare il nostro pianeta”. Ne è convinto Enrico Giovannini, portavoce dell’Asvis, che ha presentato alla Farnesina il Rapporto dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile The European Union and the Sustainable Development Goals insieme alla vice ministra degli Affari Esteri e della Cooperazione, Emanuela Del Re, del Segretario Generale del Ministero Elisabetta Belloni e dei responsabili delle sedi diplomatiche estere in Italia, degli istituti di cultura stranieri, delle agenzie dell’Onu e delle organizzazioni internazionali con sede in Italia. “Tutti parlano di sviluppo sostenibile – spiega in quest’intervista a Formiche.net – ma per realizzare l’Agenda Onu 2030 o si coopera o altrimenti non ce la facciamo”.

Cosa emerge da questo Rapporto?

Che l’Europa è certamente il luogo più sostenibile al mondo ma non è essa stessa su un sentiero di sviluppo sostenibile, anche se fa ben sperare l’impegno assunto della presidente Ursula Von der Leyen sulle tematiche ambientali e non solo. Quel che appare certo è che l’impegno comune, di tutto il mondo, è quello di voler realizzare i 17 obiettivi previsti dall’Agenda Onu. Mancano ad oggi 3015 giorni alla fine di questa decade, sembrano tanti, ma visto i ritardi in molti obiettivi serve davvero uno sforzo condiviso, di coordinamento per una governance globale dello sviluppo sostenibile.

Siamo messi così male?

La situazione è migliorata per nove obiettivi, salute, educazione, parità di genere, energia, occupazione, città, produzione e consumo, cambiamento climatico ed ecosistema marino. Invece è peggiorata per due, ecosistemi terrestri e cooperazione internazionale, mentre gli altri è sostanzialmente stabile. Sono stati fatti dei passi avanti, non c’è dubbio, ma non bastano. Questo è il chiaro messaggio che è venuto dalle Nazioni Unite, perché dobbiamo accelerare non solo per evitare la distruzione del pianeta ma per lottare contro le disuguaglianze, per dare una buona occupazione a tutti, per cercare un benessere della collettività.

Il governo Conte sembra aver preso a cuore il tema dello sviluppo sostenibile…

Nella legge di bilancio ci sono dei passi molto importanti, certamente utili ma manca ancora una visione d’insieme di tutte le politiche. Per questo il 26 febbraio presenteremo la nostra lettura della legge di bilancio mostrando come questa realizza qualche passo avanti rispetto all’Agenda 2030 ma ha ancora molte criticità.

Intanto avete lanciato la proposta alle ambasciate di esportare il Festival dello Sviluppo sostenibile in tutti i Paesi…

Ci muoveremo su due fronti, uno interno e uno esterno. Per il primo coinvolgeremo le ambasciate estere presenti in Italia nelle iniziative del Festival che lo scorso anno sono state 1061, poi attraverso la Farnesina organizzeremo eventi all’estero esportando in tutto il mondo questa iniziativa che voglio sottolinearlo è unica a livello internazionale.

Anche le partnership con le aziende sono cresciute, l’ultima è quella con Terna. È questa la strada da seguire?

Certamente Terna è un partner importante di Asvis ci ha consentito di diffondere il Rapporto in inglese e con essa collaboriamo su progetti di formazione. È uno dei grandi operatori italiani che ha scelto la sostenibilità come sua prospettiva e quindi era naturale lavorare insieme. Ma non c’è dubbio sull’economia circolare pubblico e privato devono marciare insieme, una grande prova in tal senso sarà l’Expo di Dubai di ottobre dove il Padiglione Italia sarà proprio centrato sul tema della Bellezza e della Sostenibilità.

Siete cresciuti molto in questi 4 anni…

Abbiamo oltre 230 aderenti, siamo la più grande rete di organizzazioni della società civile mai creata in Italia e un unicum molto apprezzato a livello internazionale, abbiamo più di 600 esperti che realizzano ogni anno il nostro Rapporto che oltre a misurare l’andamento del Paese verso gli obiettivi di sviluppo propone alle istituzioni europee misure concrete per portare l’Italia verso la sostenibilità economica, sociale, ambientale.

Cosa manca allora?

La narrazione sullo sviluppo sostenibile sta cambiando, penso all’impegno di Greta ma anche e soprattutto alle parole di Papa Francesco. Adesso serve però un vero coordinamento perché i paesi europei, e non solo essi, devono marciare uniti verso gli obiettivi dell’Agenda Onu, altrimenti non ce la facciamo.

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