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Il treno deragliato e i numeri (rassicuranti) del trasporto ferroviario. Il commento di Giuricin

Difficile parlare di sicurezza nei trasporti dopo l’incidente di stamattina, nei pressi di Lodi. Due macchinisti sono morti e 31 persone – su 33 che erano a bordo – sono rimaste lievemente ferite nel deragliamento del treno Frecciarossa partito da Milano Centrale alle 5.10 e diretto a Salerno. Al momento dell’incidente il treno andava a 290 km/h e a bordo c’erano 28 passeggeri in tutto, oltre al personale di Trenitalia. Lo choc, comprensibile, non deve però offuscare la vista e soprattutto dare l’immagine di un Paese dove è diventato pericoloso persino prendere un treno. Non è così, spiega e Formiche.net Andrea Giuricin, economista alla Bicocca di Milano e presso l’Istituto Bruno Leoni ed esperto del mondo dei trasporti.

L’INCIDENTE

L’incidente, il primo in 15 anni sulla linea dell’Alta velocità, è avvenuto intorno alle 5.35 a Ospedaletto Lodigiano, circa 30 chilometri da Piacenza. Le vittime sono due e i corpi sono stati sbalzati a circa 50 metri da dove è finita la corsa del treno. La procura ha aperto un’inchiesta per disastro ferroviario, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose plurime. La motrice del convoglio, dopo essere sviata dai binari per cause ancora da chiarire, sarebbe uscita completamente dalle rotaie finendo contro una casa cantonale delle ferrovie, dove ha terminato la sua corsa.

Anche Ferrovie dello Stato, mediante la controllata Rfi, ha avviato un’indagine interna, dopo aver espresso il cordoglio per le vittime. La linea è stata sospesa e tutti i treni, in entrambe le direzioni, sono stati instradati sulla linea convenzionale Milano-Piacenza con ritardi fino a 60 minuti. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, così come il premier Giuseppe Conte, ha anch’esso espresso cordoglio per “due nuove vittime del lavoro”, e spera si faccia presto luce sulla dinamica dell’incidente. Mentre i sindacati hanno definito l’incidente “inaccettabile” e proclamato uno sciopero di due ore per venerdì.

MAGISTRATURA AL LAVORO

La magistratura, intanto, si è messa subito al lavoro. “Stiamo verificando l’ipotesi dell’errore umano”, ha sostenuto il Procuratore della Repubblica di Lodi Domenico Chiaro, non precisando se sia stato già ascoltato personale coinvolto nell’incidente dell’alta velocità. Una delle cause del deragliamento del Frecciarossa potrebbe essere stato un problema a uno scambio dove ieri sarebbe stato sostituito un deviatoio, ovvero un pezzo dello scambio stesso. Intanto i sindacati, hanno annunciato lo sciopero. “In considerazione dell’estrema gravità dell’incidente e nel rispetto delle vite umane domani (venerdì, ndr) ci sarà uno sciopero di due ore di tutti i ferrovieri dipendenti da tutte le aziende di settore operanti sulla rete nazionale e locale a partire dalle 12 ai sensi della vigente normativa in materia”. Le Ferrovie, da parte loro, hanno fatto sapere che “il gruppo e tutti i ferrovieri esprimono profondo cordoglio per il decesso dei due colleghi macchinisti. Fs è vicina ai familiari dei colleghi offrendo il massimo supporto a loro e a tutte le persone coinvolte nell’incidente di stamattina”.

IL COMMENTO DELL’ESPERTO

La tragedia di Lodi però, non deve trarre in inganno. L’Italia che viaggia sui binari rimane un Paese sicuro e dagli elevati standard. “Dopo ogni incidente come questo, che comunque è grave (sia il Quirinale, sia il premier Giuseppe Conte hanno chiesto immediata chiarezza sull’accaduto, ndr), è assolutamente normale e umano rimanere scioccati. Tuttavia bisogna guardare ai numeri e mettere da parte le emozioni. Numeri che raccontano una realtà precisa”, premette Andrea Giuricin.

“Se si guardano le statistiche, il treno rimane ancora il mezzo più sicuro. Il trasporto su gomma in Italia fa 36 volte i morti che si fanno sul ferro. L’Italia rimane uno dei Paesi con il minor numero di incidenti ferroviari con un rapporto tra morti e passeggeri trasportati, molto basso. Per questo il treno resta uno dei mezzi di trasporto più sicuri, insieme all’aereo. Molto più sicuro dell’automobile. Da qui una semplice considerazione: una qualsiasi forma di terrorismo psicologico è, nella maniera più totale ingiustificata”.

Ma Giuricin va oltre. “Si può anche notare che dal 1987 ad oggi l’alta velocità giapponese non ha mai avuto un incidente. E in Europa solo il 12% delle morti sulla rete ferroviaria avviene per veri e propri incidenti, come quello di oggi. Significa che l’88% dei casi sono persone o macchine che attraversano passaggi a livello o binari laddove non si può”.

PRIMATO ITALIANO

L’economista della Bicocca, stringe poi ulteriormente il campo. L’Italia è molto avanzata nei trasporti ferroviari, sull’Alta Velocità, poi, ha pochi concorrenti nel Vecchio Continente. “La nostra Alta Velocità ha investito moltissimo negli ultimi anni, difficile fare di più. Lo dicono anche le gare nelle quali Ferrovie si è aggiudicata pezzi di mercato all’estero. Detto questo, rimane una questione e cioè aumentare il più possibile il trasporto su ferro, a discapito di quello di gomma. Per farlo c’è solo un modo, aumentare la concorrenza. Perché se si aumentano le alternative di viaggio la gente capirà che viaggiare in treno è molto più sicuro”.

(QUI TUTTE LE FOTO DELL’INCIDENTE A LODI)

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