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L’Europa si fa Intelligence. Ecco come e perché

Zagabria. Un college dell’intelligence, in Europa. L’iniziativa lanciata il 5 marzo del 2019 a Parigi da trenta Paesi europei sta per prendere vita a Zagabria, in Croazia. Il lussuoso hotel della capitale si è trasformato per due giorni nel cuore pulsante della sicurezza europea. Qui sono riunite per un evento che ha dell’eccezionale le agenzie di intelligence di ben 23 Paesi europei (Austria, Belgio, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Lettonia, Lituania, Malta, Norvegia, Olanda, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia e Regno Unito).

Questa mattina le rispettive delegazioni sono pronte a firmare una lettera d’intenti che sancirà la nascita del primo college europeo dell’intelligence. Una piattaforma di studio, riflessione e sensibilizzazione per promuovere il dialogo strategico tra le comunità di intelligence in Europa e il confronto a un livello non operativo fra i diversi direttori delle agenzie. Ma l’obiettivo è anche quello di creare un ponte fra il mondo dell’intelligence e quello accademico e di far conoscere alle rispettive opinioni pubbliche le problematiche legate al mondo della sicurezza. Non si tratterà di una struttura comunitaria ma intergovernativa, perché i Trattati Ue prevedono chiaramente che la materia di intelligence sia lasciata in capo agli Stati membri, anche se le istituzioni Ue saranno coinvolte in un continuo confronto con il college.

Il segretariato del nuovo college avrà sede a Parigi. Da lì, nel marzo del 2019, è partita l’iniziativa, con l’impegno formale a lanciare il college un anno dopo da parte degli allora 28 Paesi Ue e di due Paesi non-Ue, Norvegia e Svizzera. Un anno fa, il 5 marzo, con un discorso alla Sorbonne di fronte a 300 delegati, fra cui 66 esponenti di agenzie europee, il presidente francese Emmanuel Macron aveva auspicato la nascita di una iniziativa europea per coordinare gli sforzi dell’intelligence e dar vita a una cultura della sicurezza.

Dietro all’iniziativa celebrata oggi a Zagabria c’è però anche un fondamentale lavoro di preparazione e promozione dell’Italia. Non a caso lo Stivale è rappresentato da una corposa delegazione guidata dal direttore del Dis (Dipartimento per la sicurezza e l’informazione) e coordinatore di tutte le agenzie, il prefetto Gennaro Vecchione, affiancato da due vicedirettori rispettivamente dell’Aisi (Agenzia per l’informazione e la sicurezza interna) e dell’Aise (Agenzia per l’informazione e la sicurezza esterna).

La presidenza del Consiglio dei Ministri, nella figura del presidente Giuseppe Conte, ha seguito da vicino la preparazione dei lavori. Ma non è solo la rappresentanza a fare dell’Italia uno dei principali promotori del college dell’intelligence. L’idea di una piattaforma di formazione e sensibilizzazione delle tematiche di intelligence è infatti ben radicata nella tradizione italiana. Già la Legge 124 del 2007 che ha dato avvio a un’ampia riforma dei Servizi italiani prevedeva in capo al Dis compiti di promozione della cultura della sicurezza e di comunicazione istituzionale. Una missione che trova nella Scuola di formazione dell’Intelligence italiana a Roma, che è rappresentata con una delegazione a Zagabria, un caso europeo di best practice.

A celebrare i lavori del Westin Hotel c’è il primo ministro croato Andrej Plenković. Con lui a intervenire in un panel di confronto ci sarà Vecchione, e i direttori dell’Intelligence croata Daniel Markić e dei Servizi esteri estoni Mikk Marran, il vicedirettore dei Servizi olandesi Sebastian Reyn, il segretario generale dei Servizi portoghesi Graça Mira Gomes. L’Ue è rappresentata invece da José Casimiro Morgado, Direttore dell’Intcen (Centro analisi Intelligence dell’Ue, dipendente dall’EEAS).

Il lancio dell’Intelligence college a Zagabria sarà seguito a stretto giro da altre iniziative, anche in Italia, che ha dato disponibilità per ospitare un convegno internazionale sulla sicurezza. La presidenza del college avrà la durata di un anno e sarà scelta su base volontaria degli Stati aderenti.

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