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Sgravi e tecnologia, così i giovani riscoprono l’agricoltura. Parla Borriello (Ismea)

La storia si ripete. L’agricoltura, per secoli motore della civiltà, sta improvvisamente ritornando baricentro dell’economia, anche italiana, andando incontro a una specie di seconda giovinezza. lo dicono i numeri emersi dal convegno Seminiamo il futuro, tenutosi questa mattina nella cornice del Maxxi e organizzato dal ministero dell’Agricoltura, Ismea (l’Istituto di servizi per il mercato agricolo-alimentare) e la Banca nazionale delle terre agricole. Sono sempre di più i giovani che decidono di tornare alla terra, in chiave 4.0 si intende: se nel 2015 le imprese agricole condotte da under 35 erano poco più di 49 mila, oggi sono oltre 57 mila. Un trend che ha spinto lo stesso Ismea a promuovere la cosiddetta Banca della terra. Ovvero la messa all’asta di migliaia di ettari di terreno, con la possibilità di contrarre mutui trentennali a tassi agevolati e al 100% del valore. Obiettivo, favorire il ricambio generazionale tra i campi. Formiche.net ha incontrato a margine dei lavori Raffaele Borriello, direttore generale Ismea.

RITORNO ALLA TERRA

“Certamente oggi stiamo assistendo a un grande ritorno dell’agricoltura, quale pilastro della nostra economia”, premette Borriello. “Il made in Italy agroalimentare oggi è qualcosa di riconosciuto in tutto il mondo. Quello che però oggi sembra essere non più un fenomeno momentaneo è il ritorno dei giovani alla terra e l’attenzione degli stessi giovani verso questo mondo. L’iniziativa della Banca della terra va proprio in questo senso, dare ai giovani la possibilità di coltivare un’autentica passione”. Certamente, fare l’agricoltore nel terzo millennio richiede anche un buon quoziente tecnologico, necessario a competere sui mercati di un mondo globalizzato. Come consentire ai giovani imprenditori della terra, l’accesso a tali dotazioni? “Oltre a fornire la terra, tramite Ismea abbiamo dato la possibilità ai giovani agricoltori di aumentare le proprie professionalità manageriali”, spiega Borriello. “Per avviare i processi di innovazione ci siamo rivolti a una serie di partner, tra cui Leonardo (in campo con la fornitura di tecnologia con cui consentire l’osservazione della Terra tramite la rete satellitare, ndr), con l’obiettivo di innovare e razionalizzare tutti i processi produttivi”.

TRA AGRICOLTURA E CRESCITA

Per aiutare i giovani e le giovani a salire sul trattore però, si può fare anche qualcosina in più, magari dal punto di vista fiscale. “Sicuramente nella legge di Bilancio di quest’anno c’è stata una importante novità e cioè la previsione di sgravi contributivi per tutti gli under 40 che diventano imprenditori agricoli. La leva fiscale”, aggiunge Borriello, “è un qualcosa di centrale perché l’agricoltura non è come un’industria tradizionale, dove entro e il giorno dopo produco reddito perché produco un prodotto. Per mettere a frutto una vigna servono cinque anni, stessa cosa per un uliveto. C’è bisogno dunque di forme di accompagnamento nell’attesa che l’impresa diventi redditizia”.

Da qualunque angolatura la si voglia vedere, l’agricoltura è comunque tornata a essere pilastro della nostra economia. “L’agricoltura oggi rappresenta il 13% del Pil italiano, oltre 200 miliardi, dalla terra alla ristorazione. Un pilastro per la nostra crescita, su questo non ci piove”.



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