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Coronavirus, i consigli del dott. Bella (Iss) per combattere falsi miti e fake news

Arginare il contagio. Gestire un’emergenza mondiale. Combattere contro il fenomeno dell’utilizzo manipolatorio delle informazioni. Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha coniato il neologismo “infodemia”, l’n-CoV è il virus accompagnato da una massiccia “sovrabbondanza di informazioni, alcune accurate e alcune no, che rendono difficile per le persone trovare fonti affidabili quando ne hanno bisogno”. Nel rapporto sul coronavirus, l’Oms lancia un allarme: “Troppe informazioni confondono le persone”, “a maggior ragione se nella Rete ce ne sono di non verificate, false e complottiste”.

EPIDEMIE DI IERI E DI OGGI

La comunicazione appare disturbata da interferenze che permettono la circolazione di falsi miti che potenzialmente possono danneggiare le persone. Soprattutto nel campo della salute, questa manipolazione è estremamente pericolosa. Sul punto, Antonino Bella, del Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità e nella task force contro il coronavirus, spiega a Formiche.net che: “Rispetto alle precedenti epidemie e anche dall’epidemia della Sars del 2003 il sistema informativo ha subìto profonde trasformazioni. La mole delle informazioni e la loro disomogeneità genera spesso confusione informativa e il proliferare anche di false notizie. Per questo motivo, oggi è ancora più importante che nelle epidemie da virus emergenti, in cui nella fase iniziale non si hanno notizie o se ne hanno poche e frammentarie su molti aspetti (come modalità di trasmissione dell’infezione, tempo medio di incubazione), le Autorità sanitarie nazionali siano pronte a gestire la comunicazione sull’incertezza”. Comunicare l’incertezza significa comunicare in modo pianificato fin dall’inizio senza improvvisare, evitando di intervenire solo quando si è costretti a farlo per smentire o arginare/contrastare false notizie. E, nella fase iniziale in cui la comunità scientifica non è ancora in grado di rilasciare evidenze e dati sull’epidemia che possano essere utilizzate dalle autorità sanitarie per definire strategie di prevenzione e documenti tecnici per la prevenzione e la gestione dei casi sospetti, cosa si può comunicare?

Si può comunicare e dichiarare “ciò che si sa e ciò che ancora non si sa”, spiegare cosa si sta facendo scegliendo argomentazioni e ipotesi che possano spiegare in modo trasparente ai cittadini, allo stato attuale delle conoscenze, il motivo di alcune decisioni piuttosto che di altre. Questo, conclude Bella, aumenta la fiducia nelle Istituzioni che si preoccupano di informare in modo comprensibile, che ascoltano e comprendono le preoccupazioni, fornendo in tal modo l’opportunità di poter valutare la situazione con maggiore serenità, maggiore “padronanza” e di poter trasformare la propria preoccupazione in “una preoccupazione consapevole e informata”.

IL PESO DELLE FAKE NEWS SULLA SALUTE

La distorsione nella comunicazione è da sempre esistita, ma rispetto al passato, con il proliferare delle piattaforme on-line e social, si è potenziata. Soprattutto nel mondo della salute è facile cadere trappola di fake news, notizie false che creano allarmismi o illusioni, elaborate con l’intento di generare profitti pubblicitari attraverso un click o per influenzare l’opinione altrui. Quasi 1 miliardo le ricerche effettuate su Google a proposito del coronavirus, più di 15 milioni di post su Twitter nelle ultime quattro settimane. E proprio con Twitter, il Ministero della Salute ha sottoscritto un accordo che metterà in evidenza, nelle ricerche, il link ufficiale del Ministero. Niente a che vedere con quanto accaduto, come ricordava Bella, con l’altro virus appartenente alla famiglia dei coronavirus, ovvero nel caso della SARS. Sono aumentate le pagine disponibili in Rete; i contenuti sui social network; le false credenze contro le quali Enti Istituzionali lottano per diffondere la verità, come pure sta crescendo la reattività da parte delle piattaforme, pronte a mettersi in prima linea contro la disinformazione. Mangiare aglio, cospargersi di olio di sesamo, sono alcune delle tante bugie circolanti in Rete.

L’IMPEGNO NEL RINTRACCIARE FALSI MITI E VOCI

In un contesto nel quale le notizie vengono lanciate non più solo dagli addetti ai lavori, bensì da un pubblico generalizzato, il controllo e le verifiche sulla veridicità di tali notizie sono difficili da realizzarsi. È questa la grande sfida che attende soprattutto le grandi piattaforme. Trovare un equilibrio tra la libertà di pensiero e di espressione e l’obiettivo di liberarsi da contenuti dannosi, per diramare informazioni basate sull’evidenza.

Così come l’Organizzazione Mondiale della Sanità si è mobilitata per contrastare il fenomeno delle false notizie, coniando anche la nuova espressione “infodemia”, anche le Autorità sanitarie nazionali sono a lavoro per affrontare l’emergenza ed arginare il fenomeno della disinformazione. Il Dott. Bella spiega: “Fin dall’inizio dell’epidemia da nuovo coronavirus, l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) in accordo con il Ministero della Salute, insieme ad altre Istituzioni, ha istituito una task force multidisciplinare. In particolare, l’Iss ha dato vita ad un laboratorio nazionale di riferimento per la conferma di tutti casi di infezione da n-CoV sul territorio nazionale. Ha inoltre contribuito a creare rapidamente, e lo coordina, un sistema di sorveglianza epidemiologica che permette di identificare rapidamente i casi sospetti, condividendo i dati sui casi confermati con le autorità sanitarie internazionali preposte (il Centro Europeo per il controllo delle malattie e l’Organizzazione Mondiale della Sanità).

Attraverso il suo portale di comunicazione EpiCentro, ha sviluppato un’area tematica dedicata al nuovo coronavirus, aggiornata quotidianamente, che fornisce approfondimenti puntuali sulla base delle fonti istituzionali disponibili che riguardano l’evoluzione dell’epidemia, sfatando falsi miti e fake news. Proprio a questo scopo l’Iss, nel portale EpiCentro, mette a disposizione ai professionisti che lavorano sul territorio e alla comunità, domande e risposte, infografiche e video che riguardano questa infezione, costantemente aggiornati. Infine, continua Bella, “l’Iss fornisce supporto tecnico sia in ambito epidemiologico che virologico a sostegno della sanità pubblica, del ministero della Salute, delle Regioni e delle Provincie autonome, impegnati nella risposta a questa emergenza”.

INFOSFERA E INFODEMIA, DUE NEOLOGISMI, CHE CARATTERIZZANO LA QUARTA RIVOLUZIONE

Nell’era della Quarta rivoluzione, descritta da Luciano Floridi, che ci ha portati a vivere figuratamente in una infosfera, in cui non esiste più una distinzione tra vita reale e off-line, c’è un continuo flusso di informazioni che ci coinvolge in una società sempre più liquida. Ogni segnale che noi emettiamo entra a far parte di questa infosfera che ha le sue regole e che cambia di continuo. Se da una parte tutti noi siamo attivi nel ruolo di comunicatori, dall’altra la difficoltà nel comunicare è aumentata; questo perché le fonti dalle quali provengono le notizie si sono moltiplicate, così come pure i canali, i messaggi e i segnali. Nel nuovo modo di comunicare ci sono infiniti diagrammi di Shannon, padre della teoria dell’informazione, che per primo aveva formulato i passaggi all’interno del flusso della comunicazione. Se già all’interno del suo diagramma, l’ambizione della fonte era che il messaggio inviato fosse uguale a quello ricevuto dal destinatario, senza distorsioni, oggi questo desiderio rimane un’utopia.

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