Portare gli investitori italiani in uno dei mercati più dinamici e innovativi al mondo, quello israeliano. Possibile, grazie a Sixth Millennium, veicolo di investimento che partecipa in startup ad alto contenuto tecnologico dotato di un progetto industriale di medio-lungo termine e parte integrante del gruppo di Venture Capital Sixth Millennium Venture Partners, che opera nel mercato israeliano e fondato da Jonathan Pacifici (ex Wadi Ventures e presidente del Jewish Economic Forum) e dal professor Reuven Ulmansky.
Di che si tratta? Sixth Millennium ha lanciato una campagna di equity crowdfunding su CrowdFundMe, il portale italiano quotato all’Aim Italia (il listino per le piccole e medie imprese) dal marzo 2019 e dedicato per l’appunto al crowdfunding. La campagna ha obiettivi ambiziosi: raccogliere 500 mila euro, con un chip minimo di 5 mila euro. In questo modo, l’innovazione italiana, sotto forma di startup, potrà entrare a far parte della cosiddetta startup nation, ovvero Israele. Che oggi con circa 7 miliardi di dollari di investimenti in startup per 21 miliardi, è uno dei principali hub tecnologici del pianeta.
Più nel dettaglio, la campagna italiana per le startup, prevede investimenti finalizzati alla realizzazione di plusvalenze dalle posizioni nelle singole startup, attraverso la cessione delle quote delle partecipate. In tutti questi casi la holding non accumula capitali, ma ridistribuisce gli utili ai soci. Una volta consolidato il portafoglio delle partecipate, Sixth Millennium ha tra i suoi obiettivi quello di puntare alla Borsa. Bisogna ricordare che nei mesi scorsi Sixth Millennium ha siglato un protocollo di intesa con l’incubatore lodigiano Bemycompany, che affianca piccole e micro aziende nei rispettivi processi di sviluppo.
Le importanti esperienze e le reti di contatti dei due fondatori Pacifici e Ulmansky, pongono l’azienda in una posizione di vantaggio, con un accesso privilegiato alle migliaia di opportunità di investimento in startup e ad alto potenziale di crescita. La società infatti opera in uno dei mercati più interessanti al mondo nel settore tech, con un team di comprovata eccellenza e un network consolidato di co-investitori, incubatori, acceleratori e service providers, avendo accesso diretto ai centri R&D di numerose multinazionali presenti in Israele, quali Microsoft, Google, IBM Alphazone, Amazon, 8200 EISP, Gvahim, Siftech e le technology transfer companies delle Università.