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Coronabond? solo uno slogan, la Commissione non ci sta lavorando. Parola di Ursula von der Leyen

La parola coronabond è “solo uno slogan”. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen appartiene di diritto allo schieramento di chi vuole aiutare l’Italia a fare fronte alle ricadute del coronavirus. In una intervista rilasciata alla Dpa (la principale agenzia stampa tedesca), arrivata con qualche difficoltà in Italia, la leader del governo Ue ha però messo in chiaro che sulla partita delle obbligazioni europee per finanziare la spesa pubblica imputabile alla pandemia, la sua posizione non è molto diversa da quella della cancelliera Angela Merkel e dei Paesi del Nord Europa, della quale durante l’ultimo Consiglio Ue si è fatto portavoce il governo olandese. Opposta allo schieramento degli otto Paesi che ha chiesto un’inversione di marcia: oltre all’Italia, la Spagna, la Francia e l’Irlanda, il Portogallo, il Belgio, la Polonia, la Grecia e la Romania.

Alla domanda se la Commissione stia lavorando a un intervento, in forma di prestito, per i Paesi costretti a finanziare le misure anti crisi von der Leyen ha risposto ricordando che “Esistono limiti legali molto chiari, non è questo il piano”. In sintesi non c’è un progetto coronabond né forme simili. “Non ci stiamo lavorando”, ha spiegato.

Dichiarazioni strettamente legate alla missione affidata alla Commissione europea dall’ultimo Consiglio Ue. Quello che ha di fatto escluso un intervento del Mes, il meccanismo europeo di stabilità e ha rinviato tutto a una proposta che l’esecutivo di Bruxelles dovrà formulare nel giro di due settimane. “Il Consiglio ha incaricato la Commissione di redigere il piano di ricostruzione, che ora è la pista su cui stiamo lavorando”, ha affermato von der Leyen. Quindi, il nuovo piano della Commissione proporrà una ricetta che non prevede nessuna forma di finanziamento del deficit europea e, con tutta probabilità, chiederà il rispetto delle regole del Patto di stabilità, magari non sul deficit, visto che è stata attivata la clausola che sospende le regole fino a quando il continente sarà minacciato dal Covid-19, ma per quanto riguarda il debito pubblico.


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