La pandemia di coronavirus viaggia parallelamente all’infodemia generata attorno al Covid-19 per distorcere la realtà e influenzare il dibattito pubblico. A inizio mese l’Organizzazione mondiale della sanità aveva lanciato l’allarme a livello globale, ora il Copasir conferma che simili attività sono in corso nel nostro Paese: in questa fase di emergenza “entità statuali esterne” stanno facendo disinformazione on line con una “una campagna infodemica che vede nei Paesi dell’Unione europea, e nell’Italia come obiettivo non secondario, il proprio target”, ha spiegato il presidente Raffaele Volpi, informando che il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica “ha investito l’onorevole Enrico Borghi di una prima ricognizione sull’argomento”.
Il tema, ha spiegato Volpi, è stato affrontato dal Copasir il 25 marzo. “Le caratteristiche dell’azione in corso, condotta secondo modalità già oggetto nel recente passato di comunicazioni da parte dell’European External Action Service dell’Ue possono essere ricondotte all’azione di entità statuali esterne”. Per questo il Copasir, conclude Volpi, “esprime il proprio sostegno all’azione in corso da parte degli apparati di sicurezza nazionali, finalizzato a salvaguardare e rafforzare i livelli di contrasto alle minacce ibride nei confronti dell’Italia e dei propri alleati”.
Così il Copasir, che già si muove sul fronte del golden power come raccontato da Formiche.net, ha deciso di accendere un faro anche sulle campagne di disinformazione che stanno colpendo il nostro Paese in questi giorni così delicati di un marzo che si era aperto con le fake news di matrice russa sulla missione sull’esercitazione Defender Europe della Nato.
Un recente brief il Soufan Center di New York (qui analizzato su Formiche.net) individua un’infodemia in corso contraddistinta da “una combinazione di disinformazione, attacchi informatici e una carenza di leadership politica” che “amplifica la minaccia rappresentata dalla diffusione” del coronavirus. Che pone rischi di due tipi agli Stati Uniti scriveva il Soufan Center, ma a tutti i Paesi occidentali: da una parte per il sistema sanitario, dall’altra per la sicurezza nazionale.
Negli ultimi giorni si è fatto sempre più acceso il dibattito tra gli esperti sulle tattiche che la Cina ha preso in prestito dalla Russia per la sua campagna di disinformazione. Secondo Laura Rosenberger, direttore dell’Alliance for Securing Democracy e senior fellow del German Marshall Fund, ci sono tre tattiche “che Pechino ha applicato nella sua campagna propagandistica sul coronavirus che ricordano chiaramente la strategia russa”: la diffusione di “teorie del conflitto multiplo”, l’amplificazione di “siti web complottistici”, e l’uso coordinato di account Twitter di diplomatici e ambasciate, assieme ai media del regimi, per dare più spinta alle teorie complottistiche.
Una poderosa macchina della propaganda messa in piedi non in qualche settimana bensì da diversi mesi, almeno, come ha rivelato ProPublica in un’inchiesta che ha toccato anche la disinformazione cinese sugli “aiuti” alla Cina. Ma ora il Copasir ha deciso di vederci chiaro.