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Covid-19, un lanciafiamme contro i furbetti? Il commento di Vespa

La minaccia del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, di inviare Carabinieri muniti di lanciafiamme a chi volesse festeggiare la laurea in questo momento di emergenza ha più sostenitori di quanto non si pensi. Pensandoci bene, un ordinamento democratico non prevede il lanciafiamme, ma il messaggio è chiaro: le attuali sanzioni per chi viola le disposizioni del governo per attenuare i contagi dal coronavirus sono quasi del tutto inefficaci. Lo dimostrano i numeri: nonostante gli appelli e una maggiore consapevolezza della tragica situazione italiana, il 20 marzo le forze dell’ordine hanno denunciato 10.148 persone di cui 9.888 per aver violato quei decreti, cioè per essere usciti di casa senza motivo. In totale, dall’11 al 20 marzo sono state denunciate 72.080 persone. Non può continuare così.

Il primo sasso nello stagno è stato lanciato dal capo della Polizia, Franco Gabrielli, che ha definito “assolutamente insufficiente” l’articolo 650 del Codice penale e “ingiuriosi” i comportamenti di certi cittadini nei confronti del personale sanitario e di tutti coloro, a cominciare dalle forze dell’ordine, dalle forze armate e dalle polizie locali, che si impegnano 24 ore al giorno. Fin dal primo momento era parso chiaro che l’arresto fino a tre mesi o l’ammenda fino a 206 euro (e quest’ultima sarebbe la sanzione più probabile al termine dell’iter giudiziario) sarebbero stati come acqua fresca. Forse anche la politica comincia a rendersene conto se il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando, ex ministro della Giustizia, ne ammette la scarsa efficacia e perciò “va prevista una pesante sanzione amministrativa destinando i proventi all’emergenza”.

Sul Sole 24 Ore due docenti universitari, Massimo Bergami e Giovanni Leone, hanno proposto l’introduzione di uno specifico illecito amministrativo, magari limitato al divieto di spostamento, con una sanzione pecuniaria “di effettiva capacità di deterrenza”. Per esempio 3mila euro: alla contestazione delle forze dell’ordine il cittadino potrebbe ricorrere al giudice civile entro 30 giorni come nel caso di una normale contravvenzione al codice della strada, ma con il serio rischio di vedersi addebitate anche le spese legali in caso di rigetto del ricorso.

Il rischio di perdere davvero migliaia di euro ridurrebbe di colpo il numero di “atleti della domenica” o di chi inventa parenti anziani da accudire. Nelle imminenti nuove norme che il Governo si appresta a varare una simile ipotesi di illecito verrebbe accolta con soddisfazione dalla maggioranza degli italiani. Per molti, invece, sarebbe più doloroso di un lanciafiamme.

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