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Innovazione e Fintech. Ecco le sfide di Revolut

Revolut, la fintech con oltre 10 milioni di utenti nel mondo, ha raccolto mezzo miliardo di dollari in un round di finanziamento di Serie D, guidato dal fondo americano Tcv, portando così il totale degli investimenti raccolti a 836 milioni di dollari. La società è ora valutata 5,5 miliardi di dollari, tre volte rispetto ad aprile 2018. Formiche.net ne ha parlato con Elena Lavezzi, head of Southern Europe di Revolut.

Revolut ha portato un modo smart per gestire il denaro sul cellulare. Come funziona dietro le quinte?

L’obiettivo di Revolut è creare la prima vera piattaforma finanziaria globale accessibile via app e adatta a qualsiasi tipologia di necessità dei nostri utenti in termini di gestione del proprio denaro. Revolut offre diversi servizi per le molteplici necessità che le persone possono avere quando si tratta di gestire i propri soldi.

Ci spieghi meglio.

Revolut offre carte fisiche e virtuali (Visa e Mastercard) per pagare nei negozi, online o tramite Google Pay e Apple Pay e degli utili e semplici strumenti per il controllo e l’analisi del budget, che permettono alle persone di tenere traccia in modo efficace delle proprie spese. Si può poi usufruire dell’assicurazione di viaggio giornaliera o annuale e dell’accesso alle lounge aeroportuali (gratuite in caso di ritardo aereo) passando per gli investimenti in criptovalute o frazioni di azioni di titoli quotati su Nasdaq o Nyse. O ancora, si può donare ai nostri partner di beneficenza per supportare una causa benefica, senza soglia minima di donazione e senza alcuna commissione. È tutto accessibile da un’app semplicissima e intuitiva, con standard di sicurezza e personalizzazione estremamente elevati. Se volessimo semplificare, potremmo dire di essere una sorta di “carta prepagata molto evoluta”.

Nik Storonsky, fondatore e ceo di Revolut, ha dichiarato recentemente che il vostro focus sarà il lancio delle operazioni bancarie in Europa, con l’obiettivo di costruire una piattaforma finanziaria globale. Quali sono i piani futuri per l’Italia?

Abbiamo raggiunto i 400mila utenti in Italia, registrando una crescita significativa dalla scorsa estate, quando abbiamo creato il team locale e l’headquarter per il Sud Europa a Milano. Il nostro prodotto piace agli utenti italiani, che dimostrano interesse nei confronti delle innovazioni, ma anche nei confronti del fintech, soprattutto quando – come nel nostro caso – offre la possibilità di effettuare operazioni in modo semplice e risparmiando tempo e denaro. Pensiamo che il 2020 sarà un anno cruciale per la crescita di Revolut in Italia, anche per quanto riguarda l’evoluzione del prodotto stesso, sia retail sia business, ovvero quello dedicato alle aziende. Verranno entrambi arricchiti con nuove funzioni e servizi, sempre tenendo in considerazione la nostra priorità: rispondere in modo puntuale alle necessità degli utenti.

Il ministero dell’Economia ha pubblicato la bozza di regolamento Fintech in consultazione fino al 19 marzo, con l’obiettivo di favorire anche in Italia la sperimentazione delle attività finanziarie attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie. Quali potrebbero essere le istanze principali delle Fintech al governo?

Quanto sta accadendo è positivo perché l’effetto sarà quello di favorire i processi di innovazione in ambito fintech in Italia e ciò potrebbe non rendere più necessaria, come avviene spesso ancora oggi, la “fuga” di alcune fintech italiane all’estero per poter crescere. Allo stesso tempo ciò creerebbe le basi per un ecosistema competitivo, capace finalmente di attrarre capitali e altri player esteri. Per fare in modo che i risultati siano utili e realmente efficaci, penso sia importante puntare a flessibilità e snellimento burocratico, a un adattamento delle dinamiche istituzionali in accordo con i processi rapidi e scalabili delle fintech, all’apertura nei confronti di un adattamento della normativa che tenga in considerazione quanto e come i player del fintech lavorino e crescano in modo diverso dalle realtà tradizionali, dovendo rispondere a esigenze differenti – in termini di utenza e mercato – rispetto a quelle a cui eravamo abituati fino a qualche anno fa.

 

 

 


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