In questi giorni abbiamo visto immagini probabilmente storiche: cortei militari russi muoversi per l’Italia come parte di una missione voluta dal ministero della Difesa russo per sostenere il governo di Roma nel fronteggiare l’epidemia di coronavirus SarsCoV2. C’è stata una riunione di pianificazione nella Foresteria Militare della Difesa, nella capitale italiana, con ufficiali italiani e russi di alto livello fotografati a discutere di spostamenti davanti alle mappe.
Se n’è molto parlato, e tuttora si continua a farlo anche perché venerdì la Stampa – uno dei giornali che hanno sollevato dubbi sulla missione, come fatto tra i primi da Formiche.net – ha pubblicato un’inusuale lettera aperta inviata al direttore dall’ambasciatore russo in Italia, Sergei Razov, secondo cui il giornale “non avrebbe dovuto disorientare gli stimati lettori in merito alla vera reazione dei vertici ufficiali italiani alle attività della Russia” – la Stampa aveva scritto, tramite fonti governative italiane, che “l’80% degli aiuti russi sarebbe totalmente inutile o poco utile“.
Germano Dottori, docente di Studi strategici della Luiss Guido Carli di Roma, ha analizzato con Formiche.net la situazione partendo da quello che è il dubbio centrale sulle perplessità: che tipo di soft power si sta provando ad esercitare in questo momento in Italia? “In questo momento è in atto una competizione molto serrata tra le maggiori potenze mondiali per ridefinire le rispettive influenze a Roma. Gli Stati Uniti sono attivi, ma non molto visibili, sia perché la lotta politica interna all’America li distrae, sia perché il loro appeal presso i media italiani è attualmente molto basso per tutto un insieme di circostanze. La Cina sta invece conquistando posizioni significative e chi la critica è spesso oggetto di pressioni rilevanti: in presenza di articoli sgraditi o post giudicati ostili, Pechino e coloro che simpatizzano per la Repubblica Popolare si mobilitano a vari livelli”.
Un aspetto molto interessante della visione di Dottori riguarda il collegare la partita della Russia con quella sugli aiuti giocata forte dalla Cina e più discretamente dagli Stati Uniti. Qual è il link? “Non è da escludere che gli Stati Uniti siano stati morbidi nei confronti dell’intervento russo in Italia in quanto diretto a contrastare la Cina, più che ad allontanare l’Italia dalla Nato. Se fosse così, gli americani avrebbero ragione per due motivi: gli stessi russi hanno dichiarato per bocca del portavoce presidenziale Peskov che all’Italia non sarà chiesto neanche di rivedere la posizione sulle sanzioni, che per loro è una specie di minimo sindacale. Inoltre, non va dimenticato che a gestire l’intervento russo in Italia è il ministero della Difesa, in assoluto l’amministrazione del nostro Paese più vicina a Washington”.
Per quanto noto a Formiche.net, i militari russi si muovono in abbinamento ad altri soldati italiani: sono tutt’altro che liberi di spostarsi se non sotto il coordinamento assicurato dal nostro Esercito. Ci sono stati contatti della Difesa anche con gli Usa? “Funzionari ben informati, in condizioni di anonimato, hanno fatto sapere con discrezione che gli Stati Uniti sono stati preavvertiti. E non si ha notizia di loro reazioni particolarmente irritate, almeno per adesso”.
È possibile che la Russia stia sfruttando questa situazione come una grande operazione internazionale di pr, ma allo stesso tempo dietro potrebbe esserci anche qualcosa di più tecnico. Una considerazione che segue l’analisi dello schieramento inviato, soprattutto in termini di esperti. C’è qualche motivo per pensare che i russi siano impegnati anche nello studio del ceppo Italiano del virus, nonostante sia stato isolato e messo a disposizione della comunità scientifica? “Sono gli stessi organi d’informazione russi che pubblicano in italiano a farlo sapere. Mosca possiede il genoma del ceppo cinese. I suoi specialisti tenteranno di capire direttamente se in Italia sia presente una variante diversa, anche per predisporsi a proteggere la Federazione Russa da una eventuale propagazione di una nuova sorgente d’infezione. Quella russa è quindi a tutti gli effetti anche una fact finding mission. Se invece sospettano che l’Italia sia stata colpita da un atto di bioterrorismo o biowarfare, non lo sapremo mai”.
E dunque, quale e quanto significato dare a questa mossa di Vladimir Putin, a cui non si può certo contestare il successo di ottenere ottimi risultati con sforzi minimi, ma ben pubblicizzati? “Al Cremlino nessuno crede verosimilmente di poter sfidare gli Stati Uniti in Italia, ma Putin si è accorto della crescente fascinazione degli italiani per Xi, la cui potenza teme anche per il futuro della Russia. E si muove quindi di conseguenza, probabilmente senza che ciò disturbi più di tanto gli Usa, che ora non hanno moltissimi asset fisici da mobilitare, ma si accingono a mettere in campo imponenti misure economiche, in particolare tramite la Federal Reserve che ha siglato accordi che garantiranno anche alla BCE delle linee di rifinanziamento a costi irrisori”.
È una lettura ampia che Dottori ha elaborato nel libro “La visione di Trump” (Salerno Editrice, 2019): “Sì, tutto ciò è perfettamente coerente con la visione di Trump, che non considera la Russia un global challenger in grado di impensierire davvero Washington e ritiene l’economia statunitense la vera arma assoluta dell’America”.