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Ecco i numeri che fanno tremare Trump. -12,7% del Pil Usa secondo S&P

Per chi avesse ancora dei dubbi l’economia americana pagherà un prezzo piuttosto alto a causa del coronavirus. Non che il presto del mondo se la passi meglio, anzi (la Cina lascerà sul terreno il 42% della ricchezza). Ma secondo le stime diffuse oggi da Standard&Poor’s, nel secondo trimestre dell’anno il Pil Usa registrerà una caduta rovinosa del 12,7%, per poi riprendersi gradualmente fino alla fine dell’anno, toccando il -1,3%. Certo, non sono i dati devastanti diffusi pochi giorni fa da Goldman Sachs, che nel secondo trimestre dell’anno stimavano un crollo del Pil di addirittura il 24%. Ma poco ci manca.

“La fase di espansione economica più lunga nella storia degli Stati Uniti”, spiega Standard&Poor’s, è terminata bruscamente: la maggiore economia al mondo è caduta in recessione. Le ripercussioni sul Pil saranno molto più gravi di quanto pensato”. Di qui un paragone che fa un po’ paura. “Guardando a ritroso questa recessione improvvisa si sta avvicinando quasi alle perdite economiche durante la Grande Recessione, ma in un arco di tempo molto più breve”, ha commentato Beth Ann Bovino, capo economista S&P.

Proprio ieri era giunto un brutto, bruttisimo segnale dal mercato del lavoro americano. Lo tsunami del coronavirus si è abbattuto sul mercato del lavoro Usa, e lo dimostrano i quasi 3,3 milioni di lavoratori che hanno fatto richiesta di sussidi di disoccupazione nell’ultima settimana terminata il 21 marzo. Un esercito senza precedenti nella storia moderna degli Stati Uniti, cinque volte tanto il precedente massimo storico di 695 mila che risale all’ottobre del 1982. Per fare un paragone, nel mese di marzo 2009, in piena Grande Recessione, le domande presentate si erano attestate a quota 665.000. Ben al di sotto dei livelli attuali.

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