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Altro che diavolo… Ecco come Big Pharma sta aiutando l’Italia (grazie!)

Di Alessandra Micelli e Valentina Cefalù

Nei giorni scorsi, nel pieno dell’emergenza Covidi-19 e a fronte all’offensiva mediatica che investe in pieno il nostro Paese per l’arrivo di forniture e personale medico dalla Cina, non è mancato il sostegno degli Stati Uniti, dalle aziende private, alle Ngo fino all’amministrazione americana. Ricordiamo le donazioni di Coca Cola, l’ospedale da campo messo a disposizione da Samaritan’s Purse, gli aiuti per il policlinico Gemelli di Roma da parte dell’organizzazione no profit Us Charitable Trust e ancora il supporto dell’Esercito Usa e il messaggio di vicinanza del segretario di Stato, Mike Pompeo.

Il timore che la “Via della Seta della Salute” possa fungere da apripista per un ulteriore radicamento del Dragone in Italia – con tutte le incognite securitarie del caso – non ferma la storica amicizia che lega da sempre Italia e Stati Uniti. Oggi è la volta dell’industria farmaceutica, che come dichiarato da Giovanni Caforio, presidente e ceo di Bristol-Myers Squibb, “conferma il sostegno delle società biofarmaceutiche americane agli operatori sanitari e agli scienziati che combattono in prima linea per debellare l’epidemia di coronavirus a livello globale”. Oltre ad applicare le competenze scientifiche per trovare modi per diagnosticare, trattare e prevenire le infezioni da virus, l’industria biofarmaceutica fornisce supporto finanziario e donazioni in natura alle organizzazioni e collabora con le autorità sanitarie globali per combattere questa emergenza sanitaria pubblica.

BMS – PIÙ MASCHERINE PER L’ITALIA

Il supporto di Bristol-Myers Squibb con la donazione di mascherine alle strutture sanitarie nella regione Lombardia, è stato prezioso. A questo, si è aggiunta la donazione da parte della farmaceutica con sede a New York di un milione di dollari alla Croce rossa italiana, da devolvere alle strutture lombarde maggiormente in affanno.

BIOGEN – 10 MILIONI DI DOLLARI PER LE COMUNITÀ COLPITE

Fondazione Biogen, legata alla multinazionale fra le prime aziende di biotecnologie al mondo – la Biogen, appunto – ha destinato 10 milioni di dollari a supporto delle comunità colpite dalla pandemia di Covid-19, parte dei quali saranno canalizzati in Italia. L’azienda sosterrà la Croce rossa italiana con una donazione per far fronte all’emergenza in corso, da destinare ai soggetti che ne hanno maggiore bisogno. L’impegno dell’azienda è volto anche al sostegno delle associazioni di pazienti nelle aree terapeutiche in cui opera. “Abbiamo un forte senso di responsabilità sociale. Dare una mano in questo momento ci riempie il cuore”, ha detto l’ad Giuseppe Banfi.

PFIZER – 2,5 MILIONI DI DOLLARI IN FARMACI GRATUITI

Pfizer ha invece deciso di impegnarsi con una fornitura gratuita di farmaci per un valore di circa 2,5 milioni di euro, con particolare riferimento ad antibiotici, steroidi, antifungini, dopamina e vaccini, che possono essere indicati nella prevenzione e gestione di alcune complicanze nei pazienti colpiti da coronavirus. “Siamo un’azienda farmaceutica che si impegna da sempre per garantire che i farmaci più innovativi raggiungano i pazienti. Considerando la gravità della situazione sanitaria italiana, colpita da numerosi casi di Covid-19, abbiamo deciso di dare una mano attraverso i nostri farmaci”, ha detto a Formiche.net Paivi Kerkola, nuovo amministratore delegato di Pfizer Italia. La casa farmaceutica si sta inoltre adoperando per garantire la consegna a domicilio di farmaci essenziali per il trattamento di alcune patologie, ad esempio, nell’ambito delle malattie rare, in collaborazione con un centro della Regione Lombardia, a favore dei pazienti con emofilia.

GILEAD SCIENCES – FORNITURE GRATUITE DI REMDESIVIR, ANTIVIRALE CONTRO IL COVID-19

Gilead sciences, società americana di biotecnologia che focalizzata in particolar modo sui farmaci antivirali, donerà due milioni di euro per l’emergenza Covid-19. L’aiuto, già avviatosi, si struttura in tre diramazioni: la fornitura di alcune centinaia di trattamenti di Remdesivir, antivirale messo a punto per trattare Ebola, Sars e Mers e che sembra poter funzionare anche per il trattamento del nuovo coronavirus; la donazione di 1,5 milioni di euro alle strutture sanitarie italiane che saranno gestiti e redistribuiti dalla Protezione civile e 500mila euro per le associazioni di pazienti che hanno bisogno di fondi per continuare la propria attività in questo momento di emergenza.

GE HEALTHCARE – L’IMPORTANZA DEGLI APPARATI RADIODIAGNOSTICI

Azienda leader mondiale nella tecnologia medica, pur non essendo direttamente coinvolta nella fornitura di farmaci per il contrasto al nuovo coronavirus, ha deciso di dare il proprio contributo con il supporto della Fondazione Francesca Rava – NPH Italia Onlus e ha donato al Policlinico di Milano un ecografo per la terapia intensiva e donerà, nel corso dei prossimi giorni, ventilatori, flussometri, videolaringometri per intubare, letti di terapia intensiva, sistemi di monitoraggio dei parametri vitali e apparecchi digitali per radiografie al posto letto. “Siamo onorati di partecipare e contribuire, direttamente e indirettamente, ad iniziative no-profit. La diagnostica per immagini gioca un ruolo chiave nel percorso del paziente affetto da Covid-19” ha commentato Antonio Spera, amministratore delegato di GE Healthcare Italia.

ELY LILLY – UN MILIONE DI INSULINA

La fondazione Lilly, legata alla farmaceutica Eli Lilly – prima azienda a commercializzare l’insulina nel 1923 e fra i primi distributori di insulina al mondo – ha deciso di donare un milione di euro di insulina prodotta nell’hub biotecnologico con sede in Toscana. Il composto salvavita per le persone con diabete sarà reso disponibile gratuitamente agli ospedali italiani secondo le modalità di distribuzione indicate dalle istituzioni. “La collaborazione fra la sede italiana e la casa madre in questo momento è massima”, ha confermato a Formiche.net Concetto Vasta, direttore Public affairs della multinazionale americana e direttore generale della Fondazione Lilly. A ciò si aggiunge la possibilità per i dipendenti di Eli Lilly di devolvere le proprie ore di lavoro – cifra raddoppiata dalla casa farmaceutica – alla Protezione civile.

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