L’Italia e le sue imprese ce la faranno. Nell’ora più buia del nostro Paese e del nostro sistema industriale, Daniele Vaccarino, presidente della Cna nazionale, la Confederazione degli artigiani, prova ad accendere una piccola e flebile luce.
CE LA FAREMO
“La mia opinione e quella della Cna tutta è che le imprese ce la faranno, anche se non sarà facile. Pur essendo un sistema che cresceva poco fino al 2019 il nostro, abbiamo le caratteristiche per vincere, perché siamo solidi. Il momento è drammatico, sia chiaro, ma sono sicuro che ci sarà uno scatto dopo. Eravamo già in leggera ripresa, c’è un’interruzione di questa ripresa, nel momento in cui tale criticità è superata, ci sarà un rimbalzo di questo sono sicuro. Non dimentichiamoci mai e poi mai che siamo la seconda manifattura d’Europa e questo non lo si può cancellare”.
ITALIA BRAVA SULLA TRASPARENZA
Detto questo, secondo Vaccarino, “c’è da essere moderatamente ottimisti, anche se dobbiamo capire quando l’emergenza finirà. La risposta messo fin qui in campo dal governo ci è parsa l’unica possibile. L’operazione trasparenza tanto per cominciare è stata sacrosanta perché ha permesso di mettere subito a fuoco il problema. Già oggi non è un caso che oggi veniamo indicati come il Paese che ha affrontato meglio l’emergenza coronavirus. Ora quello che è davvero complesso l’intervento per l’economia, su cui serve uno sforzo maggiore. Uno sforzo che dovrebbe andare soprattutto in direzione della sanità, che sta sopportando un peso non indifferente. Abbiamo visto nei giorni scorsi misure per i mutui, per le tasse. Bene, ma non basta. Ora serve qualcosa in più”.
L’EUROPA CI AIUTI
“Adesso tocca all’Europa”, chierisce Vaccarino. “Non abbiamo finora visto misure risolutive, ma solo tampone. Ora le imprese vanno sgravate sì, ma credo che oltre alla linea di galleggiamento, dobbiamo fare richieste precise, anche all’Europa che deve darci maggiore flessibilità. Sicuramente i dieci miliardi di flessibilità garantiti finora non sono sufficienti per un’emergenza di questo tipo. Tutto quello che riusciremo a ottenere dovremo dirottarlo sul Sistema sanitario, ma dobbiamo convincerci di un fatto: gli interventi da ora in avanti dovranno essere drastici o questo Paese non uscirà da questa crisi. Ne verrà fuori, come ho detto ma tardi. Non vorremmo che accadesse”.