In arrivo. Il decreto Aprile, il provvedimento che dovrebbe sancire l’avvio dell’ormai famosa Fase 2, è ormai alle battute finali. Dopo il decreto Cura Italia per la Cig e quello relativo alla liquidità alle imprese, basato sulle garanzie pubbliche sui prestiti erogati, lunedì si dovrebbe tenere il Consiglio dei ministri per la richiesta di scostamento del deficit al Parlamento (le risorse messe in campo dal governo nono sono fresche, ma in disavanzo), mentre il decreto aprile dovrebbe essere varato alla fine della prossima settimana. Il timing lo ha fornito questa mattina il sottosegretario all’economia, Pier Paolo Baretta, nel corso di una conferenza stampa.
Si parte dalle risorse: 3 miliardi a fondo perduto per i comuni, insieme a un aumento del bonus da 600 a 800 euro e la proroga della Cassa integrazione e reddito di emergenza. “Ieri pomeriggio si è tenuto un incontro tra il ministro Gualtieri e i rappresentanti di Anci e Upi – ha riferito Baretta – ed è stato ipotizzato uno stanziamento di 3 miliardi che verrà inserito nel decreto aprile che pensiamo venga deficito alla fine della prossima settimana”.
Per il sottosegretario al Mef, “si tratta di una cifra importante, significativa ma non definitiva: è previsto un monitoraggio non solo per la distribuzione ma per capire se la cifra sarà sufficiente per compensare le minori entrate per tributi e tariffe e le maggiori spese per gli inerventi per il coronavirus. Tre miliardi per i comuni a fondo perduto, signifca una boccata di ossigeno”.
Al capitolo Cig, Baretta ha spiegato che “ci sarà certamete un allungamento del periodo. Non abbiamo ancora deciso il numero delle settimane che è collegato ai tempi della ripartenza ma certamente ci sarà un allungamento della cig e la trasformazione dei 600 euro in 800”. Nel decreto Aprile “c’è poi la costituzione di reddito di emergenza che riguarderà quella fascia di popolazione che si trova senza entrate, senza reddito e senza ammortizzatori sociali”.
Su questa voce, Baretta ha voluto fare delle precisazioni: devono ancora essere definite modalità di erogazione e risorse. “Ci sono diverse opionioni su chi lo dovrà erogare. La mia è netta ed è che devono essere i comuni ma ci sono opinioni diverse nel governo, ci sono competenze diverse col ministero del Lavoro e con l’Inps. Anche le cifre non sono ancora definite, in qualche intervista la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo ha parlato di 3 miliardi ma dipenderà dalla valutazione della platea”.