Italia al bivio in Ue? Se lo chiede il Financial Times con una long-read dedicata al braccio di ferro fra Roma e Bruxelles sui coronabond. “Mentre l’Italia fa fronte alla sua più grave crisi dalla Seconda Guerra Mondiale, con più di 15.000 morti di coronavirus e la sua economia che si accinge a soffrire la più grave recessione della storia moderna, c’è un forte presentimento anche nella sua élite europea che il Paese è stato abbandonato dai suoi vicini”, scrive il quotidiano finanziario d’Oltremanica.
“Molti a Roma temono ora che, se non sarà presa un’azione decisiva dai Paesi nordeuropei, ci sia il rischio che l’Italia volti per sempre le spalle al progetto europeo”. Un rischio che è stato già ventilato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, quando dal suo studio al Quirinale ha lanciato un appello alle istituzioni Ue e ai partner europei: “Mi auguro che tutti comprendano appieno, prima che sia troppo tardi, la gravità della minaccia per l’Europa”.
E se non bastassero le parole del Capo dello Stato, ci pensa un sondaggio di Tecné rilanciato dal Financial Times a sgombrare il campo dai dubbi: “Il 67% degli intervistati ha detto di ritenere che far parte dell’Unione sia uno svantaggio per il suo Paese, rispetto al 47% del novembre 2018”.
Non sfugge allora la portata della riunione dell’Eurogruppo di questo martedì che dirà una parola definitiva sul capitolo coronabond. Finora, complice anzitutto l’ostruzionismo di Germania e Olanda, “le aspettative dei Paesi sud-europei di una rapida dimostrazione di solidarietà dal resto dell’Ue all’inizio della pandemia non sono state soddisfatte, anche se l’Ue ha poi aumentato la sua assistenza, inclusi gli aiuti finanziari e l’equipaggiamento”.
Né deve sorprendere l’ostilità di Berlino ai coronabond. Nel 2012 avevano un altro nome, eurobond, e la cancelliera Angela Merkel li ripudiava allo stesso modo, ricorda il giornale inglese. “Anche allora, molti Paesi sud-europei vedevano negli eurobond una potenziale soluzione. Ma Merkel si è sempre opposta, e nel 2012 arrivò a dichiarare che non ci sarebbero stati strumenti simili “finché sarò viva”. Per la cancelliera e la sua Cdu, i trattati Ue erano sacri: e questi vietano espressamente la mutualizzazione del debito”.
Dai coronabond al Fondo salva Stati (Mes), in ballo questo martedì c’è qualcosa di più di semplici tecnicismi. “Se la discussione su quali strumenti finanziari possano essere usati per aiutare l’Italia è tecnica, il tono del dibattito è divenuto molto emotivo nei Paesi sud-europei così come al Nord, dove l’Olanda si è schierata con la Germania contro i coronabond”, scrive il Financial Times.
E non è un caso che la destra italiana, da Matteo Salvini a Giorgia Meloni, stia beneficiando delle reticenze europee. “La crisi ha rinforzato i politici della destra italiana che percepiscono la sensazione che il Paese si stia allontanando da Bruxelles, e che divenga sempre più tedesco”. È un sentimento che si fa sempre più trasversale. E suona un campanello d’allarme per la tenuta del progetto europeo.