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Su lavoro e coronavirus gli Usa battono l’Europa. Firmato Confindustria

Europa contro Stati Uniti, chi ha fatto meglio nella tutela dei lavoratori contro il coronavirus? Secondo Confindustria, sembra proprio che il Vecchio Continente abbia perso la partita con gli Usa. Il Centro studi di Viale dell’Astronomia, ha effettuato un confronto tra Europa e Stati Uniti sull’approccio alla salvaguardia dei lavoratori nell’ambito dell’emergenza coronavirus. Ecco cosa è emerso.

QUI EUROPA

Il 9 aprile l’Eurogruppo ha dato il via libera al Sure, che, una volta approvato dal Consiglio europeo e implementato, fornirà prestiti (per un valore complessivo fino a 100 miliardi) a condizioni agevolate agli Stati membri che adottino misure fiscali a sostegno dell’occupazione, quali il potenziamento di programmi di integrazione salariale in caso di riduzione degli orari di lavoro, come la Cassa integrazione guadagni in Italia.

Bene, anzi no. Perché secondo Confindustria, questo schema è vulnerabile. “Il punto debole della strategia europea appare quello della natura, dell’entità e della tempistica delle risorse messe in campo con il meccanismo Sure”, chiariscono gli Industriali. “I fondi trasferiti ai Paesi membri saranno prestiti che peseranno sul loro futuro bilancio pubblico, fino a quando non saranno restituiti. Tale indebitamento condizionerà, quindi, le risorse che quegli Stati potranno utilizzare nella fase della ricostruzione post-pandemia”.

Non è tutto. Gli Stati membri dell’Ue, potranno sì beneficiare di assistenza finanziaria per un totale di 100 miliardi di euro”, ma si tratta di “un ammontare ben al di sotto delle risorse stanziate negli Usa per il potenziamento dell’assicurazione contro la disoccupazione”.

QUI STATI UNITI

E veniamo agli Usa. Il 27 marzo il presidente americano, Donald Trump, ha firmato il Coronavirus Aid, Relief, and Economic Security Act (Cares), un pacchetto emergenziale di 2,3 trilioni di dollari (pari all’11% del Pil Usa), il più ampio della storia americana, di cui oltre 250 miliardi volti a estendere durata, generosità e platea del sistema di Unemployment Insurance, pensato per sostenere la capacità di spesa delle famiglie anche in caso uno o più componenti abbiano perso il lavoro a causa della crisi.

Bene, secondo Confindustria, se le risposte di politica economica di Stati Uniti e Unione europea sono confrontate rispetto alla loro capacità di sostenere i redditi delle famiglie, “quella americana domina sotto svariati aspetti, sicuramente per entità e immediatezza”. Tanto per cominciare, “le estensioni dei sussidi di disoccupazione sono generose (l’assegno aumenta di 600 dollari a settimana e la durata di due mesi) e immediatamente operative”.

La conclusione è la seguente: i 260 miliardi di dollari stanziati dal Cares act Usa sono immediatamente disponibili per il finanziamento dei sussidi di disoccupazione erogati dai sistemi statali. La messa in opera del Sure made in Ue, al contrario, ha tempi incerti, sia per la necessaria previa l’attivazione formale del meccanismo a livello europeo sia per l’iter previsto per l’approvazione dei singoli prestiti. Stati Uniti battono Europa.



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