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Coronavirus, sta andando peggio del previsto ma… Il commento di Giannuli

Inizialmente tutti abbiamo pensato ad una infezione con un decorso di 14 giorni in media, per paziente, con un tasso di letalità del 3% ed un tasso di infettività R0 basso o, al massimo, medio basso in confronto ad altre epidemie. Per cui, era convinzione condivisa che il ciclo, in ciascun Paese, sarebbe stato di un paio di mesi al massimo, prima dell’esaurirsi dell’ondata. E, inoltre, si riteneva che il contagio si sarebbe esteso al mondo in tempi decisamente più lenti.

Il tutto, sulla base di quello che sapevamo dell’andamento dell’epidemia in Cina, dove l’epidemia sembrava esplosa a gennaio (fine gennaio secondo le dichiarazioni ufficiali, ma primi gennaio secondo le informazioni rapidamente circolate), il tasso di letalità era, appunto, del 3% e quello di infettività non superava di molto 1.

Poi abbiamo scoperto che i primi casi sono di inizi dicembre se non fine novembre; i deceduti ed i contagiati sono decisamente molti di più di quelli dichiarati, per cui la letalità è stata ben più alta del 3% ed il tasso di infettività oltre il 2 del fattore R0. Ed il ciclo non è stato di due ma di quattro mesi almeno.

Nessuna delle ottimistiche previsioni iniziali si è avverata e le cose volgono decisamente al peggio.

In primo luogo l’infettività è maggiore: se in Cina il coronavirus avrebbe infettato 80.000 persone su una popolazione di 50 milioni di abitanti (quelli dell’Hubei, ammesso che la quasi totalità dei contagiati sia stato in quella regione), in Italia siamo intorno ai 120.000 casi su una popolazione di poco superiore (e siamo ancora nel pieno della tempesta), siamo stati superati dalla Spagna che ha quasi 47 milioni di abitanti (e l’epidemia è iniziata dopo l’Italia), negli Usa, in meno di due settimane i casi sono più di 250.000. Quanto alla letalità l’Italia ha superato il 10% e la Spagna si avvicina all’11%. È andata meglio in Giappone, dove per ora i casi sono un po’ più di 3.000 (ma si teme una seconda ondata), ed in Corea del sud con 10.000 casi (ma anche lì si temono riprese). Quel che è peggio è che India, Africa e Russia sembrano appena all’inizio del ciclo.

Allora, come si suol dire in questi casi: se tanto mi dà tanto, qui le cose si mettono molto male ed occorre rivedere al peggio tutte le previsioni: il ciclo medio per ciascun paese è verosimilmente di 4 mesi, il tasso di infettività è ben più che doppio rispetto a quello stimato inizialmente e la letalità è più che tripla. Già queste sono cose poco consolanti, ma poi occorre considerare le molteplici ricadute economiche, sociali, psicologiche ecc. Ad esempio, l’Organizzazione Mondiale per il Lavoro aveva calcolato in 25 milioni di posti di lavoro persi l’impatto occupazionale della pandemia, ma già adesso, nei soli Stati Uniti i posti “bruciati” sono 10 milioni. Non c’è bisogno di nessun Mago Indovino per dedurre che la flessione del Prodotto Lordo Mondiale, in queste condizioni andrà molto oltre le modestissime previsioni iniziali e supererà il 5% complessivo.

Insomma prepariamoci al peggio e senza calcolare il rischio dell’effetto “staffetta” ed una possibile seconda ondata. Le speranze sono appuntate al rapido ritrovamento di un vaccino e, proprio in queste ore, si parla di un vaccino negli Usa che potrebbe essere messo in circolazione già fra 5 mesi. Molto meno dei 18 inizialmente previsti.

Qualche volta le previsioni sbagliate non sono solo quelle negative…



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