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Pagare i debiti della Pa e azzerare gli acconti fiscali delle aziende. La proposta di Garavaglia (Lega)

L’ex sottosegretario all’economia Massimo Garavaglia rivendica la primogenitura leghista di molte misure varate dal governo. In particolare l’anticipazione della cassa integrazione da parte delle banche. Spera che sulla liquidità alle imprese prevalga la linea del ministro Patuanelli piuttosto che quella di Gualtieri. E per il prossimo decreto, spiega, il partito di Matteo Salvini ha già pronte altre proposte.

Il questi giorni di cabina di regia quale è stato il punto chiave della trattativa per la Lega?

Garantire liquidità alle aziende, soprattutto quelle piccole. La nostra posizione è nota, garanzia diretta per il 100 per cento del prestito, lasciando alle banche solo l’erogazione. Se si entra nel loop del merito creditizio si rischia di bloccare tutto e vanificare l’operazione.

Nei giorni scorsi il ministro dello Sviluppo ha fatto riferimento a garanzie statali per il 100% del credito…

Il punto è quello, il ministero dello Sviluppo spinge in questa direzione, mentre il dicastero dell’Economia insiste per una percentuale inferiore. La prima posizione è aderente alla realtà, la seconda rischia di mettere in difficoltà un sacco di aziende. Aspettiamo di capire con i testi definitivi, la percentuale e per quale platea di aziende è veramente così. Speriamo che siano incluse le partite Iva, senza fronzoli. Magari introducendo dei limiti di erogazione del credito garantito. Ma che sia una procedura automatica e senza burocrazia, altrimenti è una catastrofe.

Come potrebbe funzionare il limite di credito?

Fino a un certo importo del prestito si garantisce automaticamente il 100 per cento, sopra resterebbero le procedure normali. Ad esempio, per i piccoli fino a 30 mila euro prestito automatico, sopra servirebbero garanzie. Peraltro si faciliterebbe enormemente il lavoro delle banche che dovrebbero attivare le procedure di verifica per un numero limitato di aziende.

Tra le vostre richieste ci sono anche quelle sui debiti della pubblica amministrazione…

Noi abbiamo chiesto cose semplici. Oltre alla liquidità senza burocrazia per il maggior numero possibile di aziende, vogliamo che lo Stato faccia lo Stato. Ci sono 37 miliardi di debiti della pubblica amministrazione certificati e non erogati. Devono essere pagati. Ci sono crediti fiscali, oltre 4 miliardi. Devono tornare ai contribuenti oppure si preveda una compensazione immediata e senza intralci tra crediti e debiti fiscali. Poi chiediamo l’anno bianco.

Cioè?

Quest’anno non ha senso fare pagare gli acconti. Saranno pochissime realtà quelle che faranno utili, che senso ha chiedergli degli anticipi? Poi abbiamo chiesto di tornare alla vecchia versione della flat tax per le partite Iva. Il nuovo governo ha messo dei paletti che ora non hanno senso. Abbiamo bisogno che la gente torni a investire in se stessa.

Se il governo non dovesse accogliere le vostre richieste che atteggiamento avrete in sede di conversione del decreto?

Intanto vediamo le carte. Comunque continueremo ad avere un atteggiamento ragionevole, prudente e propositivo. Le poche cose buone che hanno fatto, come l’anticipo bancario della cassa integrazione, sono nostre proposte. Vero che a un certo punto ci si può anche stufare di fare da consulenti al governo e poi diventare il bersaglio di polemiche immotivate. Però un’altra consulenza gratuita la possiamo concedere…

Tema?

Oggi sul Sole 24 ore si chiede la sospensione dell’ammortamento (la spesa per investimenti diluita nel tempo che finisce nel conto economico delle aziende, ndr). Misura a costo zero per lo Stato che migliorerebbe i bilanci delle aziende dal punto di vista civilistico. Peraltro sospenderla milioni di liquidità anche a beneficio delle aziende ospedaliero. Cassa che in questo momento è oro colato.



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