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Earth day 2020. Perché è l’anno cruciale per la lotta al climate change

La Terra questa mattina si sarà certamente svegliata respirando una boccata d’aria più pulita per festeggiare al meglio il suo 50° compleanno. E anche se le ragioni di questa ventata d’aria fresca vanno ricercate nella pandemia da coronavirus, che ha fermato ogni attività dell’uomo in tutto il mondo, resta da cogliere l’occasione per una riflessione di tutti gli abitanti del pianeta sulla necessità della conservazione delle risorse naturali e la sopravvivenza di tutte le specie viventi che lo popolano, l’uomo in primis. Questo è lo spirito della “Giornata Mondiale della Terra”,  istituita dalle Nazioni Unite nel 1970: tutti, a prescindere da dove viviamo, di che colore siamo, di quanti soldi abbiamo, hanno diritto ad un ambiente sano e sostenibile. Lo stesso spirito che animò milioni di cittadini americani che, rispondendo all’appello del senatore democratico Gaylord Nelson, manifestarono quel 22 aprile del 1970 a difesa del pianeta.

E per la prima volta, quest’anno, al tempo della quarantena per il coronavirus, tutti in collegamento on line per “chiedere ai leader di prendere sul serio la scienza, ascoltare la loro gente e spingere all’azione a tutti i livelli della società per fermare la crescente ondata del cambiamento climatico”. Quest’anno infatti il tema della giornata riguarda i cambiamenti climatici che “rappresenta la più grande sfida per il futuro dell’umanità”. Alla Conferenza delle Parti delle Nazioni Unite, tenutasi a Parigi del 2015, praticamente tutte le nazioni hanno concordato di voler mantenere l’aumento della temperatura media globale al di sotto dei 2°C. A Madrid, lo scorso anno è stata un’occasione mancata, non essendo stato trovato alcun accordo. A causa della pandemia in corso, lo scorso primo aprile è stato deciso di rinviare la Conferenza delle Parti (COP26) prevista quest’anno a Glasgow.

Eppure il 2020 è un anno cruciale per la lotta ai cambiamenti climatici. Tutti gli Stati che hanno sottoscritto l’Accordo di Parigi dovranno presentare il Piano nazionale sugli  gli interventi da mettere in atto per dare attuazione all’accordo. E, come è stato ricordato dal Segretario Esecutivo per i Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite, se “il Covid-19 è oggi la minaccia più urgente per l’umanità, i cambiamenti climatici sono la più grande minaccia per l’umanità a lungo termine”. Gli scienziati avvertono che, in mancanza di interventi urgenti, il riscaldamento globale rischia di superare i 2°C entro il 2060 e addirittura spingersi fino a raggiungere i 5°C entro la fine del secolo. Questo aumento della temperatura globale avrebbe un impatto devastante sulla natura. “Temperature più elevate ed eventi metereologici più intensi, scrive la Commissione Europea, comporteranno costi enormi per l’Ue che intende contribuire a limitare il riscaldamento del pianeta ben al di sotto dei 2°C”.

Per realizzare questi obiettivi l’Unione Europea “ha sviluppato il sistema di scambio di quote di emissioni (Eu Ets), che punta a ridurre le emissioni di gas a affetto serra, in particolare quelle delle industrie ad alta intensità energetica e delle centrali elettriche. Nei settori dell’edilizia, dei  trasporti e dell’agricoltura sono stati fissati obiettivi nazionali di emissioni nel quadro del regolamento sulle condivisioni degli sforzi”. La revisione della direttiva sulle quote di scambio per il dopo 2020 costituisce un importante passo avanti per conseguire l’obiettivo di “ridurre di almeno il 40% le emissioni di gas a effetto serra entro il 2030, come convenuto nel “quadro 2030″ dell’Ue per il clima e l’energia e per adempiere agli impegni assunti con l’Accordo di Parigi”.

A livello globale, lo stesso anno della sottoscrizione dell’Accordo di Parigi (2015), Le Nazioni Unite hanno dato vita all'”Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile”, “un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto dai governi di 193 Paesi”. Il Programma ingloba 17 obiettivi che vanno dalla lotta ad ogni forma di povertà (obiettivo 1) al porre fine alla fame nel mondo (obiettivo 2) e assicurare la salute e il benessere per tutti e per tute le età (obiettivo 3). E poi istruzione e opportunità di apprendimento per tutti; uguaglianza di genere ed emancipazione per tutte le donne; disponibilità di acqua pulita e strutture igienico-sanitarie; energia pulita e accessibile; lavoro dignitoso e crescita economica sostenibile; innovazione e industrializzazione responsabile; città e comunità sicure e inclusive; consumo e produzioni responsabili; lotta al cambiamento climatico; conservazione dei mari e delle risorse marine; protezione dell’ecosistema terrestre; rafforzamento mondiale dello sviluppo sostenibile.

In una nota pubblicata in occasione di questa giornata il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ricorda la determinazione che occorre mettere in campo per risolvere la sfida dei cambiamenti climatici. “Sia che viviamo al nord o al sud, all’est o all’ovest, condividiamo tutti un unico pianeta. È importante ricordare, in un giorno come questo, che i nostri destini sono intrinsecamente collegati. Tutti i Paesi devono impegnarsi a ridurre in maniera ambiziosa le emissioni di CO2 e dobbiamo continuare a intensificare l’azione per il clima in tutto il mondo per raggiungere l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di limitare l’aumento della temperatura ben al di sotto dei 2 gradi centigradi”.

(Foto: Zucchero in concerto al Colosseo per l’Earth day 2020)


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