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L’Europa non basta. Occhio al debito. L’avvertimento di Visco

Il momento è eccezionale, servono sforzi eccezionali. Ma attenzione, nulla è gratis, Recovery Fund incluso, e prima o poi l’Italia dovrà rimettersi in carreggiata, a cominciare dal debito pubblico. Le prime considerazioni finali di Ignazio Visco, al nono anno alla guida di Bankitalia, dell’era coronavirus non potevano che essere intrise di sano pragmatismo. Il governatore (Mario Draghi presente in sala) ha riconosciuto la drammaticità del momento (calcoli di Via Nazionale parlano di un Pil a -13% quest’anno) e la straordinarietà delle misure messe in campo fin qui dal governo, ma prima o poi bisognerà tornare a una normalità finanziaria che imporrà scelte coraggiose.

ORIZZONTE DEBITO

Premessa, il debito italiano oggi è sostenibile. Ma questo non deve trarre in inganno, perché c’è sempre tempo per rivedere i giudizi. Non bisogna mai dimenticarsi, è il messaggio implicito di Visco, che tre decreti d’emergenza anti-coronavirus hanno stressato come non mai le nostre finanze pubbliche (a fine 2020 rapporto debito/pil al 155%). E poi l’Italia non cresce. “La sostenibilità del debito pubblico non è in discussione, ma il suo elevato livello in rapporto al prodotto è alimentato dal basso potenziale di crescita del Paese e al tempo stesso ne frena l’aumento. Invece, con un tasso di crescita dell’economia compreso tra l’1 e il 2%, e con la riduzione del differenziale di rendimento dei titoli pubblici italiani rispetto a quelli tedeschi su valori in linea con i fondamentali delle due economie, un avanzo primario della misura indicata sarebbe sufficiente per ridurre il peso del debito sul prodotto di circa due punti percentuali in media all’anno”. Insomma, i nodi, se l’Italia non tornerà a marciare, verranno al pettine.

Messaggio chiaro ai governi, presenti e futuri: “L’impatto della recessione e delle misure messe in campo per contenerne le conseguenze è forte sulle finanze pubbliche. Un lascito così pesante impone una presa di coscienza della dimensione delle sfide di fronte a noi. L’economia italiana deve trovare la forza di rompere le inerzie del passato e recuperare una capacità di crescere che si è da troppo tempo appannata. Nonostante le profonde ferite della crisi e le scorie non ancora assorbite di quelle precedenti, le opportunità in prospettiva non mancano; il Paese ha i mezzi per coglierle”, ha chiarito Visco.

NIENTE È GRATIS

Seconda questione, il maxi-piano di aiuti da 750 miliardi (più 1.100 di bilancio Ue), allestito da Bruxelles per evitare il burrone. Qui Visco ha fatto una sorta di operazione verità. Vero, l’Europa ha dato credito all’Italia, 82 miliardi di contributi senza dare nulla in cambio non capitano tutti i giorni. Eppure, anche questi soldi non saranno in tutto e per tutto gratuiti. “Ogni Paese deve utilizzare le risorse messe a disposizione dalle istituzioni europee con pragmatismo, trasparenza e, soprattutto in maniera efficienza”, perché “i fondi europei non potranno mai essere gratuiti: il debito europee è debito di tutti”. Per questo l’Italia “è chiamata ad uno straordinario sforzo per sfruttare le opportunità offerte meglio di quanto non abbia fatto negli ultimi decenni”.

UN NUOVO PATTO SOCIALE

Chiarito dunque che sia il debito pubblico, sia i fondi europei del Recovery Fund sono partite destinate a non concludersi nel breve termine, Visco ha suggerito al governo un nuovo patto nazionale e sociale, senza esclusioni. Si vince solo se si gioca insieme, è il messaggio ancora una volta implicito del governatore. L’Italia può superare il coronavirus con un nuovo “contratto sociale tra governo, imprese e società civile, perché insieme ce la faremo. Serve un nuovo rapporto tra governo, imprese dell’economia reale e della finanza, istituzioni, società civile. Possiamo non chiamarlo, come pure è stato suggerito, bisogno di un nuovo contratto sociale, ma anche in questa prospettiva serve procedere a un confronto ordinato e dar vita a un dialogo costruttivo”.

“Oggi”, ha sottolineato Visco, “da più parti si dice: insieme ce la faremo. Lo diciamo anche noi: ma purché non sia detto solo con ottimismo retorico, bensì per assumere collettivamente un impegno concreto. Ce la faremo con scelte mature, consapevoli, guardando lontano. Ce la faremo partendo dai punti di forza di cui qualche volta ci scordiamo; affrontando finalmente le debolezze che qualche volta non vogliamo vedere. Molti hanno perso la vita, molti piangono i loro cari, molti temono per il proprio lavoro. Nessuno deve perdere la speranza”.

RIFORMA FISCALE CERCASI

Bankitalia è poi tornata a battere sul tema delle tasse. Perché l’evasione fiscale è ancora molto forte e, anche per questo, l’Italia ha bisogno di una riforma profonda della tassazione. “Ciò che soprattutto ci differenzia dalle altre economie avanzate è l’incidenza dell’economia sommersa e dell’evasione, che si traduce in una pressione fiscale effettiva troppo elevata per quanti rispettano pienamente le regole. Le ingiustizie e i profondi effetti distorsivi che ne derivano si riverberano sulla capacità di crescere e di innovare delle imprese, generano rendite a scapito dell’efficienza del sistema produttivo”. Di qui la necessità, impellente, di “un profondo ripensamento della struttura della tassazione che tenga anche conto del rinnovamento del sistema di protezione sociale, deve porsi l’obiettivo di ricomporre il carico fiscale a beneficio dei fattori produttivi”.

IL COMMENTO DI MESSORI

Formiche.net ha chiesto un commento all’economista Luiss Marcello Messori, di ritorno proprio dall’evento annuale di Via Nazionale. “Ho trovato una relazione articolata e condivisibile, che ha messo ben a fuoco i problemi italiani ed europei. Visco è stato chiaro: soltanto con una strategia di sviluppo sostenibile e crescita che ci consenta di utilizzare le risorse del Recovery Fund, potremo farcela. E poi, uno dei passaggi più rilevanti, bisogna dare prospettive a tutti, soprattutto ai giovani. Nessuno deve rimanere indietro. Abbiamo tutte le potenzialità, ma dobbiamo essere intelligenti nel muoverci”, spiega l’economista. Che sul debito condivide la posizione del governatore. “Visco ha riconosciuto le tante cose da fare, il messaggio che arriva da Bankitalia è: attrezziamoci ora che abbiamo le risorse. Certamente, abbiamo un debito sostenibile ma lo è con la Bce che immette un trilione di euro nel sistema. E se non abbiamo una politica di rientro, una strategia vera, prima o poi avremo problemi seri. Per questo Visco ha detto chiaramente che serve una crescita dell’1-2% annuo e un avanzo primario per cominciare a ridurre il debito”.

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