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Covid-19, il vaccino di Moderna sembra funzionare

Moderna, prima casa farmaceutica ad aver avviato la sperimentazione sull’uomo per il vaccino contro il coronavirus, ha annunciato che i primi risultati​ ​sono positivi. In anticipo sulla tabella di marcia, infatti, l’azienda – fra le otto in corsa per il vaccino con sperimentazioni attive – riferisce che il vaccino sembra essere “sicuro ed efficace” a soli 63 giorni dalla pubblicazione del genoma del virus della Sars-CoV-2 da parte delle autorità cinesi.

La valutazione si basa sui risultati ottenuti dalla somministrazione di due dosi a un primo gruppo di otto pazienti volontari, che hanno prodotto anticorpi successivamente testati in laboratorio e che si sono mostrati in grado di impedire al virus di replicarsi. L’azienda ha inoltre fatto sapere che sta procedendo su una tabella di marcia accelerata: presto verranno coinvolti altri 600 pazienti, mentre la terza fase dovrebbe iniziare a luglio con la partecipazione di migliaia di soggetti sani. Se tutto andrà per il meglio, secondo Tal Zaks, dirigente medico di Moderna, il vaccino potrebbe essere pronto per l’uso già alla fine di quest’anno o all’inizio del 2021. Non è ancora possibile, però, dire con certezza quante dosi saranno disponibile, sebbene – secondo quanto riferito da Zaks – l’azienda stia facendo del suo meglio per produrne il più possibile.

La società americana ha inoltre stipulato un accordo di collaborazione decennale con la multinazionale svizzera Lonza Ltd. per la produzione del suo vaccino nei suoi impianti negli Stati Uniti e in Svizzera. “Siamo molto lieti di collaborare con Lonza, che condivide il nostro impegno per affrontare rapidamente questa pandemia che ha creato una crisi sanitaria globale”, ha affermato Stephane Bancel, amministratore delegato di Moderna. “Questo accordo di collaborazione strategica a lungo termine ci consentirà di accelerare di dieci volte la nostra capacità produttiva di mRNA-1273”. L’obiettivo, ad ogni modo, ha riferito Bance è di raggiungere una produzione pari a “un miliardo di dosi”.​ ​Insufficienti, purtroppo, per coprire anche solo lontanamente il fabbisogno mondiale, che secondo l’Oms si attesta intorno alle venti miliardi di unità.

 IL COMMENTO DI NOVELLI

“Questa tipologia di vaccino è molto interessante” ha commentato il genetista di Tor Vergata Giuseppe Novelli ad Agi. Il vaccino​, infatti, risulta particolarmente innovativo proprio perché si basa sulla replicazione della proteina Spike, che il virus utilizza per agganciarsi ai polmoni. “Il fatto che abbia superato la fase 1 – ha continuato –  è un aspetto importante, e ora occorre passare alle fasi successive e soprattutto occorre produrlo in dosi e quantità sufficienti”. Naturalmente, ha poi aggiunto Novelli “l’investimento che ha ricevuto da parte degli Stati Uniti (una linea di credito di 483 milioni di dollari accordati dalla Biomedical Advanced Research and Development Authority, una struttura governativa americana collegata alla Office of the Assistant Secretary for Preparedness and Response) sta dando i suoi frutti. Ora aspettiamo la pubblicazione dei dati per poter valutare con maggiore attenzione i risultati clinici ottenuti dal vaccino, ma non possiamo negare che questo vaccino stia diventando molto promettente”.

LA REAZIONE DEI MERCATI

Esulta anche la Borsa, che ha accolto positivamente la notizia. Le Borse europee hanno infatti chiuso sui massimi di giornata con uno sprint nel finale, sia sull’onda dell’entusiasmo per la ripartenza post-lockdown in diversi Paesi, Italia compresa, sia per la notizia positiva del colosso del pharma statunitense.


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