Dalla Corea del Sud al Regno Unito, nel nome dei farmaci biologici. Il produttore sudcoreano di farmaci, Samsung Biologics, divisione pharma della galassia Samsung, ha annunciato il 22 maggio di aver firmato con la britannica Glaxo Smith Kline (Gsk) un contratto di fornitura di prodotti biofarmaceutici nel valore di 231 milioni di dollari in otto anni. Operazione che consente una ulteriore accelerazione dello sviluppo di quei farmaci che contengono uno o più principi attivi prodotti o estratti da un sistema biologico.
L’OPERAZIONE SAMSUNG-GSK
Il ramo biotecnologico del gruppo Samsung inizierà a sintetizzare farmaci contro il lupus (malattia cronica di natura autoimmune, che può colpire diversi organi e tessuti del corpo) per Gsk, grande azienda farmaceutica nata nel 2000 per fusione di Glaxo Wellcome e SmithKline Beechamche, tra le prime 20 big pharma al mondo e che oggi in Italia è presente con numerosi stabilimenti, tra cui quello di Siena.
L’obiettivo finale dell’accordo è quello di giungere in un secondo momento a fornire altre tipologie di farmaci all’azienda britannica. L’accordo, ha scritto l’Agenzia Nova, coprirà inizialmente la produzione del farmaco Benlysta, con le prime consegne previste nel 2022. D’altronde, il solo farmaco Benlysta lo scorso anno ha generato ricavi per 747 milioni di dollari, mentre l’altro importante farmaco biologico targato Gsk, il Nucala, contro l’asma, ha fatturato circa 936 milioni di euro.
L’ASSE CON SANOFI
In questo delicatissimo momento, la società inglese sta beneficiando poi dello straordinario volume di vendita di un vaccino contro l’herpes, lo Shingrix, che lo scorso anno è stato uno dei principali motori della crescita di Gsk, al punto che le sue vendite sono più che raddoppiate raggiungendo gli 1,81 miliardi di sterline, circa 2,21 miliardi di dollari, a fronte dei 30 complessivi.
Non è tutto. L’azienda britannica è infatti reduce da una maxi-alleanza con la francese Sanofi. Lo scorso aprile le due aziende hanno infatti deciso di unire le forze nella lotta al coronavirus. niscono le forze. Il colosso francese e quello britannico hanno annunciato “una lettera di intenti per avviare una collaborazione per lo sviluppo di un vaccino adiuvato per il Covid-19, utilizzando le tecnologie innovative di entrambe le società, per contribuire a far fronte alla pandemia in corso”. Il vaccino, in caso di successo, sarà disponibile nella seconda metà del 2021.
IL POLO TOSCANO
Proprio in Italia, a Rosìa (Siena), Gsk è presente con uno dei suoi poli d’eccellenza mondiale per i vaccini, grazie allo stabilimento rilevato un paio di anni fa dalla svizzera Novartis. Nel sito toscano lavorano circa 2 mila persone, grazie a un investimento di 42 milioni. Non è un caso che proprio il sito senese sia stato identificato dalla stessa azienda come uno degli hub mondiali per i vaccini.