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Il vaccino sarà per tutti. Parola di Walter Ricciardi che spiega perché (e come)

Il vaccino Sanofi per il Covid sarà distribuito prima agli americani. È da ormai 24 ore che la querelle ha conquistato gli spazi mediatici nazionali e internazionali, nata dalla dichiarazione del ceo dell’azienda del pharma Paul Hudson secondo cui – come riferito all’agenzia Bloomberg – “Gli Stati Uniti avranno diritto all’ordinazione prioritaria più consistente, dal momento che hanno investito di più”.

Su tutte le furie la Francia, patria della Sanofi, con Macron in prima linea, secondo cui la linea esposta da Hudson “non corrisponde affatto ai lavori in corso tra Sanofi e il governo”, poiché, tra l’altro “il vaccino è un bene pubblico che deve essere fuori dalle logiche di mercato”. Nonostante il dietrofront e la garanzia di accesso universale all’eventuale vaccino fornita dal ceo francese Olivier Bogillot e dal presidente del board di Sanofi, Serge Weinberg, il rischio e la paura di non avere il vaccino rimangono vive. Ma secondo Walter Riccardi, consigliere del ministero della Salute per il coordinamento con le istituzioni sanitarie internazionali per l’emergenza Covid-19, non c’è niente di cui preoccuparsi.

Vicenda Sanofi. Quanto sono gravi le dichiarazioni di Hudson quanto è reale il rischio di avere un vaccino, ma di non poterne usufruire?

Praticamente nulla. Si è trattato di un’uscita improvvida di un ceo non a conoscenza della collaborazione in atto fra governi per la scoperta e l’eventuale distribuzione del vaccino.

Quindi non accadrà nulla del genere?

Assolutamente no, abbiamo una posizione comune in tutta l’Unione europea: il vaccino è un bene pubblico e come tale non sarà sottoposto alle regole di mercato. Quando verrà trovato, e prodotto, che al momento è la cosa più importante, verrà distribuito a tutti, nello stesso momento. Secondo me Hudson non ne era al corrente e Macron l’ha prontamente richiamato all’ordine.

Però c’è da dire che nel mondo siamo tantissimi, e sarà difficile fornire a tutti il vaccino contemporaneamente…

Innanzitutto bisogna trovarlo, questo vaccino. Poi capire come produrlo, quanto produrne e dove produrlo. È ovvio che i Paesi produttori saranno avvantaggiati e che gli altri avranno qualche problema nell’approvvigionamento, ma il fronte unito europeo giocherà un ruolo fondamentale proprio perché ha scelto di mettere la condivisione e la distribuzione del vaccino per chiunque fra le primissime priorità. È ovvio che noi, dal canto nostro, dobbiamo fare in modo che l’Italia sia fra i Paesi produttori, anche per fornirlo a chi sicuramente non sarà in grado di produrlo, come ad esempio l’Africa. Ma anche su questo l’Ue agirà unita.

E se, ad esempio, non fossimo noi a scoprirlo? Se, per esempio, fosse la Cina?

Farebbe sicuramente la stessa cosa, vedendo come si è approcciata nella seconda fase. Nella prima è sicuramente stata poco collaborativa, ma nella seconda fase ha cambiato direzione.

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