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Kim è vivo. Ecco le immagini del regime

È tornato in pubblico, difficile dire se stia in buona salute oltre alle apparenze, di certo non è morto: il satrapo nordcoreano Kim Jong Un è riapparso in alcune foto che lo riprendono inaugurare le attività di una fabbrica di fosfati (fertilizzanti e prodotti chimici) a Suncheon, cittadina centro-occidentale.

L’apparizione chiaramente è tutt’altro che casuale: la Corea del Nord ha bisogno estremo di fertilizzanti per spingere la propria agricoltura — che tanto più alla luce delle sanzioni è un elemento centrale nell’auto-sostentamento del Paese, anche perché permette esportazioni verso la Cina.

La presenza del leader nella fabbrica è dunque una rassicurazione che arriva ai cittadini dopo voci su irrecuperabili  condizioni di salute e addirittura sulla sua morte. Anche per questo il Rodong Sinmun, il giornale del regime, riporta la visita in apertura con svariate immagini a contorno.

Il giornale dà quotidiana copertura del leader, ed è stata proprio l’assenza dalle colonne propagandistiche per giorni e giorni (l’ultima volta l’11 aprile) a far pensare che a Kim fosse successo qualcosa. Si parlava di un attacco cardiaco, forse un infarto coronarico; di un’operazione disperata e dell’arrivo di medici da Pechino; di stato comatoso, gravissimo. Ma allo stesso tempo uscivano informazioni più caute: un trattamento chirurgico sembra esserci stato, ma sia dagli Stati Uniti che da Seul — due osservatori direttamente interessati della situazione a Pyongyang — si è parlato di “no unusual news”, niente di eccezionale.

Alcuni esperti ipotizzavano addirittura che il periodo di assenza dagli eventi pubblici — alcuni di rilievo, come il Giorno del Sole, la celebrazione dedicata al nonno padre della patria — fosse soltanto una forma di social distancing per evitare il rischio di essere contagiato dal coronavirus.

Durante la visita all’impianto, però, Kim si è mosso con una golf-car speciale, ed è probabilmente dovuto a una condizione personale che richiede ancora attenzioni e pochi affaticamenti — un remake di quanto visto nel 2014, quando restò lontano dalle apparizioni pubbliche per più di un mese, dopo una qualche patologia o un trauma che lo ha colpito al piede o alla gamba. Tuttavia, sul come stia realmente non ci sono stati comunicati — non si parla di debolezze del leader, nemmeno delle più umane come una malattia — ma certamente è tutt’altro che deceduto.

Su queste colonne, Francesca Frassineti dell’Ispi aveva alzato il ragionamento al piano accademico partendo da un punto fisso: sono tutte “speculazioni con pochissimo fondamento”, bisogna aspettare le comunicazioni ufficiali del regime — che sono arrivate con le immagini che smentivano le voci circolate. Sotto questo fronte, è dunque interessante notare che al fianco di Kim, in mezzo ai gerarchi del regime, c’era la sorellina Kim Yo Jong. Truccata (circostanza inusuale) e sorridente, nell’iconografia del regime la sua presenza ha chiaramente un valore (da decifrare). Segnale di leadership e continuità con cui gli alti papaveri di Pyongyang dovranno iniziare a far pace? È possibile che in futuro la dittatura nordcoreana finisca in mano a una donna? Certamente non è da escludere a questo punto.

Nota interessante: secondo uno studio pubblicato a inizio aprile da Margaret Croy per il James Martin Center for Nonproliferation Studies (CNS) MIIS dell’Università di Monterey, l’impianto di fertilizzazione di Suncheon può essere collegato alle ambizioni nucleari nascoste di Kim. Ed è un messaggio nel messaggio della nuova apparizione. Secondo l’analisi, infatti, le fabbriche di fertilizzanti potrebbero aiutare il Paese a produrre materiale nucleare estraendo l’uranio dagli acidi fosforici.

Kim ha accelerato gli sforzi nucleari della Corea del Nord insieme ad altre misure economiche e infrastrutturali da quando è diventato leader nazionale nel 2011. Dopo una serie di dimostrazioni e test che avevano portato la situazione sul bordo di un bellicoso piano inclinato, nel 2018 Pyongyang ha iniziato a intavolare un lento percorso di contatto diplomatico spinto dal dialogo con il presidente sudcoreano Moon Jae-in — contatti avviati in occasione delle Olimpiadi invernali di Pyeongchang, quando Moon invitò una delegazione del Nord a partecipare alla cerimonia inaugurale (delegazione che fu guidata da Kim Yo Jong) e a competere sotto la bandiera della Corea unita.

Quell’anno sul carro del dialogo è saltato Donald Trump, che ha avviato una diplomazia personale con Kim con l’obiettivo di riuscire a scolpire nella sua legacy un accordo con il satrapo. Dopo tre incontri diretti, oggi la situazione è in stallo, con i due Paesi che non si trovano d’accordo sui termini dell’intesa, soprattutto sulla denuclearizzazione. Kim vorrebbe un riconoscimento dello status di potenza atomi da ed entrare in un quadro di non-proliferazione e controllo degli armamenti; Washington (non tanto Trump, più possibilista) vuole lo smantellamento dell’arsenale.

 (Foto: KCNA)

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