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Pronti, partenza, rinvio! Il meteo blocca il viaggio spaziale della Crew Dragon

“Non lanceremo quest’oggi”. A quindici minuti dalla partenza, quando il razzo Falcon 9 era in fase di caricamento del propellente, è arrivata l’ufficialità: il debutto con equipaggio della capsula Crew Dragon è rimandato a sabato prossimo. La notizia era nell’aria da qualche ora, almeno da quando l’Air Force aveva abbassato la probabilità di condizioni meteorologiche favorevoli dal 60% al 50%. Sebbene la finestra di lancio fosse molto stretta, c’era comunque la speranza di poter procedere, tanto che Donald Trump e la first lady Melania erano arrivati con l’Air Force One sulla base di lancio di Cape Canaveral all’incirca due ore prima della prevista partenza, alle 22:33 italiane. Si ritenterà sabato prossimo.

UN LANCIO STORICO

Nulla toglie alla portata storica dell’evento Launch America, destinato a restituire agli Stati Uniti l’autonomia nel trasporto di astronauti oltre l’atmosfera. Douglas Hurley e Robert Behnken (già pronti con le cinture strette e i caschi realizzati in stampa 3D a bordo della Crew Dragon) saranno i primi a ripartire dal territorio americano dall’8 luglio del 2011, quando dalla stessa piazzola di lancio, il Launch Pad 39, partì l’ultima missione dello Space Shuttle. Da allora, gli Usa sono stati costretti ad acquistare posti a bordo della capsula russa Soyuz, situazione scomoda in vista di obiettivi esplorativi molto ambiziosi per i prossimi anni, dal ritorno sulla Luna entro il 2024, fino al Pianeta rosso.

IL RUOLO DI SPACEX

Ad amplificare la portata storica dell’evento c’è la natura commerciale della missione. La capsula, e il razzo che la porterà in orbita (il Falcon 9 a primo stadio riutilizzabile), sono realizzati da SpaceX, l’azienda fondata nel 2002 dal miliardario Elon Musk. C’era dunque anche lui a Cape Canaveral insieme a Trump, Melania, il vice presidente Mike Pence e il numero uno della Nasa Jim Bridenstine. È questo, il ruolo dei privati, a caratterizzare d’altra parte la nuova economia dello Spazio.

L’ATTESA CHE AUMENTA

Aumenta ora l’attesa per il lancio di sabato prossimo. Tecnicamente, il viaggio della Crew Dragon si chiama “Demo-2 mission”, missione di test che dovrà certificare la navicella per operazioni di lunga durata verso la stazione orbitante (oltre 200 giorni). Non ha una durata prestabilita. I tempi per il rientro (previsto nelle acque al largo della Florida) verranno decisi una volta che Behnken e Hurley raggiungeranno (19 ore dopo la partenza) l’equipaggio della Expedition 63, arrivato sulla Stazione spaziale internazionale il mese scorso. Conta il comandante Chris Cassidy, americano, e i due cosmonauti Anatoly Ivanishin e Ivan Vagner. La capsula che partirà da Cape Canaveral ha la possibilità di restare in orbita fino a 110 giorni. Una volta certificata, potrà arrivare oltre i 200 giorni.

I COMMENTI

In tutto questo, come spiegato dal sottosegretario Riccardo Fraccaro, c’è anche un po’ di eccellenza italiana. L’astronauta Maurizio Cheli ci ha spiegato perché il lancio ha una portata storica, sia da un punto di vista tecnologico, sia per i caratteri emozionali e strategici. Marcello Spagnulo, ingegnere ed esperto aerospaziale, ha notato su queste colonne  l’elevato valore strategico fondamentale della partenza nella nuova corsa allo Spazio, spiegando perché il posto dell’Italia è a fianco degli Usa. E alle 18:00 di giovedì 28 maggio, in diretta streaming (su questa pagina), ne parliamo con l’astronauta Luca Parmitano e il sottosegretario Riccardo Fraccaro in occasione del nuovo aperithink di Formiche, in collaborazione con Neopharmed Gentili.

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