Nei momenti di emergenza, di emergenza vera, non c’è nemico peggiore dell’indecisione, della confusione. Se poi si litiga è ancora peggio. Il governo italiano è alle prese con un Decreto Rilancio che avrebbe dovuto vedere la luce ad aprile. Ma conflitti e incomprensioni ne hanno ritardato la gestazione, con il risultato di un Paese ancora sprovvisto di un provvedimento che possa sostenere e accompagnare la Fase 2. Non è un caso che oggi ben tre tra i più noti editorialisti, Stefano Folli su Repubblica, Massimo Franco sul Corriere della Sera e Lina Palmerini sul Sole 24 Ore, abbiano puntato il dito contro i ritardi del governo nell’approvazione del decreto.
BASTA PERDERE TEMPO
Formiche.net ne ha parlato con Stefano Manzocchi, economista e direttore del Centro Studi di Confindustria. Che non nasconde le sue perplessità. “Tutti si rendono conto che la dimensione e la complessità dei problemi da affrontare sono enormi, come anche le risorse fiscali che il prossimo Dl metterà in campo”, spiega Manzocchi. “L’incertezza di questi giorni non aiuta chi fa impresa, ma se serve qualche ora in più per fare le cose giuste si può comprendere. Tuttavia, quando arriverà il decreto ci devono essere risposte vere ai problemi e alle urgenze. Perché ricordiamoci che questo decreto doveva arrivare ad aprile e siamo al 12 maggio… non è poco. Non dimentichiamoci che il 2020 sarà l’anno peggiore dal Dopoguerra, non c’è più tempo da perdere”.
D’altronde, “nella Fase 2 appare talvolta una impreparazione sia su alcuni aspetti del monitoraggio epidemico, sia su alcuni temi cruciali come la mobilità dei lavoratori. Questi aspetti non possono essere a carico delle imprese, che nei luoghi di lavoro i compiti li stanno facendo, e non possono vedersi caricare di responsabilità che non sono loro”.
COSA VA (E COSA NO)
Manzocchi spiega cosa va nel provvedimento in dirittura di arrivo e cosa non va. “Entrando nel merito economico del decreto, Confindustria si rende conto della complessità con cui il governo deve confrontarsi. Ma invece di rincorrere i problemi, come si sta facendo, occorrerebbe passare a uno stadio in cui i problemi si anticipano. Serve lungimiranza, per evitare che i nodi economici arrivino al pettine senza essere pronti. Per questo ci sono alcune azioni da compiere, e che dovrebbero trovare spazio nel decreto”.
Per esempio, “finalmente si è compreso che sul tema della liquidità la variabile tempo è essenziale. Finora la liquidità è stata promessa, col Dl precedente, ma in alcuni ambiti è arrivata poco e male, a cominciare dalla Cassa integrazione. Ci sono state perdite importanti di fatturato nelle aziende, e la liquidità per andare avanti spesso non è arrivata. Oltre al rimpallo di responsabilità, adesso occorre rimuovere alcuni ostacoli, di tipo normativo o amministrativo, e questo Dl è lo strumento per farlo”.
BRAVO GUALTIERI SULL’IRAP
L’altro capitolo importante è lo stop all’Irap. “Poi c’è un’altra novità importante dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, ovvero la cancellazione dell’Irap a giugno. Ed è una buona notizia, che si aggiunge a quella dello smaltimento di crediti che le imprese vantano nei confronti delle Pa. L’Irap è una imposta particolarmente gravosa e calcolata con una modalità davvero penalizzante. In prospettiva, sarebbe importante estendere la prospettiva anche perché nel secondo semestre dell’anno le previsioni non sono rosee”.
IL PROBLEMA CIG
C’è un’ultima questione, anzi due, che l’esecutivo dovrebbe contemplare nel Decreto Rilancio e sempre con una certa lungimiranza. “C’è un’altra questione su cui cominciare a ragionare per il futuro, anche perché ad esempio noi stimiamo un calo del 13% dell’export nelle nostre prossime previsioni, parliamo di 70 miliardi di export che andranno perduti, inutile immaginare un secondo semestre roseo. L’altra questione è l’allineamento tra finanziamento alla Cig e le norme che impediscono alle imprese di gestire gli esuberi. La Cig oggi è finanziata fino a fine giugno, e il divieto di licenziamento è fino ad agosto. E poi? Che succederà? Il governo ci ha pensato? Aggiungo un ultimo fattore. C’è un calo della domanda privata, occorre sbloccare subito i cantieri già finanziati. Si può, si deve”.