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Una politica debole e l’urgenza di una coesione nazionale. Il corsivo di Vespa

Parlare di coesione nazionale è sempre uno sport per pochi. Coesione ancor prima di ipotetiche unità nazionali prossime venture perché è una questione di mentalità, di approccio, di realismo che però comincia a fare capolino nel mondo politico e imprenditoriale. Alla coesione fece riferimento Sergio Mattarella nei mesi scorsi, al Presidente della Repubblica ha fatto cenno Gianni Letta in un convegno della Luiss Business School organizzato con l’associazione “Davide De Luca. Una vita per l’intelligence”: un dibattito intenso tra politici e top manager con diversi spunti economici, politici, internazionali.

Mettiamo in fila alcuni temi: Paolo Scaroni, vicepresidente di Rothschild Italia, prevede nel giro di pochi mesi centinaia di milioni di persone affamate in Africa per il crollo del prezzo del petrolio e per l’invasione di locuste in alcune zone; Matteo Del Fante, amministratore delegato di Poste Italiane, sollecita un’immediata modifica del codice degli appalti con controlli ex post in modo da velocizzare la ripresa dell’edilizia e la realizzazione di infrastrutture; Raffaele Volpi, presidente del Copasir, insiste sul fatto che le strategie industriali devono far parte di una strategia geopolitica.

La coesione nazionale, quel “disegno strategico con visione alta e ardimentosa” invocato da Letta, servirebbe per capire che l’Africa è vicina e che ondate di migrazioni sono alle porte; che la Nigeria (dice Scaroni) non potrà che chiedere aiuto all’Occidente vista la situazione petrolifera; che il tema della crescita è centrale così come, secondo Del Fante, l’articolo di Mario Draghi sul Financial Times dello scorso marzo era “un messaggio chiaro alla politica”. Se il Golden Power serve anche da deterrente e se il 5G cinese è un rischio enorme che solo pochi fanno finta di non vedere, gli stravolgimenti mondiali rendono necessario un adeguamento dell’intelligence. Letta e Volpi sono d’accordo sulla necessità di una “manutenzione straordinaria” alla legge 124 del 2007, il presidente del Copasir vorrebbe l’obbligo di una figura specifica al governo e in una recente intervista a Panorama parlò espressamente di un ministro della Sicurezza nazionale.

Prima che un’emergenza maggiore di quella attuale costringa all’unità nazionale di governo, deve cominciare a cambiare la mentalità di una classe politica e dirigenziale debole. “La politica vorrebbe che il mondo non cambiasse mai, ma il mondo cambia” avverte Scaroni. In occasione della Festa della Repubblica, le Frecce tricolori solcheranno i cieli di tutta l’Italia dal 25 al 29 maggio per chiudere a Roma il 2 giugno: un Tricolore simbolo e monito di coesione (o unità) nazionale.



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