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Non c’è ripresa senza Pmi e senza export. Così Salzano spiega il modello Simest

Tempo di nuovi modelli in Italia, possibilmente vincenti. Simest, la società di Cassa Depositi e Prestiti che insieme a Sace rappresenta oggi il polo dell’export e dell’internazionalizzazione italiano, può essere un esempio. Non c’è dubbio che per uscire dal tunnel più buio il Paese abbia bisogno di buone strategie di crescita ed espansione. Pasquale Salzano, Presidente di Simest dal dicembre 2019 e Chief international affairs officer di Cassa Depositi e Prestiti, ne ha una, come spiega in un’intervista rilasciata a Realtà Industriale. Non casuale che l’ex Ambasciatore d’Italia in Qatar, con un passato di Executive Vice President in Eni, da sempre apprezzato dal mondo imprenditoriale italiano, abbia scelto la rivista di Confindustria Udine come sua prima uscita pubblica nel nuovo ruolo di Presidente Simest, chiaro segnale di vicinanza al territorio e al tessuto locale delle imprese.

Il punto di partenza è la necessità di una efficace diplomazia economica, ovvero la capacità di uno Stato di tessere relazioni proficue e fruttuose con altre economie. “La diplomazia economica è necessaria nel mondo sempre più complesso della globalizzazione e si dimostra cruciale in questa fase in cui la pandemia sta accrescendo le distanze geografiche. Per l’Italia, che genera dalle esportazioni un terzo del proprio reddito, si tratta di una leva straordinaria per la crescita e il benessere”, spiega il manager Simest.

Non si esaurisce qui il ruolo della diplomazia economica. “Si tratta di uno strumento prezioso tanto per le grandi imprese quanto per quelle piccole e medie. Per gruppi come Eni ad esempio, che operano spesso in geografie segnate da forti tensioni geopolitiche, è fondamentale il raccordo con lo Stato e la coerenza della propria azione con le linee di politica estera”, spiega ancora Salzano. Che cita anche altri esempi.

“Come ho verificato in Qatar (Paese in cui Salzano è stato ambasciatore per l’Italia, ndr), campioni nazionali come Salini, Leonardo o Fincantieri che competono per la realizzazione di progetti strategici nei Paesi di destinazione possono vincere solo in un quadro di eccellenti relazioni bilaterali e hanno quindi bisogno del sostegno della diplomazia e a volte delle più alte cariche del governo, oltre al supporto di Cdp, Sace e Simest”. Salzano ricorda la recente commessa per la Marina Militare Usa, vinta da Fincantieri: “un eccellente esempio di Sistema Paese, di gioco di squadra tra industria e diplomazia economica, nel quadro della nostra più importante alleanza”.

E proprio il concetto di Sistema Paese chiama direttamente in causa il ruolo di Simest. “Simest è un modello vincente perché coniuga vicinanza alle imprese con la dimensione istituzionale, con grande agilità operativa”. Per sostenere le Pmi, “oltre a operare con fondi propri, Simest gestisce fondi pubblici per conto del Ministero degli Affari Esteri, che presiede il Comitato agevolazioni”.

Non poteva mancare ovviamente un passaggio sull’emergenza coronavirus e sul ruolo giocato da Simest nel sostegno all’economia. “Il governo”, spiega Salzano, “ha riconosciuto subito la centralità di Simest quale strumento per sostenere le imprese in questa emergenza, rifinanziando il Fondo 394 (fondo della Farnesina, gestito da Simest, per l’internazionalizzazione delle imprese, ndr) e stabilendo che parte dei finanziamenti potrà essere destinato a fondo perduto”. A breve poi “potremo allargare l’operatività dei finanziamenti agevolati anche ai Paesi interni all’Ue, nonché aumentare tetti finanziabili per alcuni specifici prodotti”.

Infine, dai recenti decreti una novità non di poco conto per le aziende italiane, soprattutto le Pmi: fino al 31 dicembre 2020 qualsiasi impresa che si rivolga a Simest per ottenere un finanziamento agevolato per l’internazionalizzazione non dovrà più prestare garanzie.

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