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L’utopia possibile della transizione energetica

“Dobbiamo rilanciare la sfida a favore del ‘Green new deal’ che significa puntare sulla sostenibilità come un’utopia possibile”. Lo ha detto Paolo Pirani (nella foto), segretario generale della Uiltec, nel corso di una videoconferenza in diretta organizzata dal sindacato dei lavoratori dei settori tessile, chimico ed energetico a cui hanno preso parte esperti e dirigenti sindacali. All’evento hanno partecipato: l’ex ministro dell’Ambiente Corrado Clini; il consigliere regionale Pd dell’Emilia Romagna, Gianni Bessi; i segretari nazionali della Uiltec Daniele Bailo, Andrea Bottaro e Daniela Piras; Ennio Fano e Marco Lupi, rispettivamente responsabili dell’Ufficio studi e del settore Salute e Sicurezza della Uiltec nazionale; Maurizio Don della struttura nazionale del medesimo sindacato; Giovanni D’Anna, dell’Ufficio politiche industriali della Uil confederale.

AGIRE NELL’OTTICA EUROPEA

“Lo stato di pandemia – ha continuato Pirani – ha determinato, oltre all’emergenza sanitaria, un mutamento dei tradizionali assetti geopolitici in cui ha giocato un ruolo anche il ribasso del prezzo del petrolio, scatenando una dura competizione tra Paesi come gli Stati Uniti, la Russia e la Cina. Di fatto, il prezzo del prodotto sul mercato finale non ha avuto alcun tipo di calmieramento, e le materie fossili in questa delicata fase si sono dimostrate un’insopprimibile fonte energetica. Dobbiamo rivedere i processi infrastrutturali, quelli di decarbonizzazione, gli incentivi e i finanziamenti correlati, così come previsti dal piano nazionale di Energia e Clima. Il tutto va ricontestualizzato guardando ‘European green deal’ che rappresenta la base per coniugare la gestione dell’emergenza e le politiche energetiche. Dobbiamo muoverci in tempo!”.

IL VALORE DELLO “EUROPEAN GREEN DEAL”

“Nella piattaforma dello ‘European green deal’ – ha ricordato Corrado Clini- non ci sono solo strutture di supporto, ma le linee guida per incastonare le nuove politiche nazionali. In questo senso il processo di decarbonizzazione andrebbe attuato su uno scenario praticabile: avanti con la sua riduzione, ma aumenti nella produzione di gas naturale e dell’uso di fonti rinnovabili. Proprio il tema della carbonizzazione va affrontato prima con strumenti normativa e poi con quelli economici. Ciò significa cambiare le procedure autorizzative finora in vigore. Inoltre, le azioni manutentive sul territorio possono far conto sui fondi europei finora inutilizzati, collegando la messa insicurezza delle infrastrutture ai progetti riguardanti le grandi opere. Sui temi di acqua e rifiuti siamo deboli nel farci capire in Europa, ma è difficile comprendere come far rifinanziare progetti che hanno già ricevuto risorse e tuttora sono inefficienti. Ia distribuzione dell’acqua si basa su impianti strutturali che hanno perdite, mentre il ciclo dei rifiuti non si chiude in Italia, ma all’estero. Nei mesi a venire dovremo essere pronti con iniziative socio-sanitarie a fronteggiare un eventuale ritorno del contagio virale, ma dovremo altresì mettere in condizione di protezione le aziende produttive affinché non subiscano ulteriori fermi. Per ultimo, esiste la consistente possibilità che si alzi il livello di allarme sui cambiamenti climatici ed occorre che le istituzioni rispetto soprattutto al tema del gas diano risposte razionali e determinino investimenti concreti per tutto il settore energetico”

USARE RISORSE DELLA BEI E DELLA BCE

Il cambiamento di scenario registrato negli ultimi mesi nel panorama della vita civile ed in quella economica è stato messo in evidenza da Gianni Bessi: “Le variabili socio-sanitarie e quelle ambientali – ha rilevato- hanno inciso sulla realtà nazionale che ha potenzialità produttive e tecnologiche, ma soffre di un evidente deficit organizzativo. Le risorse messe a disposizione dalla Bei e dalla Bce possono essere indispensabili per le infrastrutture di rete rappresentate da energia, ambiente ed acqua. Bisogna utilizzarle, affinché si muovano anche gli investimenti pubblici e privati a favore della transizione energetica. Si tratta di scelte che hanno ritorni in termini occupazionali ed economici non solo a favore dei settori specifici, ma anche alle filiere dei servizi correlate”.

IL CROLLO DELLA DOMANDA ELETTRICA

Lo scenario del settore elettrico è stato rappresentato da Ennio Fano che ha descritto il crollo della domanda elettrica negli ultimi due mesi, il ruolo di approvvigionamento alla domanda esistente svolto dalle energie rinnovabili, la dicotomia tra il mercato elettrico e le rinnovabili stesse che hanno priorità di dispacciamento e che non partecipano al suddetto mercato. “I grandi investimenti in tema di decarbonizzazione – ha sottolineato Fano- di aziende come Enel, o Eni, solo per fare un esempio, riguardano l’estero, ma non l’Italia. Dovremmo dare maggior spazio ai progetti delle biomasse legnose, attualmente bloccati in pastoie burocratiche; valorizzare l’energia dai nostri rifiuti; accrescere gli impianti di biometano utile all’energia elettrica per trazione. Infine, occorrerebbe intensificare l’interconnessione elettrica tra il nostro Paese e la Tunisia; occorre determinare i tempi autorizzativi e quelli realizzativi per le opere previste in Sardegna dal Piano integrato energia e clima; bisogna rispondere adeguatamente alla domanda domestica di gas naturale, visto il blocco delle trivellazioni. Ci vogliono risorse per rilanciare il progetto elettrico nazionale che porterebbe di fatto anche positivi risvolti occupazionali”.

IL MEZZOGIORNO

Domani nuovo “round” d’approfondimento on line per la Uiltec dalle ore 15.00. Con Paolo Pirani e parte della segreteria nazionale del sindacato da lui guidato si ritroveranno a discutere di “Mezzogiorno”: l’economista ed ex ministro per la Coesione territoriale, Claudio De Vincenti; la segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese; il segretario generale della Uil Campania, Giovanni Sgambati.



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