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L’Italia campione della differenziata. Il nuovo accordo sul riciclo tra Comieco e Anci

I numeri parlano chiaro: l’Italia è tra i protagonisti in Europa nella gestione degli imballaggi. Oltre 11 milioni di tonnellate di imballaggi recuperati, l’83% dell’immesso al consumo, pari a poco più di 13 milioni e mezzo di tonnellate. Una leadership che trova la sua origine nella riforma avviata nel 1997 con il cosiddetto decreto Ronchi (Dlgs n. 22) che introduceva per la prima volta nel nostro Paese il principio delle tre R: riutilizzo, riciclo e recupero.

Una visione completamente nuova che negli ultimi venti anni ha portato l’Italia a raggiungere gli obiettivi di riciclo prima dei termini indicati dal legislatore e oggi quelli previsti al 2025 dalla nuova direttiva in corso di recepimento nell’ordinamento nazionale. Il sistema consortile per la gestione degli imballaggi (Conai e i sei Consorzi di filiera: acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro), che ha trovato nella sussidiarietà al mercato e nella garanzia di ritiro su tutto il territorio nazionale due dei punti di maggiore forza, è diventato un modello europeo che ha permesso lo sviluppo delle raccolte differenziate urbane stabilendo, attraverso l’Accordo Quadro con l’Anci, l’Associazione dei Comuni Italiani, regole e modalità di ritiro e avvio a riciclo.

Proprio in questi giorni è stato sottoscritto il nuovo accordo che sarà in vigore per i prossimi cinque anni e sono in corso di definizione gli allegati tecnici per i singoli materiali che definiscono le modalità operative del ritiro, i corrispettivi economici, le campagne di comunicazione, ecc. Ed è operativo quello relativo agli imballaggi di carta e cartone firmato dal Consorzio Comieco, che tra le novità prevede anche quella di ritirare, oltre agli imballaggi, anche le cosiddette “frazioni similari”, come ad esempio i giornali.

“La filiera cartaria è un punto di eccellenza di questo sistema – ha dichiarato il presidente di Comieco Amelio Cecchini – oltre che un perfetto modello di economia circolare. In 20 anni la raccolta differenziata è passata da uno a oltre tre milioni di tonnellate con un tasso di riciclo superiore all’80%. Risultati importanti raggiunti grazie ad una filiera e ad un sistema industriale che ha saputo innovare anche sul versante delle tecnologie”.

“L’Italia non ha niente da invidiare agli altri Paesi in termini di economia circolare – ha dichiarato il presidente del Conai, Giorgio Quagliuolo – io lo ripeto spesso: il nostro Paese rappresenta un’eccellenza nella gestione e nel recupero dei materiali degli imballaggi. L’Europa impone un tasso di riciclo del 65% entro il 2025: il sistema rappresentato dal Conai e dai Consorzi di filiera ha già superato il 70%. Le prossime sfide? La raccolta differenziata deve continuare a crescere in qualità e quantità. Soprattutto in alcune aree del Mezzogiorno, dove la carenza di impianti resta preoccupante. Mi auguro anche che le materie prime seconde trovino presto nuovi sbocchi sul mercato per evitare che i quantitativi sempre più significativi di materiale raccolto restino stoccati negli impianti. Anche per questo è urgente che vengano finalmente emanati i provvedimenti che regolano l’End of Waste”.

E a proposito “End of Waste”, lo scorso 11 giugno è stato inviato alla Commissione europea, così come previsto dal decreto legislativo 152 del 2006, lo schema di regolamento che prevede la cessazione della qualifica di rifiuto per la carta e il cartone. Il regolamento individua i criteri secondo i quali i rifiuti di carta e cartone cessano di essere considerati tali e diventano, dopo apposito trattamento, materie prime seconde e possono essere di nuovo introdotte sul mercato ed essere in grado di competere con le materie prime vergini, consentendo così una riduzione del consumo di risorse naturali e di materie prime. La Commissione e gli Stati membri avranno tempo fino al 7 settembre prossimo per formulare le loro osservazioni.

“Con la chiusura e l’entrata in vigore del nuovo Accordo e dell’allegato tecnico sugli imballaggi cellulosici – ha detto Ivan Stomeo, capo della delegazione dell’Anci – abbiamo anticipato le direttive sulla responsabilità estesa del produttore e sulla copertura della raccolta all’80% da qui ai prossimi cinque anni. Per i Comuni questo è un grande risultato. Ma non ci sono soltanto i rifiuti di imballaggio, che rappresentano solo una parte del problema. La maggior parte dei rifiuti che i cittadini producono riguardano altre frazioni, prima fra tutte quella dell’organico. Per un Comune la gestione dei rifiuti è molto complessa ed è importante che il recepimento delle nuove direttive europee sui rifiuti venga fatto nel più breve tempo possibile”.

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