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Una Giornata dell’ambiente nel segno della biodiversità

Un milione di specie viventi, su un totale di circa 8 milioni 700mila presenti sulla Terra, sono minacciate di estinzione. Negli ultimi sessant’anni gli orangotango sono diminuiti del 50% a causa della distruzione del loro habitat naturale; gli elefanti asiatici vengono cacciati illegalmente per ricavarne avorio dalle zanne; il guscio delle tartarughe marine viene usato per creare gioielli e prodotti artigianali per i turisti; alcuni grandi primati (gorilla, orango, scimpanzé) sono spariti da Paesi africani quali il Gambia e il Burkina Faso. Tra il 2018 e il 2019 nella Foresta Amazzonica, il “polmone verde del pianeta”, con i suoi 6 milioni di chilometri quadrati e i 3 milioni di specie animali e vegetali, sono stati distrutti 10 mila chilometri quadrati di foresta. Tre quarti dell’ambiente terrestre e circa il 66% di quello marino sono stati modificati dall’attività dell’uomo. Più di un terzo della superficie terrestre i quasi il 75% delle risorse di acqua dolce sono destinate alla produzione di colture e all’allevamento del bestiame. Dal 1070 ad oggi la produzione agricola è aumentata del 300% e il prelievo di legname del 45%.

Le attuali tendenze negative sullo stato della biodiversità e degli ecosistemi rischiano di vanificare gli obiettivi previsti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per quanto riguarda lo sviluppo sostenibile relativi a povertà, fame, salute, acqua, città, clima, oceani e terra. La comunità scientifica al riguardo è molto chiara: gli obiettivi mondiali ed europei per conservare e utilizzare in modo sostenibile la natura e distribuire in maniera equa i benefici derivanti dalla natura. Gli obiettivi per il 2030 e il 2050 non potranno essere raggiunti.

Per questo le Nazioni Unite hanno voluto dedicare la Giornata mondiale dell’Ambiente di quest’anno alla difesa della biodiversità: “È il momento della natura” ha ricordato il Segretario dell’Onu Antonio Guterres. “La natura ci sta inviando un messaggio chiaro: stiamo danneggiando il mondo naturale a nostro detrimento. Il degrado del nostro habitat e l’impoverimento della biodiversità stanno accelerando; si aggravano i danni al clima; incendi, inondazioni, siccità e uragani sono più frequenti e nocivi; gli oceani si stanno riscaldando e acidificando, distruggendo gli ecosistemi. E adesso un nuovo coronavirus impazza minacciando vita e salute”. “Se vogliamo occuparci del genere umano – ha aggiunto Guterres – dobbiamo occuparci della natura. Occorre che tutta la comunità globale cambi rotta. Dobbiamo ripensare ciò che compriamo e utilizziamo. Nel nostro lavoro mettiamo la natura al posto che le compete, al centro dei nostri processi decisionali”.

E proprio nei giorni scorsi l’Unione Europea ha approvato la nuova “Strategia per la Biodiversità”, un tassello fondamentale del Green Deal Europeo, che si inserisce nell’attuale crisi epidemiologica come elemento determinante per la ripresa. La crisi da Covid-19 ha dimostrato quanto la crescente perdita di biodiversità, causata dall’uso scriteriato del suolo terrestre e dei mari, lo sfruttamento delle risorse naturali, l’inquinamento e il riscaldamento globale ci rendano vulnerabili. Per questo la Commissione avanza una proposta per “prevenire la comparsa e rafforzare la resilienza a future pandemie” e offrire allo stesso tempo opportunità commerciali e di investimento immediate che rilancino l’economia europea.

I principali obiettivi della strategia riguardano il raggiungimento di una quota di almeno il 30% delle aree rurali e marine europee protette; trasformare il 10% delle superfici agricole in aree ad “alta biodiversità”.  Bruxelles inoltre punta a ripristinare gli “ecosistemi degradati” che versano in condizioni precarie e ridurre le pressioni sulla biodiversità. La Strategia, inoltre, mira a creare le condizioni per un cambiamento profondo finalizzato a migliorare la governance della biodiversità e garantire gli Stati membri affinché “integrino nelle politiche nazionali gli impegni delineati nella strategia”. Per questo il piano europeo prevede un finanziamento di 20 miliardi di euro l’anno.  La crisi del Coronavirus ha dimostrato quanto siamo tutti vulnerabili e quanto sia impostante ristabilire l’equilibrio tra attività umana e natura – ha dichiarato il Vice Presidente della Commissione Europea Frans Timmermans, responsabile dell’attuazione degli obiettivi del Green Deal – Al centro del Green Deal le strategie di biodiversità puntano a un nuovo e migliore equilibrio tra natura, sistemi alimentari e biodiversità. Proteggere la salute e il benessere dei nostri cittadini e allo stesso tempo aumentare la competitività e la resilienza dell’Unione Europea”.

In Italia, secondo l’Ispra, l’Istituto Superiore per la Prevenzione e la Ricerca Ambientale, i trend degli ultimi decenni parlano chiaro: delle 672 specie di vertebrati, 6 sono già estinte e 161 sono a rischio di estinzione. Le cause di questa tendenza vanno riferite ai cambiamenti climatici e alla crescita dell’uso del suolo. Per quanto riguarda le specie vegetali, le fonti di pressioni riguardano lo sviluppo agricolo e residenziale.

A  ricordare l’importanza della giornata e la difesa della biodiversità l’Ispra ha chiamato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa e la ministra delle Politiche agricole, alimentari e forestali Teresa Bellanova. “Durante la crisi del Covid-19 – ha ricordato Costa – abbiamo visto la natura riprendersi i suoi spazi e per la prima volta mari fiumi cieli e laghi sono stati limpidi come non lo erano forse da decenni. Ma il coronavirus ci ha anche costretti a fare i conti con tutta la nostra fragilità. Adesso è il momento dell’ambizione. La risposta alla crisi è il new green deal non il ritorno a prima ma una nuova normalità ecosostenibile”.

“Diventa sempre più evidente il ruolo centrale e strategico dell’agricoltura nella lotta al cambiamento climatico – ha sottolineato la Bellanova –. Con l’emergenza sanitaria che ci ha colpito, si è parlato meno di ambiente e crisi climatica, ma il problema è tutt’altro che risolto e il settore agricolo può dare un importante contributo. Penso alle tecnologie per il risparmio idrico, alle politiche per lo sviluppo rurale e la cura del territorio. Penso alla biodiversità, a quanto sia importante far tesoro della nostra ricchezza agroalimentare.  Penso alla centralità di boschi e foreste che contribuiscono a far respirare il pianeta e al ruolo fondamentale del florovivaismo nel rendere più verdi e sostenibili le nostre città”.

(Foto di Alain Audet da Pixabay)

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