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Logistica e piano Colao. Perché il futuro dell’Italia passa da container e treni

Logistica, merci in treno e possibile ripartenza per un settore strategico. In commissione lavori pubblici del Senato è stato affrontato il tema del trasporto ferroviario di merci pericolose e i recenti provvedimenti di RFI che limitano il trasporto di questa tipologia di merce. Al momento è in corso una revisione di queste prescrizioni, dato che il Gestore dell’infrastruttura è consapevole dell’importanza trasporto ferroviario merci a servizio di settori strategici nazionali come l’industria chimica, farmaceutica e carburanti.

È stata rappresentata, dal Forum FerCargo, la necessità di una chiara e forte scelta politica a sostegno di questo settore, meritevole di attenzione, viste le grosse potenzialità di sviluppo (anche in termini di gettito iva per singoli containers) e l’importanza per il sistema-Paese anche in considerazione della proposta sul tema contenuta nel piano Colao.

MANOVRA FERROVIARIA

Le attività di manovra ferroviaria e dei terminal ferroviari stanno subendo gli effetti negativi della crisi sanitaria sin dall’inizio che ha impattato notevolmente sul settore del cargo ferroviario, nonostante in questi mesi le imprese aderenti alle Associazioni del Forum abbiano continuato a lavorare, garantendo la continuità di tutti i servizi dell’intero comparto. I dati dimostrano che il calo del traffico ferroviario merci complessivo, registrato nei mesi di Marzo e Aprile è stato di circa il 35%. Le previsioni fino al prossimo dicembre sono molto preoccupanti: nonostante la riapertura delle industrie, il traffico continua a diminuire e non sarà recuperato nel corso del 2020.

NUMERI

La perdita di fatturato stimata nel periodo 1 Marzo-30 Giugno 2020 è per il traffico ferroviario merci di circa 150 milioni di euro; per le attività dei Terminal ferroviari, della Manovra ferroviaria, del noleggio e della manutenzione del materiale rotabile, delle imprese aderenti alle Associazioni del Forum FerCargo, circa 50 milioni. Gli extra costi, inoltre, (sanificazione, acquisto Dpi, spostamento personale operativo) ammontano a circa 20 milioni.

Le misure presenti nel Decreto Rilancio a sostegno di questo settore lasciano ben sperare, anche perché basate sulla rinnovata scelta strategica del governo di investire sulla “cura del ferro”: un fattore decisivo per la competitività del nostro Paese.

CRITICITÀ

Al contempo il settore accusa una serie di criticità che meritano attenzione, soprattutto perché in molti casi la risoluzione delle stesse è a costo zero oppure molto contenuto, rispetto al beneficio per tutto il sistema logistico nazionale.

Alcune proposte potrebbero intrecciarsi con il decreto semplificazioni di prossima emanazione. Il riferimento è ad esempio al trasporto ferroviario merci di treni pesanti, per un intervento a costo zero. Si chiede di trasportare, coerentemente con gli standard europei, treni con peso oltre le 2000 tonnellate, il procedimento è stato avviato dal Gestore dell’Infrastruttura Ferroviaria (RFI) ma è ancora incompleto perché sottoposto ad ulteriori valutazioni di approfondimento. L’attuazione di questa misura su tutta la rete, in piena conformità con quanto già vigente in Europa, nel rispetto della sicurezza ferroviaria, permette di trasportare un volume maggiore di merce con gli stessi costi, producendo efficienza nel sistema e maggiore competitività del trasporto ferroviario a vantaggio del cliente finale.

In secondo luogo c’è il sostegno del trasporto ferroviario delle merci pericolose, altro intervento a costo zero, ma che richiede una particolare attenzione delle istituzioni perché è un segmento decisivo della catena logistica per coniugare l’obiettivo dello sviluppo delle filiere produttive servite dal sistema dei trasporti con la particolare sicurezza che questo sistema deve perseguire.

PORTI & FERROVIE

Porti e ferrovie che dialogano, c’è scritto in un passaggio nel piano Colao: in che modo e con quale intreccio con realtà come Fercargo? Secondo Giuseppe Rizzi, Segretario Generale di FerCargo, FerCargo Manovra, FerCargo Rotabili, FerCargo Terminal che per il 70% ha vocazione internazionale, il cargo ferroviario già oggi arriva in quasi tutti i porti italiani, anche se purtroppo non mancano realtà portuali dove non vi è connessione ottimale per dargli sviluppo e redditività.

“Penso a Gioia Tauro o alla stessa Genova, dove ci sono volumi elevatissimi di Teu che impattano su una infrastruttura deficitaria. Dalla cura del ferro in poi, con il ministro Delrio, è progressivamente aumentata la sensibilità sul tema e oggi è senza dubbio positivo vedere questa proposta nel piano Colao che riprende la nostra idea presente nel position paper Fercargo del 2017, ovvero evitare una perdita di chanches di gettito. Nel 2021 aprirà il tunnel del Ceneri completando il corridoio Alp-transit sulla tratta Genova-Rotterdam, costituito da tre tunnel di cui la base è il San Gottardo: se da un lato è una grande opportunità per la logistica italiana, dall’altro può avere in sé il rischio che Rotterdam faccia un effetto imbuto, nel caso in cui i porti italiani non si adeguino in tempo a collegarsi con la ferrovia”.

CONTAINERS, QUANTA IVA

Alcuni porti significativi d’Europa, come Rotterdam, hanno sviluppato talmente tanto Pil in termini di fatturati e volumi, da diventare porti di macro regioni. Ogni container in arrivo paga l’iva nella regione italiana del porto dove sbarca. Per cui secondo Rizzi l’attrazione in termini economici dei contenitori in un dato porto avrebbe per lo Stato italiano un valore molto interessante.

“Da indagini condotte nel 2019 emerge quanto perde l’Italia in termini di gettito iva dalla mancata attrazione di container nei porti nazionali. Il container tende ad andare laddove paga meno e dove c’è più velocità nello smistamento: i porti attrezzati con la ferrovia permettono una velocità di gestione in un’ottica sostenibile e green di smistamento dei contaniers, oltre a dare valore aggiunto al porto spesso”.

Ciò significa che il porto dovrebbe avere binari lunghi 750 metri ed elettrificazione presente fino alla banchina: prima del lockdown erano diffusissime navi da 24mila Teu.

TRIESTE-PIREO

Il 56% del traffico container sbarcato a Trieste lo scorso anno ha usato la ferrovia: come implementare il tema delle merci in treno? “Penso che laddove vi sia una liberalizzazione dei servizi, con più operatori, si crei un valore aggiunto: Trieste ha raggiunto quel risultato eccellente grazie al management dell’Autorità Portuale di Zeno Dagostino, con la permeabilità di tutti gli operatori ferroviari e la creazione di un network per collegare clienti e players in poche ore in tutta Europa”.

La prospettiva adesso riguarda le potenzialità del comparto in Adriatico, dove già opera un colosso come Cosco al Pireo. “Dall’Egeo si procede con un feederaggio con navi più piccole verso l’Italia: ciò che accade a Gioia Tauro dove le merci anziché ripartire in treno vengono allocate in navi più piccole. Ma se in Calabria si realizzasse la possibilità di caricare su rotaia i contaniers in arrivo si potrebbero aprire opportunità davvero interessanti per il nostro Paese”, conclude Rizzi.

twitter@FDepalo

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