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Il Mes, l’auto elettrica e i monopattini. La partita Italia-Germania vista da Cazzola

“Non abbiamo messo a disposizione degli Stati strumenti come il Mes o Sure perché restino inutilizzati”. Sono parole di Angela Merkel che tra pochi giorni inaugurerà il semestre della presidenza della Ue. Sembrano considerazioni di buon senso che non si rivolgono in particolare ad uno o ad un altro dei Paesi membri, ma invitano ad una riflessione di carattere generale che merita delle risposte. Gli stanziamenti, per ora in freezer, sono stati a lungo negoziati in sede comunitaria a ristoro di gravi problemi denunciati dai governi nell’affrontare le emergenze sanitarie ed economiche derivanti dalla pandemia e dalle misure adottate per contenerne gli effetti. Una reazione piccata come quella di Giuseppe Conte non è solo ingiustificata, ma è l’esibizione di un’enorme coda di paglia che il sistema politico italiano si porta appresso e non è più in grado di nascondere.

“Io rispetto Merkel, ma a far di conto per l’Italia ci sono io, con Gualtieri, i tecnici del Mef e i ministri – ha bofonchiato Conte -. Ci stiamo predisponendo per presentare il Recovery plan a settembre, a questo è servito il confronto agli Stati generali”. La cancelliera tedesca è una che conosce le cose. Avrebbe potuto replicare: “Scusami Giuseppi, in verità mi avevi raccontato che la sanità pubblica in Italia ha retto bene la sfida della fase 1; io lo riconosco; il vostro esempio ci è stato di aiuto. Ma non sarebbe il caso di sanare le ferite, rafforzare il sistema, attrezzando il Fondo sanitario nazionale a rispondere più adeguatamente alle necessità delle regioni, come quelle del Sud, penalizzate da trasferimenti ragguagliati alla spesa storica, vigente quando venne varata la riforma del 1978? Poi mi pare di aver letto da qualche parte che il tuo governo vorrebbe ridurre le tasse, a partire dall’Irap che, se ben ricordo, è un’imposta regionale le cui entrate coprono gran parte della spesa. Inoltre, anche dove le strutture sono più efficienti, vi sono lunghe lista di attesa: e che la situazione si è aggravata perché, durante la fase acuta della pandemia, le strutture sanitarie sono state costrette a rincorrere quell’emergenza, trascurando e rinviando altri interventi per patologie molto gravi. È vero, poi, che avete quasi raddoppiato le terapie intensive, ma lo avete fatto – a parte l’inutile padiglione della Fiera di Milano – riconvertendo i mezzi a disposizione. E la Cassa integrazione? Siete sempre a lamentarvi che non avete risorse sufficienti e periodicamente chiedete al Parlamento l’autorizzazione ad aumentare il deficit. Capisco che ce l’avete col Mes. Ma il Sure che cosa vi ha fatto? Comunque, restate pure a covare le vostre uova – potrebbe concludere la Merkel – ma io non lascio delle risorse, messe a disposizione anche dai miei concittadini, ad ammuffire sotto i materassi. Se volete andare a fondo accomodatevi pure. Fate solo attenzione che ai bagnini del salvataggio è proibita la respirazione bocca a bocca’’.

Noi italiani, se fossimo onesti, potremmo aggiungere, poi, qualche altra considerazione. Dove stanno i conti di Conte? E che cosa è uscito dagli Stati generali che ci consenta di programmare a settembre l’impiego delle risorse del Recovery Fund? Fino ad ora sono circolate delle etichette incollate a dossier completamente vuoti. Ogni tanto qualcuno prova ad infilarvi un appunto che viene ritirato e cestinato il giorno dopo. Angela Merkel può vantare una capacità decisionale adeguata alla gravità del momento. Il 3 giugno il governo di coalizione di Berlino ha varato un piano di 15 pagine (come ha ricordato Carlo Bonomi) con 31 punti dedicati alla “Congiuntura e superamento della crisi” e 26 punti agli investimenti per il futuro e per l’ambiente. Ovviamente non intendiamo ripercorrere tanti argomenti (ogni progetto è finanziato); è sufficiente soltanto indicare la qualità di questi punti ricorrendo a qualche esempio.

CONGIUNTURA: 

Aiuti alle aziende (dopo 9000 euro per aziende piccole fino a 5 dipendenti, 15000 euro per aziende fino a 10 dipendenti, garanzie fino a 25 per cento fatturato fino a 800.000 euro). Aiuti ponte per aziende, per esempio ristoranti, hotel, club sportivi non serie A/B, logistica di eventi, allestitori fiere. Aziende che hanno perso – rispetto al 2019 – in aprile/maggio almeno 60% del fatturato e hanno ancora una perdita di almeno 50% di fatturato da giugno ad agosto, possono avere un rimborso di 50%  dei costi fissi aziendali fino a 150.000 euro. Aziende con perdita di fatturato oltre 70%  possono avere un rimborso di 80%. Piccole aziende fino a 5 dipendenti ricevono al massimo 9000 euro, fino a 10 dipendenti 15000 euro, ma si può chiedere di più motivandone le ragioni per una eccezione. Bisogna far certificare i costi da un commercialista, chi potrebbe ricevere troppo, dovrà rimborsare dopo. Le richieste si possono fare fino al 31.8.2020. Lo stanziamento: 25 miliardi.

INVESTIMENTI: 

Raddoppiati i contributi per l’acquisto di un auto elettriche fino a 40.000 euro, si ricevono 6000 euro. (2,2 miliardi).

Investimenti di ricerca e sviluppo di produttori e fornitori di auto: 2 miliardi.

Sussidi per auto di servizi di aziende di cura (sanità, anziani), per sostituzione con auto elettriche : 200 milioni

Sussidi per artigiani per auto elettriche.

Per la infrastruttura di ricarica di auto elettriche: 2,5 miliardi

Ferrovie pubbliche, per investimenti extra: 5 miliardi in 5 anni.

Più soldi per la riduzione delle emissione CO2 delle case: 2 miliardi.

Digitalizzazione accelerata dei registri dell’anagrafe (“once only”): 300 milioni.

Digitalizzazione dei servizi per i cittadini: 3 miliardi

Piattaforme digitalizzazione delle Pmi: 1 miliardo.

Sussidi per ricerca, sviluppo intelligenza artificiale: da 3 a 5 miliardi

Ricerca Sviluppo “Quantentechnologien” per consorzi di ricerca: 2 miliardi

Comunicazione 5G, 6G: 2 miliardi.

Rete 5G introduzione accelerata fino a 2025: 5 miliardi

Ecco che cosa significa avere una politica industriale: puntare sull’auto elettrica. Noi invece puntiamo sui monopattini.



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