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Così gli Usa contrastano le mosse energetiche di Russia e Venezuela

La dottrina statunitense della dominanza energetica, uno dei perni dell’amministrazione Trump, negli ultimi giorni ha visto una brusca accelerazione sia sul versante interno, sia, in modo particolare, sullo scacchiere geopolitico.

A livello nazionale, il presidente Trump ha firmato di recente un ordine esecutivo che conferisce alle agenzie federali poteri straordinari, al fine di accelerare l’iter dei principali progetti energetici e infrastrutturali, bypassando i requisiti di autorizzazione ambientale. Si tratta di una svolta annunciata, per uscire dalle greppie della pandemia, che aiuterà l’industria petrolifera americana a completare una serie di progetti energetici strategici come l’oleodotto Keystone Xl, il controverso tubo che dovrebbe collegare i giacimenti canadesi di shale gas e tight oil sino ai porti texani del golfo del Messico.

Per rilanciare la produzione domestica dopo il Covid-19, la Casa Bianca è intenzionata a colpire, soprattutto, i Paesi rivali, Russia in primis. Ed è in questo senso che va letta la mossa di un nutrito gruppo di senatori americani, iniziativa bipartisan capeggiata dal repubblicano Ted Cruz e dalla senatrice democratica Jeanne Shaheen, che hanno annunciato la presentazione di una proposta di legge che potenzia le sanzioni sul Nord Stream 2, il gasdotto russo che, nell’ottica di Washington, estende l’influenza economica e politica di Mosca in Germania e negli altri paesi europei.

Il progetto di legge sulla protezione della sicurezza energetica in Europa segue le iniziative assunte l’anno scorso dallo stesso presidente Trump che hanno di fatto indotto la società a capo del consorzio di costruzione del tubo – il gruppo svizzero-olandese Allseas – ad interrompere la posa dei tubi sul tratto offshore del gasdotto, ritardando di parecchi mesi il completamento dell’opera. Ora le attività sono riprese, grazie a due navi russe che stanno procedendo a terminare i restanti 160 chilometri di gasdotto e, come riferito dallo stesso presidente russo, Vladimir Putin, il Nord Stream 2 potrebbe ora essere inaugurato entro la fine del 2020 o all’inizio del prossimo anno.

La proposta di Cruz e Shaheen intende nuovamente fermare il progetto estendendo il perimetro sanzionatorio e andando a colpire tutte le parti coinvolte nelle attività di posa dei tubi e le parti che forniscono servizi di sottoscrizione, assicurazione o riassicurazione sul progetto. Come ha detto ai media Ted Cruz: “il disegno di legge chiarisce che le persone e i beni coinvolti nelle attività di installazione del gasdotto dovranno affrontare sanzioni paralizzanti e immediate”. L’altra proponente della legge, la senatrice democratica Shaheen, ha invece affermato che il gasdotto russo minaccia l’indipendenza energetica dell’Ucraina e dell’Europa e “offre alla Russia un’apertura per sfruttare i nostri alleati”.

La mossa americana ha scatenato la reazione dei fautori del progetto. Il portavoce di Nord Stream 2, Jens Mueller, ha dichiarato che le famiglie e le industrie europee pagheranno “miliardi in più” per il gas se il gasdotto non sarà costruito. “Le decisioni sulla politica energetica dell’Unione europea dovrebbero essere lasciate agli europei”, ha affermato Mueller. Anche il ministro dell’economia tedesco Peter Altmaier ha criticato Washington per “intensificare questa minaccia sanzionatoria, che è extraterritoriale e quindi in conflitto con il diritto internazionale”. Se l’Europa è il nuovo terreno di scontro energetico con la Russia, gli Stati Uniti guardano anche al cortile di casa e, in modo particolare, a quel Venezuela la cui configurazione di Stato petrolifero instabile, non ha mai smesso di preoccupare l’amministrazione Usa.

Per questo motivo, secondo quanto riferito dalla Reuters, il dipartimento del Tesoro statunitense si appresta ad un nuovo giro di sanzioni nei confronti di altre 40 superpetroliere straniere accusate di alimentare il traffico di greggio che il presidente Maduro sta continuando a portare avanti, nonostante l’embargo, utilizzando la compagnia petrolifera nazionale, la Pdvsa. Come ha detto il segretario di stato Usa, Mike Pompeo, “queste navi stanno trasportando petrolio rubato a tutti gli effetti al popolo venezuelano”. Una contesa economica e diplomatica che Trump è intenzionato a rafforzare, sfruttando quelle che saranno le decisioni che nelle prossime ore saranno assunte dal Vertice dei Paesi dell’Opec esteso anche alla partecipazione della Russia.

*Le opinioni e le analisi riportate dall’autore sono strettamente personali


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