Sixthcontinent continua a difendere il suo operato e salvaguardare il suo business. Come raccontato lo scorso Febbraio da Formiche.net, pochi mesi fa l’Antitrust aveva avviato un provvedimento cautelare nei confronti di SixthContinent in Italia, società nata nel 2010 e attiva nella vendita di shopping card. Carte elettroniche che consentono ai consumatori di acquistare a prezzi scontati prodotti e servizi e che danno diritto ad usufruire di una serie di vantaggi in termini di sconti, punti ed altre utilità. SixthContinent infatti trasforma i budget pubblicitari delle aziende in crediti e punti fedeltà con i quali i consumatori acquistano buoni spesa, anche di beni primari, come carburante, supermercati, ricariche telefoniche e vi pagano persino i bollettini.
Un nuovo approccio visionario allo shopping (gli utenti sono passati dai 132 mila del 2017 agli oltre 480 mila nel 2018, e poi a 600 mila nella prima metà del 2019) che ora trova nuova spazio nell’era del coronavirus: due mesi e passa di lockdown, con annessa crisi economica, hanno infatti ridisegnato il perimetro delle abitudini di molti italiani, spingendoli verso forme di acquisto più veloci e risparmiose. In una nota l’Autorità garante della concorrenza aveva sostenuto che, dalle evidenze acquisite, derivanti da numerose segnalazioni e dalla documentazione ispettiva, fosse emerso come SixthContinent abbia “bloccato un elevato numero di account di consumatori e/o ritardato e ostacolato l’utilizzo di un rilevante volume di Shopping Card già acquistate”. Accuse prontamente respinte al mittente da Fabrizio Politi, fondatore della società.
La quale ora rischia di subire delle conseguenze non da poco, per giunta a causa di un’istruttoria che non è nemmeno conclusa. La stessa società ha rimarcato ieri in una nota come “dal 2015 ad oggi Sixthcontinent ha trasformato in Italia milioni di euro dei budget pubblicitari delle aziende in contributi per gli acquisti dei consumatori e questo è il principio cardine dell’azienda su cui si basa ogni azione e decisione”.
Una nota diffusa ad aprile dall’Antitrust, rilevava come “da un significativo e costante flusso di segnalazioni nonché dalla relazione tardivamente trasmessa da Sixthcontinent è infatti emerso come la società non abbia rispettato le misure cautelari così disposte dall’Autorità per interrompere la continuazione delle pratiche che già risultavano prima facie gravemente scorrette”.
Ma la società vuole rassicurare i suoi utenti. “Le conclusioni preliminari degli Uffici inquirenti dell’Agcm, nell’ambito del procedimento PS11332, pubblicate su alcuni social sono solo ipotesi non ancora verificate dal Collegio dell’Agcm che dovrà esprimere una decisione in merito, decisione peraltro non definitiva perché soggetta alla vaglio dei giudici amministrativi”.
Inoltre Sixhtcontinent ha fatto sapere di voler continuare a confidare “che l’Autorità possa valorizzare le corpose prove documentali che saranno prodotte in corso di istruttoria, che dimostreranno come Sixthcontinent, che ha sempre operato nel rispetto delle regole, è stata vittima di condotte di probabile rilevanza penale e che, infatti, si sono tradotte in un esposto da parte della Società presso la competente Procura della Repubblica. Sixthcontinent è sicura che la rappresentazione dei fatti oggetto del procedimento che verrà offerta al Collegio dell’Agcm, garantirà il riconoscimento della verità e dei valori, a cui la propria condotta è sempre stata ispirata”.