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Riciclo della carta, siamo sulla buona strada ma… I numeri del Rapporto Comieco

La promozione della cultura della raccolta, riciclo e recupero della carta e del cartone è stata la missione che Comieco, il Consorzio nato 35 anni fa e che oggi presenta il suo 25° Rapporto annuale, ha sempre portato avanti in questi anni. E il 2019, anno di riferimento del Rapporto, ha confermato come ormai la raccolta differenziata di carta e cartone sia “un’abitudine consolidata per tutti i cittadini”. Anche in quelle aree del Paese che fino a qualche anno addietro avevano più difficoltà a mettere in pratica questi comportamenti: il risultato positivo è stato ottenuto soprattutto nel Meridione, in Sicilia in particolare, che per il quarto anno consecutivo ha fatto registrare una crescita a due cifre.

La raccolta comunale di carta e cartone supera ormai in Italia i 3 milioni e mezzo di tonnellate, con una resa per abitante di 57 chili e mezzo ogni anno. E questo grazie all’accordo con l’Anci, l’Associazione dei Comuni italiani, che ha permesso il ritiro di carta e cartone con un trasferimento di risorse dal Consorzio ai Comuni, solo nel 2019, di oltre 129 milioni di euro. Accordo che è stato recentemente rinnovato e che trova i suoi punti di forza nel ritiro di carta e cartone su tutto il territorio nazionale, nella sussidiarietà al mercato del sistema consortile, nella valorizzazione dell’imballaggio di questo materiale.

“Già oggi possiamo dire – scrive Carlo Montalbetti, direttore generale del Consorzio – di aver raggiunto e superato gli obiettivi di riciclo che la direttiva europea prevede entro il 2025 per gli imballaggi a base cellulosica. Siamo quindi sulla buona strada perché il comparto possa raggiungere l’obiettivo dell’85% nel 2030. Per quanto riguarda il prossimo futuro, pensiamo di arrivare, nel 2021, all’utilizzo di un marchio di riciclabilità che sarà un elemento di distinzione anche per i consumatori nel momento dell’acquisto, così poter scegliere tra un imballaggio più riciclabile e uno meno riciclabile”.

La crescita della raccolta differenziata, che nell’ultimo anno è stata del 3%, è soprattutto merito delle Regioni del Sud con un +8,5% (69mila tonnellate), mentre il Centro e il Nord con, rispettivamente, un +2,8% (23mila tonnellate) e un +0,6% (11mila tonnellate) raggiungono un risultato inferiore alle attese, “probabilmente da ricondurre a una debole crescita su Roma e alle condizioni di mercato delle materie prime”.  Gli investimenti sostenuti nelle regioni meridionali dal Conai, il Consorzio Nazionale imballaggi, e dai sei Consorzi di filiera, compreso Comieco, stanno dando i loro frutti e portano un po’ tutti gli enti locali a migliorare le loro raccolte differenziate, carta e cartone compresi. Oltre ai risultati in Sicilia (+16%) e Molise (+12,5%), una nota particolare viene spesa per Campania e Puglia che “per la prima volta superano l’asticella delle 200mila tonnellate in un anno”.

E proprio su una delle carenze ataviche che affligge il Mezzogiorno, cioè la mancanza di impianti, ha insistito il presidente uscente di Conai Giorgio Quagliuolo (il nuovo Consiglio di amministrazione convocato per domani dovrebbe eleggere il nuovo presidente). “Il mondo delle imprese, ha detto Quagliuolo, si aspetta dalla politica un aiuto alla realizzazione di quelle infrastrutture necessarie a chiudere il cerchio. La transizione verso una compiuta economia circolare ha bisogno di un cambio di prospettiva che passa attraverso la realizzazione di nuovi impianti. La carenza impiantistica, specie nel sud, è drammatica e occorre supportare quegli imprenditori che intendono realizzare gli impianti che mancano, attraverso una mirata politica fiscale”.

Un focus particolare il Rapporto lo dedica alle più importanti aree metropolitane del Paese: Torino, Milano, Firenze, Roma, Napoli e Palermo, che rappresentano il 12% degli abitanti e il 14% dei rifiuti urbani prodotti in Italia. “Queste realtà sono caratterizzate da una fisiologica complessità data dalla sovrappopolazione di abitanti, tipologie e diversità delle utenze, tessuto urbanistico, fattori che contribuiscono a rendere meno agevole l’organizzazione e la gestione dei servizi di igiene urbana. Lo conferma il dato dei livelli di raccolta differenziata che soltanto in due casi – Milano e Firenze – è superiore al 50% a fronte di una media Italia che si stima sia arrivata oltre il 60%”. Questi nuclei urbani di quasi 7 milioni di abitanti hanno prodotto nel 2019 poco meno di 4 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, di cui oltre il 45% raccolti in modo differenziato. La produzione media di rifiuti urbani è superiore del 17% al dato nazionale, il che indica come “le grandi realtà urbane siano bacini essenziali per lgi sviluppi attesi nei prossimi anni”. Per quanto riguarda la raccolta di carta e cartone, nel 2019 nelle sei città i volumi hanno superato le 480mila tonnellate, pari a quasi il 14% del dato nazionale.

“Il Sistema dei Consorzi degli imballaggi ha raggiunto livelli molto elevati di efficienza – ha sottolineato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa – si può solo migliorare. C’è un rapporto tra il mondo dell’imprenditoria e quello della politica che deve porre le condizioni perché le imprese possano svolgere un miglior servizio. Il sistema consortile ha natura giuridica privatistica incaricato di pubblico servizio, cioè tutela non soltanto il proprio interesse, ma anche l’interesse collettivo. E i dati ci confortano: adesso siamo all’81% a livello di riciclo, possiamo guardare con ottimismo a quell’85% che la nuova direttiva si impone al 2030. La vera sfida sarà quella di uniformare le diverse realtà del Sud, del Centro e del Nord, facendo un salto di qualità che coinvolga tutti i territori del Paese, anche attraverso la realizzazione di nuovi impianti”.


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