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Stato o mercato? Tutti i dettagli dell’operazione Aspi-Cdp

Non chiamatela nazionalizzazione. Il quasi imminente ingresso di Cassa Depositi e Prestiti in Autostrade, dopo l’accordo di metà luglio tra governo e famiglia Benetton, sarà un’operazione di mercato in piena regola, dettata da regole ben lontane da una statalizzazione vecchio stile. A giorni verrà siglato con Atlantia, holding di controllo di Autostrade, a sua volta partecipata al 30,2% da Sintonia, espressione della cassaforte della famiglia veneta, Edizione, il Memorandum of Understanding con il governo italiano. In altre parole, la posa della prima pietra dell’operazione industriale che porterà Autostrade alla fuoriuscita dal controllo dei Benetton, per passare a nuovi investitori, tra cui per l’appunto Cdp.

L’operazione industriale avverrà in due tronconi ma nello stesso lasso temporale. Prima la scissione di Aspi da Atlantia con contestuale quotazione in Borsa e aumento di capitale a prezzo dell’Ipo per l’ingresso di Cdp, che garantirà così risorse fresche per la nuova società. Poi l’ingresso di tutti gli altri soci. Verosimilmente il fondo australiano Macquarie, ma anche Blackstone e i fondi sovrani del Qatar.

Tutto avverrà con regole di mercato e cioè con un prezzo delle azioni fissato dai corsi di Borsa. Proprio ieri, alcune fonti vicine al dossier, hanno chiarito la natura dell’operazione: sarà proprio il mercato a stabilire la giusta quotazione di Aspi. Tutti i soci, Cdp inclusa, entreranno in fase di Ipo e tutti pagheranno lo stesso valore. Il prezzo di ingresso per Via Goito sarà quindi quello della quotazione, come per gli altri investitori. Per questo, la valutazione di Aspi sarà guidata dal mercato stesso, come avviene in tutte le Ipo, e non ex ante.

Chiarito il punto sul valore delle azioni, non deciso a tavolino, resta un’altra questione. Quella relativa al ruolo e alla mission della Cassa. Tanto per cominciare, è vero che Cdp è controllata dal Tesoro all’83% (il resto del capitale è in mano alle fondazioni bancarie), ma è altrettanto vero che Via Goito è fuori dal perimetro della Pa (come la Kfw tedesca), il che vuol dire che le operazioni in cui essa è coinvolta non impattano sui nostri conti pubblici, debito in primis. Non è tutto. Il sostegno allo sviluppo delle infrastrutture è parte del core business della Cassa, storicamente il primo investitore infrastrutturale del Paese, sia in via diretta (finanziamenti corporate, project ed investimenti in equity) sia indiretta (attraverso il sostegno alla Pa). Non è un caso se nell’ultimo decennio, Cdp ha investito risorse private nelle infrastrutture oltre 20 miliardi di euro.



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