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Politica estera e futuro del Paese, il senso dell’incontro fra Draghi e Di Maio

Da una parte Mario Draghi, l’uomo che dal piano più alto della Bce ha salvato l’euro e forse anche l’economia del Vecchio Continente. Dall’altra Luigi Di Maio, ministro degli Esteri del governo italiano. Un incontro avvenuto poco meno di tre settimane fa, ma trapelato soltanto oggi con un lancio dell’Adnkronos, quello tra l’ex presidente della Bce e il capo della diplomazia italiana, che ha subito attirato un mix di critiche e curiosità. La figura di Draghi, non è un mistero, ha sempre suscitato una certa suggestione, tra chi ha sempre caldeggiato un Draghi presidente della Repubblica o un Draghi premier. Ma lo studente del Massimo diventato governatore della Banca centrale ha sempre detto no.

Cosa si sono detti Draghi e Di Maio? Nel confermare la notizia dell’incontro avvenuto il 24 giugno, la Farnesina ha parlato di “consueti incontri istituzionali che il titolare della Farnesina è solito svolgere anche con altre autorità istituzionali”, nonché di uno scambio di vedute “positivo e proficuo con al centro del colloquio i dossier europei”. Secondo quanto risulta a Formiche.net si parla di un Mario Draghi piacevolmente sorpreso dell’incontro avuto con Di Maio. A più di un interlocutore Draghi, noto per dispensare complimenti con molta parsimonia, avrebbe confidato di aver conosciuto un ministro concreto e molto preparato.

Quanto ai temi oggetto della conversazione alla Farnesina, Draghi e Di Maio avrebbero parlato soprattutto di Europa, alle prese con una recessione spaventosa, a cui il nuovo corso della Bce, inaugurato proprio con Draghi e proseguito da Christine Lagarde, può porre rimedio. Molto probabile che si sia anche parlato dell’imminente Consiglio europeo chiamato a varare definitivamente il Recovery Fund da 750 miliardi. D’altronde, le risorse messe in campo dall’Europa, che nel complesso valgono più o meno 2mila miliardi, seguono un po’ la filosofia di Draghi, quel whatever it takes entrato ormai nella storia.



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