Colpo di reni dell’industria italiana, dopo settimane di buio. Dopo la forte flessione registrata ad aprile, nel cuore del lockdown, a maggio l’attività industriale è scattata. Al punto che la produzione industriale, secondo le stime dell’Istat, è aumentata del 42,1% su base mensile. Una buona notizia per un Paese ancora stretto nella morsa della recessione (quest’anno, secondo le stime della Commissione europea, il Pil italiano potrebbe crollare dell’11,2%).
Nella media del periodo marzo-maggio, scrive l’Istat, il livello della produzione cala del 29,9% rispetto ai tre mesi precedenti. Il livello della produzione, peraltro, risente ancora della situazione generata dall’epidemia di Covid-19: l’indice generale, al netto della stagionalità, presenta una flessione del 20% rispetto al mese di gennaio, ultimo periodo precedente l’emergenza sanitaria. L’indice destagionalizzato mensile mostra aumenti congiunturali diffusi in tutti i comparti: aumentano in misura marcata i beni strumentali (+65,8%), i beni intermedi (+48%), i beni di consumo (+30,8%) e, con una dinamica meno accentuata cresce l’energia (+3,4%).
Forti flessioni tendenziali caratterizzano tutti i principali comparti; il calo è meno pronunciato solo per l’energia (-7,2%), mentre risulta più rilevante per i beni strumentali (-22,8%), i beni intermedi (-22,4%) e quelli di consumo (-18,7%). Tutti i principali settori di attività economica registrano diminuzioni tendenziali. Le più accentuate sono quelle della fabbricazione di mezzi di trasporto (-37,3%), delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-34,1%), della fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (-24,8%); i cali minori, invece, si osservano nella produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (-4,2%) e nella fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (-5,2%).
Ma il dato di maggio non scalda tanto i consumatori. “L’aumento della produzione a maggio è un dato atteso e fisiologico, che non sorprende e non deve dare adito a facili entusiasmi, del tutto ingiustificati in questo momento di grave difficoltà per il Paese” afferma il Codacons. “La ripresa delle attività nel mese di maggio ha portato ad una crescita dell’industria rispetto al mese precedente, caratterizzato dal pieno lockdown, che tuttavia si scontra con un dato tendenziale disastroso – spiega il presidente Carlo Rienzi -. Rispetto allo scorso anno la produzione industriale è diminuita del -20,3%, con un picco che raggiunge -29,3% per i beni di consumo durevoli”.