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Nexi-Intesa, chi vince è l’innovazione

In un mondo che corre alla velocità della luce verso il digitale, un’alleanza strategica come quella appena perfezionata tra Nexi e Intesa San Paolo è il simbolo del cambiamento dei tempi. I pagamenti elettronici sono e saranno uno dei pilastri della ripresa italiana.

Anche perché il governo vi ha puntato molto della sua strategia di uscita dal tunnel, al punto da ipotizzare in questi mesi un taglio dell’Iva per chi usa la carta al posto del contante. Ottenute le autorizzazioni delle autorità competenti sono stati perfezionati gli accordi, siglati lo scorso 19 dicembre, in virtù dei quali Ca’ de Sass entra nel capitale di Nexi con una quota del 9,9%.

Una rivoluzione dei sistemi di pagamento che prevede collateralmente il trasferimento a Nexi, la società paytech leader nei pagamenti online, del ramo aziendale di Intesa per l’attività di acquiring, cioè il business che connette l’esercente al sistema di pagamenti digitali, attualmente svolta nei confronti di oltre 380 mila punti vendita. Il mercato, comunque, aspettava questo closing, come dimostra lo sprint in Borsa del titolo Nexi lo scorso 1 luglio, a poche ore dall’annuncio del perfezionamento dell’operazione con Intesa, che vale circa un miliardo.

Il valore è soprattutto nell’esternalizzazione di un servizio che Intesa ha finora svolto internamente, ovvero l’attività di acquiring. Il tutto mantenendo però una quota di partecipazione in un settore che presenta grandi margini di crescita, i pagamenti digitali appunto. Non è un caso che secondo molti analisti l’operazione Nexi-Intesa genererà un aumento del margine operativo di gruppo atteso di circa 95 milioni di euro nel 2020.

Il vantaggio è d’altronde bipartisan. Con l’operazione, Intesa San Paolo può valorizzare adeguatamente l’attività di acquiring, oggi svolta all’interno, anche “a fronte delle crescenti esigenze di investimenti e delle economie di scala necessarie per operare efficientemente nel settore in un contesto competitivo di dimensioni internazionali, mantenendo una quota di partecipazione alle significative prospettive di crescita dell’attività stessa”, ha fatto sapere lo stesso gruppo guidato da Messina in una nota.

La pietra angolare dell’intera operazione Intesa-Nexi è comunque un contesto di mercato in piena evoluzione, in cui il trend mondiale richiede sempre più spesso la nascita di partnership fra soggetti specializzati. Da una parte banche commerciali come Intesa che si concentrano sulla relazione con il retail, dall’altra realtà come Nexi che si concentrano su uno specifico servizio, in questo caso l’accettazione dei pagamenti digitali dal lato merchant. In questo modo, non è un dettaglio, la natura della banca rimane la stessa, pur proiettando al contempo il proprio business nel futuro.



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