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La proposta Monti? In Ue i miracoli non sono di casa. Firmato Pennisi

La “proposta Monti” di giungere all’approvazione da parte del Parlamento di una mozione in cui si mostri l’impegno di tutte le maggiori forze politiche italiane a favore degli aiuti europei, si parli del Meccanismo europeo di stabilità (Mes), senza pregiudicare le posizioni dei vari partiti sull’utilizzazione dei vari strumenti, pare, ad una prima lettura, tra il gesuitico ed il furbo. L’amico Gianfranco Polillo scrive che per attuarla ci vuole un miracolo. Senza scomodare Padre Pio, che si occupa di cose ben più serie ed a cui il presidente del Consiglio è particolarmente devoto, a me sembra tipica di una commedia all’italiana, di quelle con la regia di Steno e con protagonista Totò.

Non solo perché in Europa da tempo i miracoli non sono di casa – il compianto Luigi Pellicani ha scritto un saggio sulle “radici pagane” dell’Unione europea (Ue) – ma perché non tiene affatto conto del fatto che nelle capitali europee tutti sanno i particolari anche minimi del dissidio tra le forze politiche (e del governo e dell’opposizione) a proposito dell’utilizzazione dello sportello sanitario del Mes da parte del nostro Paese.

In primo luogo, gli altri 27 Stati membri hanno ambasciate a Roma, con diplomatici e funzionari pagati (più o meno lautamente) per informare i rispettivi governi su ciò che avviene nel nostro Paese: hanno probabilmente già inviato “telespressi” sulla “furbata” proposta sulle pagine del Corriere della Sera e staranno sorridendo sulla sua ingenuità.

In secondo luogo, la stessa Commissione europea ha una vasta rappresentanza a Roma ed avrò inviato un rapporto a Bruxelles sulle ultime vicende relative al Mes – dalla richiesta di chiarimenti da parte del Segretario del Pd Zingaretti alle risposte di esponenti del Movimento Cinque Stelle (M5S), al silenzio tombale di Palazzo Chigi. Le Ambasciate e la Rappresentanza della Commissione avranno anche informato i ministeri degli Esteri dei 27 e Bruxelles che oggi in Commissione Trasporti alla Camera il M5S ha riaperto un dossier che sembrava chiuso: l’altra velocità tra Lione e Torino. Il clima è quindi meno idillico che mai. In terzo luogo, ci sono i media: basta scorrere le maggiori testate straniere per vedere come descrivono le posizioni delle forze politiche italiane sui temi europei.

A questo punto, è meglio smetterla di tergiversare e verificare, in occasione della preparazione del vertice europeo di metà luglio, se il governo ha o non ha una maggioranza in grado di decidere.

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