“Il progetto di Eni di candidare il territorio di Ravenna alla realizzazione del più grande centro europeo per la cattura e stoccaggio della CO2 è assolutamente il modello ideale a cui tendiamo”. Lo ha ribadito Paolo Pirani, segretario generale della Uiltec nazionale che oggi ha partecipato al convegno in videoconferenza, promosso dalla Uiltec della Emilia Romagna “La sfida dopo la pandemia, cosa produrre e come produrlo”. Nel dibattito è emersa la prospettiva produttiva che può caratterizzare la realtà ravennate per un nuovo paradigma industriale: “Dalle plastiche bio alla cattura della CO2”. Proprio su quest’ultimo tema, Pirani non ha avuto esitazioni: “Sul progetto per lo stoccaggio della CO2 – ha detto – vogliamo essere chiari. Si tratta di un punto di svolta, ma non è la sola risposta che il distretto estrattivo dell’Adriatico sta aspettando. Vorremmo uno scarto in avanti. Vorremmo che si superasse questa ormai diffusa avversione verso questa attività industriale. Ma come si pensa di essere credibili rispetto alla transizione energetica se non si passa per un utilizzo realistico del gas naturale. Ha senso in questo quadro continuare ad importarlo, con questi costi e con queste modalità, quando il gas naturale è qui, ed è a portata di mano. Noi, in definitiva, pensiamo che insieme allo stoccaggio della CO2 bisognerebbe tornare ad investire anche sulle attività estrattive per essere seri e coerenti”.
GLI OSPITI DEL DIBATTITO
Il dibattito è stato animato dalla partecipazione di numerosi interventi: “Giuliano Zignani, Vittorio Caleffi e Carlo Sama, rispettivamente segretari generali in Emilia Romagna della Uil, della Uiltec, della Uil di Ravenna; Vincenzo Colla, Assessore allo Sviluppo economico e al Lavoro della regione stessa; Michele De Pascale, sindaco di Ravenna; Luigi Ciarrocchi, manager CCUS & Forestry del gruppo Eni; Gianni Bessi, consigliere regionale del Pd; Corrado Clini, già ministro dell’Ambiente; Marco Chimenti, direttore generale della Confindustria dell’Emilia-Romagna.
VALORIZZARE LE BIOMASSE
“La nostra regione – ha spiegato Vittorio Caleffi, leader della Uiltec regionale – è per larga parte occupata dalla principale pianura italiana. Siamo quindi tra i più grandi produttori di biomasse. Ora senza generare inutili competizioni, ma sinergie con il sistema agro-alimentare, possiamo pensare ad un loro utilizzo che le valorizzi completamente. In questa logica il fallimento amministrativo della società ‘Bio-on’ non è stato un fallimento tecnico-scientifico. Non possiamo rischiare di perdere questo patrimonio, che ha fatto si che nella nostra regione sia stata ideate e brevettata, una delle poche plastiche rigide biodegradabili. E di biomasse di scarto, questa azienda, ne avrebbe utilizzate tante. Ma allo stesso modo siamo la regione in cui operano due dei più grandi gruppi partecipati dei servizi pubblici, HERA ed IREN. Quanto queste aziende possono contribuire e fare per la filiera del riciclo e del riutilizzo dei rifiuti raccolti? E cosa si sta muovendo all’interno dei centri ricerca delle grandi aziende chimiche, pensiamo alla BASF, alla LyondellBasell o alla stessa Versalis di Eni, rispetto alle tecnologie di rigenerazione meccanica o chimica dei prodotti plastici? L’iniziativa poi per portare, nel cuore della Motor-Valley, un centro per la progettazione di super-car elettriche potrebbe essere l’occasione, per creare e favorire rapporti con i nostri produttori di plastiche e gomme, e conseguentemente con tutte le aziende locali della componentistica. Abbiamo, in sintesi, bisogno di attività economiche che sappiano resistere alle sfide che abbiamo citato all’inizio. Nella nostra idea di cosa produrre e come produrre pensiamo evidentemente come ulteriore modello al distretto del biomedicale modenese, dove l’attività industriale non si è mai fermata, nemmeno nei peggiori giorni della pandemia”.
OCCUPAZIONE GRAZIE AD ECONOMIA CIRCOLARE
L’assessore regionale, Vincenzo Colla, Ha spiegato come ogni fase transitoria rappresenti un passaggio delicato per il Paese: “L’energia, in particolar modo – ha sostenuto – ha sempre cambiato i modelli economici e sociali di sviluppo. Quello di Ravenna è un progetto altamente innovativo in campo energetico e ambientale, che va nella direzione della sostenibilità e di una riconversione produttiva che guarda a quella che per noi è una priorità: la green economy. Ne esce rafforzato ulteriormente il nostro obiettivo di arrivare entro pochi mesi a siglare con tutte le parti sociali in Emilia-Romagna un nuovo Patto per il lavoro e per il clima. Il piano di Eni per la decarbonizzazione, attraverso la cattura e lo stoccaggio di CO2 con lo sfruttamento dei giacimenti esauriti di metano al largo di Ravenna, è un esempio di come l’economia circolare possa diventare un volano di sviluppo e di occupazione per il territorio e il Paese l’Emilia-Romagna è nelle condizioni di porsi come hub internazionale della transizione verso la green economy, attraverso l’innovazione tecnologica e lo sviluppo sostenibile, in Europa e nel mondo”.
L’HUB ITALIANO DELLA GREEN ENERGY
Il sindaco di Ravenna Michele De Pascale ha esordito con la giusta proporzione che caratterizza la città di cui è primo cittadino: “Eni sta a Ravenna come la città sta a questo Gruppo. Si tratta di un legame fortissimo ed indissolubile”. E poi ha continuato: “Ravenna con il suo altissimo know-how, le infrastrutture, le tecnologie, le competenze e le relazioni acquisite in oltre sessant’anni anni di esperienza nella filiera energetica e dell’economia circolare, può candidarsi a rappresentare l’hub italiano della ‘green energy’, un riferimento all’avanguardia nel mondo, ed è pronta a cogliere la sfida, ma chiediamo al governo un programma chiaro e ben definito, ascolto del territorio e un coinvolgimento serio e strutturato degli stakeholder nel processo decisionale. Non a caso qui è la sede di Omc e Rem, eventi internazionali sui temi dell’energia e della green economy che attirano decine di paesi partecipanti da tutto il mondo e già da diversi anni lavoriamo in coordinamento tra istituzioni, attività economiche e sindacali per fare di Ravenna un polo tecnologico di ricerca e produzione di energia sostenibile, nell’ottica di una graduale decarbonizzazione e transizione energetica. Su questo continuiamo a chiedere al Governo un progetto chiaro che tuteli il lavoro e non favorisca solo le importazioni di gas naturale dall’estero”.
RIDURRE L’ANIDRIDE CARBONICA
Luigi Ciarrocchi ha spiegato come funziona il progetto dell’Eni sulla cattura della Co2. “Tutte le autorità scientifiche internazionali – ha ricordato – hanno riconosciuto che l’eccesso di anidride carbonica nell’atmosfera è il principale responsabile del cambiamento climatico. Per questo i centri ricerche di tutto il mondo stanno sviluppando sistemi per catturarla. Tra queste c’è l’Eni. Abbiamo già raccontato delle tecnologie CCS (Carbon Capture and Storage) che permettono di sequestrare la CO2 in modo permanente bloccandola da qualche parte. E abbiamo parlato di quelle basate sulla trasformazione della CO2 in qualche sostanza utile, raccolte sotto la sigla CCU (Carbon Capture and Utilization). Buona parte della ricerca per la decarbonizzazione non si orienta sulla cattura diretta del carbonio dall’aria ma su un approccio congiunto. Non esiste una semplice formula magica per impedire il cambiamento climatico: dobbiamo lavorare su più fronti. Prima di tutto, dobbiamo promuovere ricerca, sviluppo e diffusione delle fonti rinnovabili e, nella transizione verso un futuro basato su queste tecnologie energetiche pulite, dobbiamo sfruttare in modo più efficiente le fonti energetiche fossili, privilegiando quelle che producono meno CO2 a parità di energia sviluppata (primo fra tutti il gas naturale). In parallelo, dobbiamo allungare la vita utile dei prodotti anche attraverso una loro progettazione che consenta un facile recupero, riciclo e riuso dei materiali. Infine, dobbiamo difendere le foreste e le aree verdi che, per il momento, sono i sistemi più efficienti e economici che abbiamo a bordo per la cattura diretta della CO2 dall’aria”.
TECNOLOGIE AD IDROGENO E GAS NATURALE
Corrado Clini ha ribadito come il progetto dell’Eni si innesti nel documento ambientale del Pniec come una realtà determinante al passaggio verso la decarbonizzazione della realtà industriale. Anche l’annuncio dato dall’ad Claudio Descalzi depone a favore di questa proiezione. Il riassetto aziendale del gruppo prevede l’introduzione di due nuove direzioni generali. La prima denominata “natural resources”, si occuperà sia del portafoglio upstream riguardante il gas e il gas naturale liquefatto, che dell’efficienza energetica e delle tecnologie che servono per la rimozione e la cattura della CO2 il più diffuso dei gas serra responsabili dei cambiamenti climatici. La seconda direzione denominata “energy evolution” si occuperà della trasformazione di prodotti da fossili a bio, blue e green. “Nella transizione energetica – ha specificato Clini- verso l’uso di tecnologie ad idrogeno, sarà fondamentale l’utilizzo del gas naturale. Occorre che soprattutto le istituzioni rispetto al tema del gas diano risposte razionali”.
IL BAD PLASTIC FREE
Gianni Bessi, consigliere regionale dell’Emilia Romagna ed esperto di questioni energetiche ha premuto il tasto sull’importanza di sostenere l’economia circolare. “È stato molto positivo – ha sottolineato – l’annuncio di Conte sul centro di cattura e stoccaggio di CO2 a Ravenna. Ora i fatti: il governo deve mettere in campo procedimenti esecutivi per trasformare in un vero modello di business i processi produttivi di economia circolare che le aziende vogliono portare avanti. Senza una amministrazione efficiente, senza capacità e conoscenza industriale, finanziaria e culturale, non c’è economia circolare o ‘carbon neutrality’. Ma solo facili e ideologici slogan. Inoltre, per quanto riguarda la plastica, una mera tassazione determina solo disuguaglianze e non ottiene l’obiettivo che dobbiamo raggiungere: non il semplice ‘plastic free’ ma a un ‘bad plastic free’ che incentivi e renda competitivo il ciclo della plastica e le sue potenzialità”.
DOMANI ALLE 9,30 IL CONVEGNO DI I-COM SU INNOVAZIONE ENERGETICA
Domani mattina Paolo Pirani dalle ore 9.50 alle 10.20, introdurrà in videoconferenza, i lavori del convegno “La ripresa sostenibile. L’innovazione energetica chiave dello sviluppo”, organizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com). Il leader della Uiltec interverrà nel corso della sessione plenaria, nella parte del dibattito dal titolo “Il mondo del lavoro dopo il Covid-19”; dialogando con Filomena Maggino, Presidente della Cabina di Regia “Benessere Italia” e componente della “Task Force Fase 2” della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Mai come ora occorre un Patto per il Paese che poggi sull’intesa tra sindacati, imprese ed istituzione. Si tratta di un accordo che dovrà avere come base di partenza lo sviluppo economico garantito da una coerente transizione energetica.