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Tavolo fiscale? Tanti dubbi e una certezza. Scrive Giacalone

L’equità fiscale, naturalmente finalizzata allo sviluppo non meno che ai bisogni delle famiglie, talché con i consumi si spinga la crescita, evitando che ne risulti consumata, è al centro della concreta azione del governo, al punto che, come concretamente proposto dal presidente del Consiglio, l’azione parta da un tavolo, appositamente aperto per un libero confronto sul tema, che, non so se l’ho già detto, è al centro dei concreti pensieri di chi governa.

C’è un dubbio, però, che mi s’è ficcato al centro della testa e con fastidiosa concretezza mi distrae: ma agli Stati Generali il tanto centrale tema non è stato affrontato, approfittando della vasta e variegata tavolata?

Se si procedesse con l’idea d’approdare da qualche parte si dovrebbe approcciare la cosa in modo diverso: a. il governo fa una proposta di riforma fiscale, illustrandone non le finalità umane e culturali, ma fornendo informazioni su quali strumenti intende utilizzare e come si concilino con gli equilibri di bilancio; b. già a questo stadio chiunque sostenesse che il minore carico fiscale in capo a chi paga verrà compensato dal recupero dell’evasione sarebbe invitato alla serietà, anche perché il contrasto all’evasione sarebbe un tema di giustizia e legalità, non di mera contabilità; c. a quel punto il governo opta, anziché direttamente per l’iter parlamentare per un dibattito fra le parti sociali, alias corpi intermedi, alias portatori d’interessi, essendo escluso il confronto con le opposizioni, perché a quello è dedicato l’iter parlamentare; d. che inizia subito dopo la fine del dibattito, della durata di un paio di settimane.

Ove, invece, ci si presenti a dire, con centrale concretezza, che si intende aprire un tavolo, nel frattempo prospettando sgravi d’Iva, cuneo fiscale, Irpef (dalla quale ultima i poveri sono esenti, giusto per ricordarlo) e via fantasticando, è inevitabile che la mente corra non tanto al ripiano tri o quadrizampe quanto alle sedie che lo circonderanno. E che sulle seggiole si concentri centralità di pensiero e concretezza d’azione, con estiva sincerità, è la sola cosa di cui non dubito.

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