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Caccia del futuro? Così il Tempest vola sul salone (virtuale) di Farnborough

Sette nuove aziende britanniche salgono a bordo del progetto Tempest per il caccia di sesta generazione. Si è aperta così l’edizione 2020 (tutta in streaming) del salone di Farnborough, il celebre airshow che ogni due anni riunisce l’aerospazio alle porte di Londra. Nonostante la versione tutta virtuale della rassegna, si attendevano novità per il programma relativo al futuro sistema per il combattimento aereo.

L’ANNUNCIO

L’annuncio è arrivato direttamente dal ministro della Difesa Ben Wallace in apertura di salone: sette nuove aziende parteciperanno al “Team Tempest” con l’obiettivo di sviluppare una serie di dimostratori tecnologici funzionali al progetto aeronautica. Il programma britannico è stato svelato proprio a Farnborough due anni fa dall’allora ministra Gavin Williamson, già comprensivo di un primo stanziamento da 1,9 miliardi di sterline (fino al 2025) destinato al team industriale composto da Bae Systems, Leonardo Uk, MBDA Uk e Rolls Royce. Ad esse si aggiungono ora Bombardier Belfast (controllata britannica dell’azienda canadese), Collins Aerospace Uk e GE Aviation Uk (entrambe controllate nel Regno Unito di campioni americani), GKN Aerospace, Martin-Baker, QinetiQ, e Thales Uk, controllata britannica dell’azienda francese.

I PIANI DI LONDRA

“Quando si attrae il meglio dell’ingegneria e del design britannico, i progressi tecnologici sono garantiti”, ha detto Wallace per un annuncio tutto dedicato alla dimensione nazionale del programma. Le nuove aziende porteranno “l’ambizione, l’invenzione e l’esperienza che permetteranno quei salti in avanti da cui dipenderemo per i decenni a venire”. Di più, ha detto il ministro: “Rafforzeranno la nostra capacità di sviluppare il velivolo di prossima generazione e ci consentiranno di continuare a fornire contributi fondamentali alla sicurezza del Regno Unito, dell’Europa e del mondo”, in linea con le ambizione della Global Britain targata Boris Johnson.

IL PROGETTO

Nel dettaglio, il nuovo “Team Tempest” produrrà “più di sessanta prototipi tecnologici e attività dimostrative”, spiega il dicastero della Difesa. Dal 2018, il programma ha già prodotto “più di 1.800 posti di lavoro per ingegneri e programmatori altamente qualificati”. Nel prossimo anno dovrebbero arrivare a 2.500, così da “assicurare al Regno Unito il ruolo di leader globale nel combattimento aereo”. Nonostante il focus british, la porta è aperta ai partner internazionali. “Sono lieto che il successo e i punti di forza del Team Tempest vengano potenziati attingendo all’esperienza del Regno Unito”, ha detto il sottosegretario Jeremy Quin, comunque pronto a ricordare “un team internazionale altamente capace” per garantire “il futuro successo”.

LA SCELTA SVEDESE

L’altra novità sul programma è arrivata non a caso dalla svedese Saab. Il ceo Micael Johansson ha confermato il piano da 50 milioni di sterline per l’apertura di un centro nel Regno Unito dedicato al Tempest. L’obiettivo spiegato da Johansson è stringere ancora di più la collaborazione con i partner industriali britannici e con il ministro della Difesa di Londra. D’altra parte, la Svezia ha ufficializzato l’intenzione di aderire al programma esattamente un anno fa in occasione dello storico Royal International Air Tattoo di Fairford. Nel memorandum firmato dai ministri della Difesa non si faceva riferimento ai protagonisti industriali, ma già da prima era chiara l’intenzione di far partecipare Saab, forte dell’esperienza pluridecennale nella produzione di velivoli caccia, a partire dal più noto Gripen.

LA PARTECIPAZIONE ITALIANA

Simile la partecipazione italiana. Lo stesso sottosegretario Quin ha siglato poche settimane fa una lettera d’intenti con il sottosegretario Angelo Tofalo finalizzata a rafforzare la collaborazione in campo aeronautico tra Italia e Regno Unito nella transizione tra Eurofighter e Tempest, considerando che l’esigenza di sostituzione è la medesima. L’adesione italiana (per ora a livello di dichiarazione d’intenti per collaborare sul progetto), risale a settembre dello scorso anno. Pochi giorni dopo la sigla da parte del governo italiano, anche le aziende della Penisola (Leonardo, Avio Aero, Elettronica e MBDA Italia) hanno siglato uno “statement of intent” con quelle britanniche (BAE Systems, Leonardo UK, Rolls Royce e MBDA Uk).

COME PROCEDE L’FCAS

Il progetto resta al momento alternativo all’Fcas portato avanti da Francia e Germania con l’adesione della Spagna. Dalla prima intesa tra Emmanuel Macron e Angela Merkel, il programma è proceduto a ritmi altalenanti, complici soprattutto le divergenze sulle prospettive di export e l’approccio cauto del Bundestag. A metà giugno, per accelerare la partecipazione delle aziende iberiche, il ministero della Difesa di Madrid ha firmato con loro un “protocollo generale di attuazione” per orientare i differenti pilastri di dimostrazione tecnologica relativa all’Fcas. Oltre a Indra (coordinatore per l’industria nazionale nonostante qualche insofferenza di Airbus, ben radicata in Spagna), partecipano proprio Airbus, ITP Aero, Satnus, Sener e Tecnobit. L’obiettivo di Madrid è partecipare a pieno titolo al progetto da comprimaria già per il dimostratore. Sei mesi fa, Parigi e Berlino hanno assegnato alle aziende francesi e tedesche (guidata da Dassault e Airbus) i primi contratti di sviluppo (da 150 milioni di euro) per avere un dimostratore pronto a volare nel 2026 (in tutto serviranno per questo 4 miliardi). Allora, si specificava che la partecipazione spagnola sarebbe stata successivamente definita.

VERSO LA CONVERGENZA EUROPEA?

Nel frattempo, non si esclude la possibilità futura di convergenza tra Fcas e Tempest. L’ipotesi è concreta, ma ancora molto lontana, visto che non sembrano esserci i presupposti politici, strategici e industriali. E così, i due progetti avanzano paralleli con contratti prima di tutto destinati alla realizzazione dei dimostratori. Per l’Italia, l’obiettivo su cui lavora palazzo Baracchini è definire rapidamente la partecipazione al Tempest, cercando di guadagnare (e conservare) lo status di protagonista sull’aeronautica europea così da poter esser interlocutore privilegiato nel caso di una convergenza con Fcas.

GLI SCENARI POST-COVID

Nonostante le novità sul caccia del futuro, è l’incertezza da Covid-19 a dominare l’edizione 2020 del salone di Farnborough. L’airshow si è aperto questa mattina con una tavola rotonda che ha riunito alcuni tra i vertici delle maggiori aziende aerospaziali del Vecchio continente, tra cui Guillaume Faury di Airbus, Alessandro Profumo di Leonardo e Charles Woodburn di Bae Systems. “Il Covid è la peggiore crisi nella storia dell’azione commerciale “, ha detto il ceo di Airbus, colosso franco-tedesco che ha già annunciato una riorganizzazione comprensiva di un taglio da 15mila posti di lavoro. “La Difesa ha un ruolo da giocare per la ripresa dell’economia”, ha evidenziato Woodburn rappresentando i timori (e le ambizioni) dei protagonisti del settore militare europeo.



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