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Azzolina ha ragione da vendere ma… Il parere del preside Ciccotti

La ministra Lucia Azzolina, si trova al centro di uno tsunami politico. Attaccata da sinistra e da destra. Tutti la vogliono mandar via. Il centro (Forza Italia) e la destra (FdI e Lega) la bocciano, la sinistra (Pd) la “rimanda” a settembre. Tutti si credono migliori dell’onorevole Azzolina, futura dirigente scolastico. Ella, seppur non abbia provato a scaglionare il rientro di 10 milioni di studenti e personale in più settimane, come suggerisce Formiche.net da tempo, ha fatto il possibile e, in alcuni casi, come nella questione dei concorsi, ha ragione da vendere. Il ritardo operativo di cui viene accusata dal Pd purtroppo ricade su tutto il governo e su fonti “scientifiche” che, da marzo a luglio, hanno fornito previsioni altalenanti.

PD, PARENTI SERPENTI?

In queste ore il capogruppo Pd al Senato, Andrea Marcucci, lamenta una certa indecisione e lentezza della ministra Lucia Azzolina, definendo “insufficiente il suo contributo. Speriamo migliori da qui a settembre. (…) Il tema è stato affrontato in ritardo e con qualche incertezza” (La Stampa, 28 agosto 2020). Il rilievo inatteso dai parenti di governo ha spiazzato il M5S che ha risposto, per bocca di Gianluca Perilli, vicepresidente Senato M5S, sottolineando come la ministra e il governo stiano “producendo uno sforzo enorme per garantire il ritorno a scuola dei nostri studenti” (Il fatto quotidiano, 29 agosto 2020).

IL CENTRODESTRA: “SI DIMETTA”

Per l’onorevole Matteo Salvini la ministra deve dimettersi perché incompetente e “preoccupata solo delle sedie a rotelle, mentre noi chiediamo l’assunzione dei precari” (Rai News 24, 29 agosto 2020). Il responsabile della Lega, purtroppo poco informato sulla scuola dai suoi stretti collaboratori, non sa che di banchi e sedie “a rotelle” non si parla più da settimane, e i banchi monoposto che stanno scaricando dai camion sono quelli tradizionali. Poi, per l’assunzione di precari senza passare per concorso, finisce sulle posizioni della sinistra. Attenzione onorevole Salvini, che così si perdono consensi nel mondo della scuola. Più tranchante l’onorevole Giorgia Meloni che boccia il ministero della Azzolina, senza scendere nel tecnico, ma con un giudizio sinteticamente valutativo, “incompetente”. Simile parere, con poca variante semantica, giunge dall’onorevole Antonio Tajani di Forza Italia.

IL REATO DI LESA MAESTÀ CONTRO IL SINDACATO 

Alcuni giorni fa la ministra Azzolina, all’interno del discorso emergenza scuola, sottolineava che immettere in ruolo docenti senza una prova, come vogliono i sindacati, non è corretto. Ernesto Galli della Loggia le dava ragione sul Corriere della Sera (Lo strapotere dei sindacati nella scuola, 22 agosto, 2020). Apriti cielo. I santi sindacati che, dal 1966, sono per il dogma teleologico “precario subito in ruolo” la hanno accusata di distogliere l’attenzione dai problemi reali della scuola e di non occuparsi della vera emergenza. Anche in questo caso la verità è a metà. Molti docenti precari (tali perché anche bocciati a precedenti concorsi: non omettiamolo), dopo anni d’insegnamento pare siano pronti per il ruolo; ma altri no. E “strutturarli” senza un concorso, scritto e orale, non è serio. Avremmo due tipologie di docenti: coloro che hanno superato prove severe e i “i graziati”.  Il demandare, poi, tutto e solo all’“anno di prova”, con dei colleghi come esaminatori, sappiamo che è spesso una educata farsa. Nessun collega boccia il neo-collega (che, guarda caso, sta per sposarsi, per prendere casa, che è fuori sede, che viene da anni di precariato: un rosario interminabile), pur avendo saputo che in classe è una schiappa. Si chiude un occhio e anche l’altro. Le orecchie possono sentire ma subito dimenticare. Se i santi sindacati non vogliono rinunciare alle immissioni in ruolo senza concorso dovrebbero, poi, accettare una valutazione in itinere del docente immesso, dopo qualche anno, valutazione, per esempio, ad opera degli studenti diplomati e ora universitari o nel mondo del lavoro. Con la possibilità, in caso di giudizio negativo, di rimozione del docente di ruolo. Questa sarebbe garanzia di buona formazione, onestà intellettuale e (mettiamoci pure la parola “magica”, spesso usata a sproposito) democrazia (mia digressione).

L’“ERRORE” DELLA MINISTRA AZZOLINA

Ribadiamo il nostro punto di vista, condiviso da molti docenti,  dirigenti e famiglie. La ministra Azzolina, a nostro umile parere, avrebbe dovuto scaglionare il ritorno a scuola: dall’infanzia alla terza media il 14 o 15 o 16 settembre. Mentre per i ragazzi delle superiori (14-19 anni) il rientro a fine ottobre-metà novembre, continuando per questi con la Dad.

Così operando le aule degli istituti superiori avrebbero potuto accogliere temporaneamente le classi in sofferenza della secondaria di primo grado e i bambini della primaria, slittare, se necessario, nelle classi della secondaria di primo grado. Ciò avrebbe consentito:

– adeguamenti di edilizia leggera in tutti gli istituti; e lavorare anche durante l’attività didattica;

– messa a norma degli istituti (installazione di termoscanner, ecc.);

– rimozione dei banchi doppi, scarico e messa in posizione dei banchi monoposto che arriveranno “sino a fine ottobre”;

– adeguamento nei mezzi di trasporto cittadini e regionali.

Questo errore di pianificazione, che noi le suggeriamo di evitare in base alla nostra esperienza, potrebbe costarle tanto.

ANGOSCIA PER I DOCENTI OVER 55 ANNI. SE MOLTI OTTENESSERO LA “SORVEGLIANZA SANITARIA” SI PAVENTANO 250 MILA SUPPLENTI

Come sappiamo se un dipendente o docente è in situazione di malattie invalidanti (per es. tumore, diabete scompensato, problemi ai polmoni) oppure in situazione di “plurimorbilità”, ha diritto di chiedere al proprio medico di esser sottoposto a visita e, se ritenuto a rischio, non recarsi a scuola ed entrare in regime di “sorveglianza sanitaria”.

Contemporaneamente, si è diffusa la notizia, non confermata da fonti ufficiali (Iss), che oltre a tali soggetti con patologie ben definite, tutti i dipendenti over 55 sarebbero a rischio e potrebbero, anch’essi, chiedere ai medici la “sorveglianza sanitaria”. Si attendono nelle prossime ore chiarimenti. La direttrice generale del Veneto, Carmela Palumbo, tranquillizza, sottolineando che in “un collegio di 100 docenti, per esempio, al massimo saranno due o tre che chiederanno la sorveglianza sanitaria. Non è il caso di allarmarsi” (Rai News 24, del 29 agosto 2020). Quindi, ad ora, appaiono infondate le proiezioni bibliche di un esercito di malati e un’altrettanta riserva di truppa di 250 mila supplenti da reperire in poche settimane e inviare al fronte.

RIENTRARE A SCUOLA E LAVORARE CON LE DOVUTE PRECAUZIONI

La sottosegretaria al ministero della Salute, Sandra Zampa, ha rassicurato il mondo scolastico e le famiglie: “Sono certa che gli insegnanti italiani daranno risposta certa al test sierologico. Si sta lavorando davvero da molti mesi. Il Cts ha svolto un lavoro straordinario. Tutti i Paesi europei hanno le stesse difficoltà. (…) Bisogna che le Regioni facciano un grande sforzo per il trasporto scolastico. Sono sicura che noi daremo una buona prova come già fatto” (Rai News 24, 29 agosto 2020). Gli insegnanti si impegneranno, lo sappiamo. Ma i ragazzi, fuori dall’orario scolastico, quando vedranno i ventenni e i trentenni senza mascherina a un paio di decimetri l’uno dall’altro?

SIAMO PRONTI AL RIENTRO? COSA (NON) DICONO GLI ESPERTI

Un’altra ferale accusa scagliata contro la ministra Azzolina è il non essersi messa a lavorare “in tempo da marzo” (Andrea Marcucci, Pd). Per onestà intellettuale, se non rimuoviamo il passato, va detto che scienziati e ricercatori, epidemiologi, virologi e pneumologi, hanno fornito proiezioni diverse sul decorso del virus Covid-19, nel periodo marzo-maggio. Per alcuni si sarebbe attenuato, per altri no, per altri ancora era una influenza come le altre e sarebbe passata. Per alcuni si diffondeva con le goccioline; per altri attraverso l’aria. Diversi Paesi europei, alcuni con la solita baldanza (Gran Bretagna, Svezia, Francia, Olanda) sino a maggio sottovalutavano la questione. Solo dopo l’apertura e repentina chiusura delle scuole in alcuni Land della Germania, dopo il 16 agosto, qualcuno ha cominciato ad avere dei dubbi sul Covid-19 passeggero. Aggiungete, in queste ore, che anche la sicumera napoleonica traballa davanti a 6800 positivi del 28 agosto 2020.

Infine, noi italioti, dopo l’estate felicemente incosciente a suon di spritz in spiaggia o in piazzetta, a dieci centimetri l’uno dall’altro, senza mascherina, con il bicchiere in una mano e nell’altra la sigaretta, quando al rientro ci hanno controllato (quei pochi) e ci hanno detto che eravamo positivi, ci siamo pure arrabbiati: neanche le ferie in pace! Educare gli adolescenti al rispetto delle regole, dentro e fuori dalle aule, prende tempo. Ora, cerchiamo il capro espiatorio in Lucia Azzolina?

Chiudo, però, con un rispettoso rimprovero per la ministra, sotto forma di domanda simil retorica: quando ella sarà mia collega, si arrabbierà se il ministro o la ministra di turno non ascolterà i presidi in prima linea?


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