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Recovery Fund, istruzioni per l’uso. Firmato Cdp

Oltre 750 miliardi di euro nell’economia reale, non capitano tutti i giorni. Anzi, forse quasi mai. Proprio per questo il fiume di denaro che nei prossimi anni investirà l’Italia grazie al Recovery Fund va incanalato nel giusto alveo, affinché non si disperda in mille rivoli. Cassa Depositi e Prestiti ha tracciato una mappa, quasi un manuale del buon uso del Recovery Fund, pubblicando il report Next Generation Eu, cosa significa per l’economia italiana?

IL BOTTINO ITALIANO

Il pacchetto, ricordano gli esperti coordinati dal capo-economista di Cdp, Andrea Montanino, prevede 750 miliardi di euro complessivi che la Commissione europea dovrebbe reperire sul mercato tramite emissioni di titoli garantiti dal bilancio europeo. L’Italia potrebbe ricevere circa 205 miliardi di euro, di cui 77 in sovvenzioni, 126 in prestiti e 2 in garanzie. Ora, “si stima che tra il 2021 e il 2024 il programma porterebbe ad un aumento medio annuale del livello del Pil dell’Ue di circa l’1,3% rispetto al Pil atteso senza le risorse di Next Generation Eu”. Non è tutto. Secondo Cdp “si prevede inoltre nel medio periodo una riduzione del rapporto debito/Pilin Italia di oltre 17 punti percentuali”. I vantaggi sono dunque evidenti. Il punto è però un altro.

VIETATO FALLIRE

Gli esperti di Cassa Depositi e Prestiti hanno pochi dubbi. “Il payoff per l’Italia è dunque molto elevato ma potenzialmente di breve periodo se le risorse non venissero impiegate in piani di riforma strutturali con impatti durevoli in termini di produttività”. Ecco dunque che bisogna azzeccare le scelte per non vanificare questa grande opportunità. “Serve presentare un piano di azione ambizioso e credibile sia per avere accesso alle risorse che per impiegarle in programmi che
lascino al Paese cambiamenti strutturali del quadro economico e istituzionale”, spiegano da Via Goito.

DOVE INVESTIRE

Pochi ma precisi i settori su cui dirottare le risorse del Recovery Fund. Innanzitutto, la Sanità, per investimenti in infrastrutture, acquisti di prodotti medici essenziali, formazione e assunzione di personale sanitario, seguita dal lavoro, per politiche di inclusione in coordinamento con politiche di sostegno al reddito e dal digitale, per infrastrutture digitali e per il rafforzamento di competenze digitali in modo da favorire processi di riqualificazione professionale e agevolare l’accesso a Internet e fibra, soprattutto nelle zone rurali. Ancora, la transizione verde, per investimenti nella
produzione di energia da fonti rinnovabili, nella efficienza energetica, nel trasporto
pubblico sostenibile e nella gestione dei rifiuti e delle risorse idriche e i progetti di investimento pubblici e privati.

UNO SFORZO COMUNE

Tutto questo però non può essere fatto senza uno sforzo comune e trasversale di tutte le istituzioni in campo. Ovvero “garantire massimo coordinamento tra tutti i soggetti coinvolti nella programmazione e realizzazione degli investimenti e consolidare l’avviamento delle strutture nazionali istituite dalla Legge di bilancio 2019, cui sono stati attribuiti compiti di supporto alle Amministrazioni in materia di programmazione e selezione degli investimenti, progettazione degli interventi e gestione dei programmi di spesa”



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