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Il debito buono si può fare. L’agenda Draghi declinata dal prof. Fortis

Sì, del buon debito si può fare. Mario Draghi ha ragione, indebitarsi in modo costruttivo si può, anzi si deve. Molti economisti, tra cui Marco Fortis, docente alla Cattolica e direttore del Centro Studi della Fondazione Edison, se ne ne sono convinti da tempo e forse anche per questo sentire riecheggiare le parole dell’ex presidente della Bce nei padiglioni del Meeting di Rimini è uno spunto per rilanciare il dibattito. Un Paese dal terzo debito mondiale, l’Italia, d’altronde non può non porsi il problema.

DRAGHI UN PASSO AVANTI

“Abbiamo visto in Draghi una prospettiva che non può che non far piacere. Pensare al domani e non solo e sempre all’urgenza del momento è la chiave di volta per uscire da questa crisi epocale”, spiega Fortis. “Dobbiamo capire, e Draghi lo ha detto in modo chiaro, che l’intervento assistenziale non può e non deve diventare qualcosa di strutturale, altrimenti finisce che tutte le risorse vengono drenate per mantenere uno status quo che non serve a nulla, che sa di posticcio ma che alla fine non ci porta da nessuna parte. Draghi ha dato questa visione, forse non sempre compresa”.

DEBITO BUONO. MA COME?

Il cuore del ragionamento di Draghi è stato però la possibilità di indebitarsi in modo produttivo, senza buttar via denaro. “La cosa è possibile, anche in Italia. In questo momento tutti i Paesi, Germania inclusa, stanno raggiungendo livelli di debito molto alti, perché le misure di breve periodo generano debito. Tengo a precisare che negli ultimi anni però l’Italia non ha fatto un debito particolarmente cattivo, perché è un debito che cresce specialmente per interessi, che sono superiori rispetto all’avanzo primario e questo gli integralisti dell’austerity non lo hanno mai capito. Detto questo ora quello che dobbiamo fare è debito con investimenti, dunque produttivo. E questo debito si può fare con il Mes, con il Recovery Fund”.

Proprio il Mes, secondo Fortis, è una leva. “Se noi facciamo debito per le scuole, per i porti, per il dissesto idrogeologico, per l’Alta Velocità, allora questo è un debito buono e produttivo. Un debito che crea capacità di risposta, in termini di creazione di posti di lavoro e di sviluppo”.

SENZA PROSPETTIVA, SI MUORE

C’è però un passaggio che a Fortis proprio non è sfuggito. Quando Draghi ha parlato di furto di futuro ai giovani. “La questione è la prospettiva. Voglio dire, a che serve studiare legge se i tribunali vanno lenti e la giustizia non funziona? O a che serve entrare nella Pa se la Pa non funziona? Questo significa dare prospettiva, se non c’è prospettiva che si studia a fare? Rubare il futuro significa questo, non avere una strategia di lungo periodo ma vivacchiare, creando posti di lavoro posticci. Se io studio e divento ingegnere ma ci mettono 30 anni a fare un ponte, che mi sono laureato a fare?”

 



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