“Occorre rinnovare i contratti scaduti e quelli scadenza. È la fondamentale risposta che sindacati imprese possono dare al Paese per aiutarlo a ritrovare la strada della ripresa. Ci vogliono determinazione e senso di responsabilità, ma è ciò che bisogna fare”. Lo ha detto Paolo Pirani, segretario generale della Uiltec, nel corso all’attivo delle strutture del sindacato in questione che ha analizzato la contrattazione del settore chimico-farmaceutico. La riunione sindacale, a cui hanno partecipato, tra gli altri, la segretaria confederale della Uil Tiziana Bocchi ed il presidente della Fondazione Adapt, Francesco Seghezzi, si è tenuta in videoconferenza, con una parte dei relatori presenti fisicamente nella sede nazionale della Uiltec, ubicata in via Po a Roma.
IL RAPPORTO TRA INNOVAZIONE E PRODUTTIVITÀ
“Il problema da porre a Confindustria – ha ribadito Paolo Pirani – non è impostare il confronto sul rapporto tra salario e produttività, ma su innovazione e la produttività stessa. Non ci può essere contrattazione se non esiste innovazione, realizzata attraverso adeguati investimenti. Da questo presupposto scaturiscono la partecipazione e la dinamicità contrattuale. La produttività aumenta solo se si investe nell’innovazione e solo successivamente può determinarsi il cambiamento della prestazione di lavoro anche attraverso una diversa gestione dell’orario relativo alla prestazione professionale. È bene ricordare, ad esempio, che il settore chimico-farmaceutico ha fatto una buona contrattazione nazionale ed una buona contrattazione aziendale, con contenuti di rilievo, perché in questi ambiti le aziende, leader in Europa, hanno concretizzato investimenti innovativi da decenni e praticato una continuità del sistema relazionale tra le parti”. Poi, un cenno all’incontro tra Confindustria e sindacati confederali, tenuto ieri pomeriggio: “È un bene – ha continuato Pirani – che il vertice degli imprenditori si sia impegnato a rinnovare il contratto della sanità privata scaduto da ben 14 anni. Ma per quanto ci riguarda ci attendiamo a breve il rinnovo del contratto della gomma-plastica, e poi di quelli del tessile, della ceramica, dell’occhialeria. Ed il mondo dell’industria attende il rinnovo, tra gli altri, di quelli degli alimentaristi e dei metalmeccanici. Bisogna rinnovare i contratti!”.
L’INCONTRO INTERLOCUTORIO CON CONFINDUSTRIA
Tiziana Bocchi, segretaria confederale della Uil, ha definito come “interlocutorio” l’incontro di ieri tra i rappresentanti sindacali ed i vertici confindustriali. “La contrattazione – ha ribadito – nella modalità nazionale ed in quella aziendale, rappresenta il reale strumento di tutela per i lavoratori e per la promozione di buon lavoro. Si tratta di quello strumento insostituibile di cui il Paese non può fare a meno affinché ci siano risposte salariali per i lavoratori, adeguate politiche di welfare, sviluppo per le imprese e migliore occupazione per chi un lavoro ce l’ha o lo cerca. Il sindacato non può che esercitare sempre di più il ruolo contrattuale che gli compete in ambito nazionale, aziendale e territoriale”.
ADAPT E I 35 CONTRATTI NAZIONALI DEL 2019
“È evidente che i contratti nazionali rinnovati nel 2019 tendano a ricomporre il conflitto tra le parti, ma introducano inoltre un effettivo accompagnamento alle trasformazioni in atto tra impresa e lavoro”. Così Francesco Seghezzi, presidente della Fondazione Adapt in merito alla diffusione della cultura partecipativa registrata nei rinnovi contrattuali nello scorso anno. Il giuslavorista ha fatto espliciti riferimenti alla VI edizione del Rapporto Adapt sulla contrattazione collettiva in Italia. Il volume in questione ha confermato la centralità del sistema di contrattazione collettiva per la gestione dei problemi di lavoro. È proprio la consapevolezza del valore aggiunto delle scelte condivise che ha spinto Adapt ad avviare, oramai molti anni fa, una non facile raccolta e analisi dei contratti collettivi anche aziendali e territoriali come metodo privilegiato per spiegare i canali di comunicazione tra la razionalità economica dei mercati del lavoro e la razionalità giuridica che nasce dal diritto delle relazioni industriali. Il risultato è uno studio sistematico di 35 contratti nazionali e 309 contratti aziendali firmati nel 2019, oltre a otto contratti territoriali sottoscritti nel settore della cooperazione sociale tra il 2013 e il 2018. Gli approfondimenti tematici si sono indirizzati, in questo ultimo rapporto, sul ruolo della contrattazione collettiva per la sostenibilità ambientale, sulla contrattazione collettiva nel settore chimico-farmaceutico e sul fenomeno del dumping contrattuale.
ANALISI SU 170 ACCORDI AZIENDALI
“Con Grazia Mazzè e Livia Raffaglio – ha sottolineato Daniele Bailo, segretario nazionale della Uiltec – abbiamo lavorato in questi mesi collaborando alla stesura di un capitolo del nuovo rapporto sulla contrattazione di Adapt focalizzato sul settore chimico-farmaceutico. Aiutati dalle strutture territoriali, abbiamo raccolto oltre 170 accordi aziendali che hanno permesso un quadro analitico sulle materie contrattate e permesso di valutare molti aspetti che sulla base delle linee guida del contratto nazionale, ricadono nella contrattazione di secondo livello. Il gruppo di lavoro ha prodotto anche un’analisi più dettagliata sulla relazione con le linee guida del Ccnl e nel confronto tra materie trattate nelle macro aree del centro-nord e del centro- sud. Questo approfondimento è stato di stimolo a migliorare sempre più la qualità delle materie negoziate a livello aziendale in una stagione di trasformazione dei modelli organizzativo ancor più sollecitati dalla crisi da pandemia, generata dal virus denominato Covid-19”.
SCARSA ATTENZIONE AL DIGITALE NEL CENTRO-NORD
Livia Raffaglio, segretaria della Uiltec lombarda, ha analizzato l’ambito settentrionale della contrattazione chimico-farmaceutica. Sono emerse realtà definite come la parte retributiva, dove la contrattazione, in ambito di premi di partecipazione la fa da padrona; poi, un altro tema di grande rilevanza nella contrattazione di secondo livello nel nord è quello del welfare con la possibilità di conversione di parte o di tutto il premio di partecipazione nelle cosiddette piattaforme di “flexible benefits”, con distribuzione di beni e servizi. Rilevante in termini di welfare anche il tema della conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro, con il capitolo relativo ai permessi concessi ai lavoratori. Largo spazio dedicato in termini di principio al tema della sicurezza e all’organizzazione del lavoro con molti accordi su orari e gestione dei reparti. Scarsa attenzione, invece, dedicata al tema del digitale e delle innovazioni tecnologiche, nonché della nuova organizzazione del lavoro che ne discende, sia in termini di professionalità da acquisire e da valorizzare, sia in ambito di riconoscimento professionale ed economico”.
WELFARIZZAZIONE DEL PREMIO DI RISULTATO AL CENTRO-SUD
Grazia Mazzè, segretaria della Uiltec siciliana, ha evidenziato la difficoltà emersa negli attori negoziali a riflettere quanto stabilito all’ultimo rinnovo Ccnl chimico farmaceutico. “Le premesse – ha rilevato – ribadiscono l’importanza delle relazioni industriali e la volontà tra le parti è di condividere obiettivi comuni, ma il 40% degli accordi analizzati riguarda soltanto il cosiddetto premio di partecipazione. Il patto di responsabilità sociale e la responsabilità d’impresa sono punti fermi e conquiste orgogliose dell’ultimo rinnovo chimico-farmaceutico, nelle slide rappresentiamo la limitata trattazione, anche rispetto al centro nord, dei temi di welfare, conciliazione, attenzione al ricambio generazionale e alternanza scuola lavoro. È evidente che la trattazione al centro-sud è ancora ancorata a vecchie logiche, soprattutto per la ‘welfarizzazione’ del premio di risultato e per i temi ambientali, per la conciliazione e le tutele del genere. Magari saranno legate alle possibilità economiche delle Aziende o la consapevolezza, ancora non raggiunta, degli attori negoziali a realizzare i propositi sanciti dal Ccnl”.