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Conte supererà referendum e regionali. Ecco cosa dice il report di Credit Suisse

Il premier Giuseppe Conte è dentro una botte di ferro, o quasi. E se proprio ci sarà un allargamento della maggioranza, sarà il centrodestra a essere imbarcato, per la gioia dei mercati. A una settimana dal voto combinato regionali/referendum, chi prevedeva scossoni per il governo giallorosso dovrà ricredersi, almeno a sentire gli analisti di Credit Suisse, che in queste ore hanno diffuso un report interamente dedicato al momento politico italiano.

CONTE, VENTO IN POPPA. SALVINI…

Il punto di partenza è che il premier Conte gode di buon credito presso gli italiani e questo, secondo gli esperti della banca elvetica, mette il premier in una posizione di relativa sicurezza. “Conte gode ancora di un alto indice di gradimento e supporto”, scrive il Credit Suisse, “complice un momento di crisi della Lega di Matteo Salvini, che ha perso circa 10 punti in termini di consenso”. Per il premier una buona notizia, ma attenzione a sedersi sugli allori. Gli analisti non prevedono particolari scossoni dal voto regionale e dal referendum confermativo ma qualcosa potrebbe comunque cambiare.

SE I MERCATI DICONO RIMPASTO

Per quanto riguarda l’appuntamento elettorale della settimana successiva, secondo il Credit Suisse “se da questi eventi scaturissero posizioni inconciliabili tra i partiti di governo da un lato e quelli di opposizione dall’altro, in caso di vittoria della destra, un rimpasto di governo non dovrebbe essere escluso”. E allora “in questo caso, potremmo assistere anche alla nascita di un esecutivo più amico delle imprese, attraverso la partecipazione del centrodestra a un governo di larghe intese”, si legge ancora nel report. Scenario che “verrebbe accolto con favore dai mercati. Tuttavia, nulla di concreto è stato proposto in tal senso e tutto dipenderà in gran parte dal risultato degli eventi di settembre”.

SCOSSONE IN VISTA? 

In ogni caso è “improbabile, a nostro avviso, che regionali e referendum portino a elezioni anticipate. E poi, se il referendum vedrà vincere il Sì sarà meno probabile che i parlamentari facciano pressione per tornare alle urne, visto che il numero dei seggi per cui correre sarà diminuito, rendendo le elezioni ancora più incerte”. Insomma, per il momento tutto tranquillo. Per il momento.



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